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"il manifesto" del 10 Marzo 2007
Nel capoluogo
siciliano almeno 10 mila persone oggi sfileranno a
favore dell'acqua pubblica. In prima fila i sindaci
contrari al mega-business della vendita delle reti ai
privati, firmato Totò Cuffaro. Gli «strani» appalti di
Agrigento e Trapani, la situazione nel resto della
Sicilia
Cinzia
Paterno'
Saranno almeno in diecimila, secondo gli organizzatori,
a gridare «giù le mani dall'acqua pubblica». Arriveranno
oggi a Palermo in pullman, in treno e in nave da ogni
parte della Sicilia, ma anche da molte province italiane
che hanno aderito alla manifestazione nazionale promossa
dalla Cgil, dal Forum regionale dei movimenti per
l'acqua e dal Forum nazionale, dal coordinamento dei
sindaci e dei consigli comunali e da un cartello di
associazioni e movimenti.
Lo scopo della grande mobilitazione, cui ha aderito
l'intero centrosinistra, è quello di bloccare il
processo di affidamento ai privati della gestione
dell'acqua a livello territoriale. In quattro province
(Caltanissetta, Enna, Siracusa e Catania) il processo è
già avviato, mentre nelle altre cinque il movimento è
riuscito a bloccare le procedure di gara, con sit-in e
ricorsi al Tar nei confronti di chi governa gli Ato,
ambiti territoriali ottimali. Le manovre del
centrodestra per consegnare l'acqua ai privati e farne
un business in realtà sono cominciate anni fa e nel 2004
hanno permesso al governo di Salvatore Cuffaro di
affidare fino al 2044 la gestione del sistema idrico
regionale (sovrambito) alla Siciliacque Spa, per il 75%
in mano ai privati e per il 25% pubblica. A fare da
capofila alla protesta ci saranno i sindaci della
provincia di Palermo che qualche mese fa ha affidato per
30 anni la gestione dell'Ato idrico ad Acque potabili
Spa. È già pronto il ricorso al Tar contro
l'affidamento. Il documento sarà inoltrato anche al
garante per il mercato e la libera concorrenza, alla
Corte dei conti, alla magistratura (la procura di
Palermo ha già aperto un fascicolo) e al ministero dei
Lavori pubblici, «perché - accusa la Cgil - non sono
state rispettate le leggi sugli appalti».
Per pagare le spese legali i comuni si sono tassati da
mille a duemila euro e si rifiuteranno di consegnare le
reti idriche alle società private. «Così come a Palermo
- dice Maurizio Calà, segretario della Camera del lavoro
- in altre tre province a presentare l'offerta per
l'appalto è stata un'unica società, con il paradosso di
Agrigento, dove facevano parte della ditta anche le
amministrazioni di dieci comuni». A Caltanissetta (22
comuni e 245 mila abitanti) la gestione trentennale se
l'e aggiudicata la spagnola Aqualia, filiale del gruppo
Fcc con interessi anche nel settore delle costruzioni e
sesto operatore al mondo. Gli spagnoli erano in corsa
anche per Ragusa, ma la gara è stata revocata dopo le
proteste dei sindaci iblei, che hanno costretto il
presidente della Provincia Franco Antoci a fare marcia
indietro. Ad Agrigento è in corso uno scontro politico,
con il 66% dei sindaci contrari alla gara alla quale
partecipa il consorzio «Voltano». A Trapani, dopo che
per due volte la gara è andata deserta, la procedura è
stata bloccata per l'arresto dell'imprenditore Di
Vincenzo, l'ex presidente dell'Ance-Sicilia, che si era
presentato con la sua azienda. Dalla provincia sono in
arrivo 45 pullman, altri quattro raduneranno i
pensionati dello Spi-Cgil, mentre circa cinquecento
lavoratori del pubblico impiego raggiungeranno il
capoluogo con otto pullman.
Decine i comuni che hanno aderito alla manifestazione,
con i sindaci in fascia tricolore alla guida delle
delegazioni composte dai consiglieri comunali. In molti
arriveranno dalle province di Agrigento, Messina e
Ragusa. Un aereo speciale atterrà in mattinata
all'aeroporto Falcone e Borsellino, mentre altre
centinaia di manifestanti, provenienti da varie parti
d'Italia, arriveranno in treno.
Il concentramento è previsto alle 10 in piazza Marina, a
pochi metri dal lungomare, da dove i manifestanti
sfileranno in corteo fino a piazza Massimo, dove sono
previsti gli interventi del sindaco di Caltavuturo,
Domenico Giannopolo (Ds), che parlerà a nome dei sindaci
contrari alla privatizzazione, e di Leoluca Orlando,
portavoce nazionale di Idv e candidato a sindaco di
Palermo per l'Unione, che spiegherà la posizione del
centrosinistra. Poi, dopo padre Alex Zanotelli, chiuderà
il comizio Paolo Nerozzi della segreteria nazionale
della Cgil.
Saranno presenti anche Francesco Forgione, presidente
della Commissione nazionale Antimafia, la deputata Prc
Daniela Dioguardi, Laura Marchetti, sottosegretario al
ministero dell'Ambiente, Walter Mancini, responsabile
nazionale beni comuni del Prc, e Ciro Pesacane, del
Forum ambientalista. «Vogliamo che la gestione
dell'acqua resti pubblica, con un'ampia partecipazione
dei comuni», dice Giannopolo, mentre i Ds chiedono al
governo Cuffaro di far «rispettare l'ordine del giorno
già votato dall'Ars che prevede la sospensione di ogni
affidamento a società private per la gestione delle
acque attraverso gli Ato». «Da quel voto d'aula - dice
Antonello Cracolici (Ds) - il governo è rimasto
colpevolmente immobile, ignorando la volontà del
parlamento siciliano che su questa vicenda è stato
esplicito e perentorio. Cuffaro non faccia finta di
nulla e si attivi immediatamente per far sospendere ogni
procedura in corso». «La manifestazione - dice Rita
Borsellino, leader dell'Unione all'Ars - è stata indetta
per riaffermare il principio ineludibile che l'acqua è
un bene comune dell'umanità».
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