Sommario:
“U meu è meu e nuddu mi lavi a tuccari”
RISOLUZIONE DEL
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA Sezione “Peppino Impastato” di
PARTINICO
Il segreto di
Gubbio. Qualche consiglio di buon governo al sindaco Motisi.
Verso la
costituzione del comitato Addiopizzzo a Partinico
La vignetta di
Giovanni Guerra
Chiudiamo tutti
i Cpt in Europa
Riflessioni
e considerazioni sull'attuale crisi politica a Partinico
“U meu è meu e nuddu mi lavi a tuccari”
A
nessuna persona responsabile può sfuggire che l’apertura di una
crisi politica - e questo avviene ad ogni livello - significa come
un’esperienza di amministrazione abbia manifestato grosse
difficoltà e pesanti crepe per cui va posto rimedio. E questo è
quanto accaduto nella nostra città. Ma quanti posseggono senso di
responsabilità hanno il dovere di seguire con serietà l’evoluzione
di un processo delicato che ha bisogno di attenzione e di analisi
rigorose e non certo del ricorso all’improvvisazione. Eppure in
questi giorni, nella nostra città investita da una crisi
istituzionale, ha avuto il sopravvento “il teatrino” cioè la
rappresentazione scenica della politica da rendere ridicola ad ogni
costo, o tentando di farlo, senza distinzione alcuna rappresentando
i cosiddetti “addetti ai lavori” tutti tesi a difendere, come in
genere fanno gli animali, il “territorio”, il “recinto” e tutto
quello che vi è dentro. Sono cose che abbiamo già visto in altre,
tante, occasioni. Certo, per amore di verità va detto che nella
cosiddetta “politica” c’è anche questo e forse tanto altro ancora.
Né si può tacere che vi sono quelli che non intendono subordinare
gli interessi di gruppo a quelli più in generale della città
convinti che “la roba “ non si tocca. “U meu è meu e nuddu mi lavi
a tuccari”. Per fortuna, però, la politica non e’ solo questo. Così
come esiste e viene alimentata quotidianamente la sagra del
qualunquismo. E lo fanno anche tanti apparenti insospettabili. I
Partiti? Sciais, come dicono i tedeschi. Meglio la società civile.
Gli Assessori indicati dai Partiti? Ah, quelli, tutti inutili ed
incapaci! E dunque fuori, perchè bisogna attingere alla “cosiddetta
società civile“ che è eventualmente pronta a fare il sacrificio di
assumere ruoli ed impegni togliendo, così, dall’assedio dei Partiti
il povero Sindaco cui si sono appiccicati le sanguisughe. E scopri
che la società civile non esiste nel senso che le persone serie e
per bene sono tante, presenti dentro ed anche fuori i Partiti, che
quelli seri, cioè quelli costruiti con il sangue, la passione e con
quotidiani sacrifici non hanno niente a che fare gli acchiappavoto.
E scopri che tanti con la Politica non c’entrano proprio nulla
perchè traffichini, saltimbanchi, collusi, equivoci, strumenti di
potere e di ricatto. Così come scopri che dentro i Partiti ci sono
tanti uomini onesti, che coltivano i valori, che vogliono pulizia,
che sono anche capaci. E scopri che questi si spendono ogni giorno
contro il malaffare, la mafia, conducendo in prima persona battaglie
di civiltà per le quali, spesso, molto spesso pagano un alto prezzo.
Cos’era Peppino Impastato se non un uomo della Politica? E non era
forse un uomo di parte? E Turiddu Termini? E Cola Geraci? E Turiddu
Carnevale? E Lo Iacono e Casarrubea barbaramente assassinati dalla
mafia e dai banditi non erano, forse militanti comunisti? Senza i
Partiti non c’è SOCIETA’ organizzata e dunque non c’è nemmeno
società civile cioè quell’umanità che attinge alle idee, alle
proposte, agli intendimenti dei Partiti e a questi fornisce idee,
proposte, intendimenti. E viceversa. Ai Partiti e non certo alle
aggregazioni di potere ed interessi circoscritti. Ma dobbiamo
chiederci: può la crisi di un’amministrazione comunale spingere
tanti in malafede e tantissimi in perfetta buona fede, alla
denigrazione, al pressappochismo, e come si diceva, al qualunquismo?
