Il fondatore del gruppo Abele è stato uno dei
relatori all’assemblea aperta che si è tenuta la mattina in Campidoglio indetta dal cartello ''Confinizero'' nell'ambito della giornata
nazionale di mobilitazione contro la nuova legge sulla droga
Giuliano
Rosciarelli
«La vita delle persone viene prima delle leggi. La
negazione della libertà di scelta nega la vita. Questo provvedimento va
abrogato non domani, ma subito». Non usa mezzi termini don Luigi Ciotti,
intervenuto ieri a Roma all’assemblea aperta che si è tenuta in
Campidoglio, promossa dal cartello antiproibizionista “Confinizero”, per
condannare la nuova legge sulle droghe.
Il fondatore del gruppo Abele, ha detto di sentirsi offeso
dall’arroganza di questo potere, «incapace di leggere la realtà ma capace
di imporre leggi presuntuosamente educative contrarie al valore della
partecipazione, espressione della democrazia». Ma è nel riferimento al
valore etico della politica che don Ciotti ha affondato il colpo con un
chiaro avvertimento alla futura maggioranza: «Etica - ha ammonito -
significa ricerca dell’esistenza, aver cura di tutti. Questa è la missione
originaria della politica».
Di “governi amici” i cartelli antiproibizionisti che connettono pezzi
diversi della società, dal mondo cattolico, all’associazionismo laico,
dalle realtà sindacali al movimento studentesco, non ne vogliono sentir
parlare, ma hanno le idee chiare su chi è il nemico («mandiamo a casa
questa destra fascista») e su ciò che c’è da fare: abrogazione immediata
della legge appena approvata; riscrittura della 309/90; potenziamento dei
servizi pubblici e del privato sociale con un ritorno alla centralità del
pubblico. Tre punti tenuti insieme dalla sovranità riconosciuta alle
scelte individuali, nella libertà di cura per l’uso terapeutico della
cannabis e nella la libertà di scelta anche per l’uso ludico A meno di
un mese dalle elezioni quindi, il movimento antiproibizionista, per nulla
stordito dal colpo inferto dal governo, si è ritrovato più unito che mai,
in un ragionamento che, dimenticate le antiche divisioni, ha evidenziato
una vigorosa unità di intenti. E a pochi giorni dalle elezioni lancia un
monito chiaro ai tentennamenti dell’Unione: «Subito il decreto legge per
abrogare la Fini, e poi una nuova conferenza sulle droghe per riscrivere
una legge che abbia come obiettivo di fondo la liberalizzazione». «E’ una
questione di necessità e urgenza» ha spiegato Patrizio Gonnella presidente
dell’associazione Antigone che ha poi fatto appello alla magistratura
«affinché ricorra alla incostituzionalità» e alle regioni, scavalcate
nelle competenza sanitarie, «per il conflitto di attribuzioni».
Sollecitazioni entrate di prepotenza nel ragionamento fatto dal
parlamentare di Rifondazione Russo Spena che per sgombrare subito il campo
da ogni dubbio ha chiarito che: «Se il centro sinistra vincerà le elezioni
farà subito un decreto per bloccare la legge Fini perché i tentennamenti
si superano con gli impegni presi». Sulla stessa linea Giuseppe Vaccari
dei Ds ed Enrico Buemi dello Sdi quest’ultimo contestato dalla platea
quando ha detto che «la droga fa male» dimenticando la presenza in sala di
chi come Pino dell’associazione Pic, malato di sclerosi multipla, vede
nella cannabis l’unico rimedio efficace: «Ad ucciderci non è la canapa -
ha risposto- ma questa legge. I malati non volendo rivolgersi al mercato
illegale, spesso si autocoltivano la cannabis. Ma anche questo è illegale.
Basterebbe che il Ministero della salute autorizzasse le Regioni a darci
la possibilità di curarci con la canapa».
Per Franco Corleone, del Forum droghe che ha invitato i Sert a
disobbedire alla legge, è una questione culturale: «Su questo tema, non
siamo egemoni neanche a sinistra. Bisogna prenderne atto. Il
proibizionismo manovra il dibattito mondiale e l’Italia si è accodata
all’espressione più retriva di questo fenomeno, andando contro la stessa
Europa orientata a politiche di riduzione del danno». Sulla stessa linea
Paolo Beni dell’Arci che ha richiamato il protagonismo
dell’associazionismo come «presidio di democrazia fondamentale nella
riscrittura della nuova legge».
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