Partito della Rifondazione Comunista 

Circolo "Peppino Impastato " Partinico 

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Partito della Rifondazione Comunista di Partinico (PA) circolo "Peppino Impastato"

Subito la moratoria per bloccare i processi di privatizzazione del servizio idrico

Oggi siamo di nuovo in Piazza, qui a Palermo, per rivendicare la gestione esclusivamente pubblica del servizio idrico integrato. Siamo in piazza con le donne e gli uomini che da anni si battono contro la mercificazione dell’acqua, siamo in piazza con i sindaci che coraggiosamente sono disposti a gesti di disobbedienza amministrativa pur di non consegnare le reti ai privati, siamo in piazza con i sindacati che si battono non solo per la tutela e la preservazione del bene comune per eccellenza, ma lottano per evitare il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro degli addetti del settore. E’ ormai evidente a tutti che 15 anni di privatizzazione e esternalizzazione dei servizi hanno provocato forti aumenti tariffari, precarizzazione delle condizioni di lavoro e nessun miglioramento del servizio, come dimostrato dall’interessante inchiesta effettuata da diversi soggetti come la Cgil-Fp, Attac, l’Arci e la Rete del nuovo municipio. Siamo qui a Palermo con la consapevolezza di esser parte di un movimento forte e radicato che è stato capace nell’ultimo mese di raccogliere oltre 100mila firme per la legge di iniziativa popolare per il governo e la gestione pubblica dell’acqua. L’acqua bene comune vitale con elevata rilevanza sociale da sottrarre non solo alle logiche di mercato ed alle possibili infiltrazioni affaristico- mafiose, ma anche alla speculazione finanziaria. E’ del tutto evidente che il settore idrico faccia gola a molti, visto che per esempio in Italia il giro d’affari intorno all’acqua nel primo semestre 2006 ha avuto un incremento del 62 per cento pari a 3,8 miliardi di Euro. E’ di questi giorni, inoltre, la notizia che quattro grandi aziende italiane sono state incluse nello S&P Global Water Index, il nuovo indice statunitense di rating che raggruppa 50 società di 14 Paesi diversi, attive nel settore idrico. Le quattro utilities (così si chiamano) sono Acea, Hera, Asm e Acegas-Aps. Molti di noi saranno a Palermo ma con grande attenzione e interesse guarderanno la piazza di Roma. Roma e Palermo, due piazze distanti geograficamente ma vicine nel rivendicare diritti e cittadinanza. Due piazze che vedono irrompere sulla scena movimenti che parlano la stessa lingua e con lo stesso alfabeto declinano le parole diritti e democrazia rompendo la falsa gerarchia tra diritti sociali e beni comuni. Diritto all’acqua negato a Palermo, diritto al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto negato a Roma. Movimenti diversi, ma in fondo non distanti tra loro e per le loro giuste rivendicazioni. Donne e uomini che alimentano conflitti e insorgenze comunitarie perché pongono questioni che possono soltanto essere lette con una nuova lente, quella del coinvolgimento e della partecipazione. In fondo il movimento per l’acqua in Italia e a livello planetario pone una questione di democrazia (come di democrazia e di allargamento della sfera dei diritti parla il movimento che manifesta a Roma) quando affronta il tema dei beni comuni e della loro specificità caratterizzata da un terzo livello di proprietà che non è né statale né privata ma collettiva. La manifestazione di oggi anticipa nei fatti la settimana nazionale di mobilitazione per l’acqua indetta dal movimento italiano che si terrà dal 17 al 25 marzo prossimi. Sette giorni di forte attivismo durante i quali verranno organizzate iniziative, manifestazioni, convegni e banchetti in tutta Italia con l’obiettivo di raccogliere altre 100mila firme a sostegno della legge di iniziativa popolare. Con questo spirito e con questa energia parteciperemo a Bruxelles, al Parlamento Europeo, all’assemblea mondiale degli eletti e dei cittadini per l’acqua. In quella sede così importante che proprio un anno fa ha votato una risoluzione che riconosce l’acqua come diritto e non più soltanto come bisogno narreremo di quanto avviene nel nostro Paese cercando di costruire relazioni e conflitti con esperienze lontane perché quella per l’acqua è la vera grande vertenza planetaria.

di Michele De Palma e Walter Mancini