Purtroppo può! Il nostro Partito ha condotto per cinque anni una
grande battaglia di civiltà per restituire dignità alla Politica e
alle Istituzioni di Partinico. Non sempre ci siamo riusciti. Ce ne
dispiace ma sicuramente continueremo. E non abbiamo condotto queste
battaglie per dire: ”Ora levati tu ca’ mi ci mettu eu!”. Gli
obiettivi erano e sono altri.
Una cosa però, nell’occasione, va
anche detta: abbiamo rispettato, seppur non condiviso, come il
Sindaco abbia voluto affrontare la crisi della sua Amministrazione.
Siamo stati in silenzio, rispettosi dei ruoli. E NON ABBIAMO MAI
CHIESTO NIENTE, NON ABBIAMO DIFESO RECINTI, NE’ CONDIZIONATO
CHICCHESSIA. Abbiamo presentato le nostre proposte per rilanciare
l’attività politico-amministrativa. Le nostre proposte non i nostri
uomini che di presentazione non hanno certo bisogno.
E sono proposte che intendiamo sostenere:
- il rispetto
per le forze politiche che si sono spese per una battaglia di
cambiamento;
-
l’ampliamento, quale elemento forte della partecipazione, del
Governo della città ad uomini e donne che si sono spesi per
l’avanzamento della civiltà e della democrazia. Insistiamo nel dire:
non si GOVERNA con un Sindaco e 7 Assessori;
- la
ricostruzione, SUBITO, della macchina burocratica e la
valorizzazione delle professionalità;
- il rispetto
per il ruolo del Consiglio comunale e dei singoli consiglieri
umiliati nei cinque anni d’amministrazione di centro destra.
Poche
cose, insieme alle tante cose di cui questa città ha assoluto quanto
urgente bisogno.
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RISOLUZIONE DEL
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA Sezione “Peppino Impastato” di
PARTINICO
Premessa .
L’Alleanza
Democratica per Partinico ha costituito il punto più alto di
convergenza possibile di forze politiche della città che, a diverso
titolo e in tempi diversi , contribuirono alla elaborazione di un
Programma elettorale, alla scelta del candidato Sindaco e alla
composizione della prima Giunta Motisi. E ciò in ragione
dell’unanime negativo giudizio politico espresso nei confronti della
gestione del governo di centro destra e nei cinque anni di
sindacatura Giordano.
Le critiche
diffusamente e quasi unanimemente espresse dall’opinione pubblica
nei confronti dell’azione amministrativa e di Alleanza Democratica
(rimasta alleanza puramente elettorale) durante quest’anno di
governo della città, seppur non sempre giustificate, tuttavia
avevano già indotto alcune forze politiche dell’Alleanza a
richiedere una verifica dell’azione di governo .
L’iniziativa
del Sindaco di aprire una crisi, non concordata con le forze di
Alleanza Democratica, ha messo in moto un meccanismo di incontri e
di discussioni dai contorni non sempre chiari da cui tuttavia appare
ormai necessario partire per la eventuale soluzione della stessa.
Il Partito
della Rifondazione Comunista di Partinico, in questo anno, ha
sostenuto, seppur con oggettive difficoltà ma con lealtà, l’azione
amministrativa del governo Motisi convinto, ancora ad oggi, che le
forze di progresso della città, seppur ampiamente minoritarie, siano
nella condizione di assicurare IL BUON GOVERNO rispetto ad una
gestione clientelare, omertosa, di spreco , familistica e dissennata
che ha caratterizzato quella del governo precedente ed espressione
dei Partiti del centro destra.
Tuttavia
appare ormai necessario e non più rinunciabile, al fine di creare le
condizioni del buon governo, non solo puntare alla costruzione di
una Politica fondata sul rispetto rigoroso del Programma elettorale
di Alleanza Democratica ma, soprattutto e con priorità , su alcune
questioni che sinteticamente elenchiamo:
- la
costruzione di un nuovo esecutivo non può prescindere dalla ricerca
di soggetti autorevoli e capaci individuati all’interno dei Partiti
politici del centro sinistra;
- il nuovo
esecutivo deve essere giuridicamente e legittimamente integrato dal
sostegno politico-amministrativo di soggetti della società delle
professioni e di area progressista con lo scopo di sostenere ed
integrare gli staff assessoriali ;
- la macchina
amministrativa, sostanzialmente immodificata rispetto a quella
costruita dal precedente governo e i cui risultati, in linea di
massima, hanno rappresentato un freno all’azione amministrativa, va
ricostruita e ridefinita nelle funzioni e nel personale attraverso
il lavoro di un Gruppo che più approfonditamente individui e
valorizzi la professionalità, la competenza, la disponibilità ad
esaltare il ruolo dell’Ente locale;
- la
valorizzazione ed esaltazione del ruolo del Consiglio comunale, dei
gruppi consiliari ed anche dei singoli consiglieri, delle
Commissioni consiliari (organismi umiliati e mortificati nella
passata consiliatura) al fine di definire, tra le altre cose, un
progetto di DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO capace di consentire la più
ampia partecipazione dei cittadini alla soluzione di problemi di
Partinico.
Partinico 16
giugno 2006
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Il segreto di Gubbio. Qualche
consiglio di buon governo al sindaco Motisi.
Gubbio
è un paese dell’Umbria, famoso nel mondo per la corsa dei ceri,
grande quanto Partinico, per l’esattezza 31 mila abitanti. Lo scorso
12 giugno è stato eletto per la seconda volta a sindaco Orfeo
Goracci di Rifondazione Comunista rieletto col 61% di voti contro il
candidato dell’Ulivo. Ma qual è il segreto di questo successo? In
un’intervista rilasciata subito dopo la rielezione a Liberazione
risponde: “Ti potrei rispondere con un dato: gli uffici del
sindaco sono aperti tutti i sabati e non c’è bisogno di
appuntamento. E in 5 anni ci sono passati 1200 egubini”. Ma un
colloquio non fa partecipazione, qualcuno potrebbe obiettare. “E,
infatti, abbiamo anche creato una sorta di comitati di quartiere.
Dove si discute, si fa politica”. E qual è allora la ragione del
tuo successo? “Innanzitutto parlerei di nostro successo. E poi,
che vuoi che dica? Un modo di governare che è giudicato
positivamente e poi un modo di mettersi in sintonia con la tua gente
che non ha nulla a che fare col populismo. Vuol dire provare a stare
dentro la comunità, viverne i problemi ma anche le passioni”.
Non lui ma altri raccontano il suo modo di essere dentro la
comunità. Come quando, pochi anni fa, scrisse ala Papa chiedendo che
non venisse cancellata la diocesi, che c’è dal 416. E l’ha fatto
lui, che non ha mai nascosto la sua identità. “Io credo che
radicalità e governo possano andare bene insieme —aggiunge — Vedi ,
mi capita spesso di incontrare rappresentanti delle imprese. Anni
fa, li contestavoo quando vestivo l’eskimo. Ora ci tratto. Ma si può
fare, se non perdi di vista il progetto, l’interesse della gente”.
Eccolo qui, allora, il sindaco che ha vinto. Credi che nel successo
di Gubbio ci sia anche una lezione valida per altri? “Siamo
piccoli, lo so. Ma la nostra esperienza ci racconta che chi mette
assieme unità e alternatività, alla fine vince”.
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Verso la
costituzione del comitato Addiopizzzo a Partinico
Prima di
entrare nel merito del comitato nascituro di addiopizzo è opportuno
fare un ragionamento sul fenomeno del pizzo, che è variegato e
disarticolato nei vari centri in cui vengono perpetrati i tentativi
di estorsione. Infatti se è vero come è vero che nella città di
Palermo, secondo una logica di mercato, se così si può dire, più
dell’ottanta per cento delle attività commerciali paga il pizzo (dal
piccolo venditore ambulante al grande imprenditore commerciale
nessuno sfugge alla dura legge del pizzo, quindi pagare meno ma
pagare tutti), in provincia e a Partinico in particolare, esiste una
strategia della mafia volta a puntare principalmente sui grandi
affari, soprattutto gli appalti pubblici. Da quanto è emerso fino ad
ora, dalle risultanze dibattimentali del processo Rappa +27, che si
sta celebrando presso l’aula bunker del carcere Pagliarelli, dove è
sotto processo il clan dei Vitale, il sodalizio criminale ha
concentrato i propri sforzi estorsivi in direzione di importanti
appalti pubblici. Tre in particolare: la costruzione del parcheggio
contiguo gli uffici giudiziari, dove la mafia non ha esitato a
chiedere il 3% dell’importo complessivo, la costruzione del nuovo
liceo scientifico, anche qui la richiesta si aggira intorno al 3% e
i lavori di metanizzazione effettuati dall’ingegnere Cannone, anche
lui vittima delle richieste estorsive. Capite bene che il 3% di un
importo di due tre miliardi delle vecchie lire sono un bel capitale.
La provocazione di addiopizzo nel mese scorso, cioè l’attacchinaggio
da taluno definito selvaggio, non era volto a indicare che tutte le
attività commerciali pagassero il pizzo, certamente non è così. Il
blitz notturno ha voluto invece porre l’accento su un argomento
tabù, come quello del pizzo a Partinico. Se è vero che non tutti i
commercianti vengono vessati da richieste estorsive, è vero anche il
contrario. Molte imprese e attività anche a Partinico, come dimostra
l’attentato incendiario ai danni dei magazzini Gea. Quindi ruolo del
comitato antipizzo dovrebbe indirizzarsi:
-
·
Sensibilizzazione culturale sul fenomeno del pizzo.
-
· Attività,
se non proprio di persuasione, quanto meno d’informazione
credibile nei confronti dei commercianti, soprattutto quelli in
odor di pizzo.
-
· Infine,
quando i tempi saranno maturi, campagna di adesione rivolta agli
esercenti verso la creazione di una rete di commercianti,
istituzioni e società civile che si opponga vivamente al fenomeno
estorsivo.
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CHIUDIAMO TUTTI I CPT IN EUROPA
Vi proponiamo
l’appello lanciato dal gruppo parlamentare europeo GUE/NGL (Sinistra
Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica), di cui Rifondazione
Comunista appartiene, per la chiusura di tutti i CPT in Europa e per
una diversa politica riguardante l’immigrazione.
Il tema
dell'immigrazione è al centro del dibattito delle istituzioni
comunitarie. Il Parlamento Europeo, fra breve, discuterà della
proposta di
direttiva per
istituire "norme e procedure comuni per il rimpatrio degli immigrati
illegali" nell'Unione Europea.
La proposta di direttiva riguarda i cittadini di Paesi terzi che
soggiornano illegalmente, all'interno di uno degli Stati membri,
indipendentemente da quali siano le ragioni della presenza
irregolare. Dall'impianto della proposta emerge che la Commissione
intende disciplinare il "fenomeno immigrazione" esclusivamente sotto
il profilo repressivo, ovvero, come lotta agli irregolari. La
proposta di direttiva contiene molti punti criticabili. In
particolare ci sta a cuore sottolineare l'istituzionalizzazione a
livello europeo della
detenzione
amministrativa in centri di permanenza temporanea per la durata
massima di sei mesi.
•
I centri di
detenzione amministrativa sono del tutto simili, se non peggio, a
delle prigioni. In questi luoghi, inumani e degradanti, spesso
vengono
violati i
diritti umani, le libertà individuali e vengono commessi abusi e
violenze,
così come è
stato denunciato da moltissime organizzazioni non governative,
agenzie internazionali, delegazioni parlamentari e giornalisti in
occasione della loro visita in queste strutture.
•
La detenzione
amministrativa è un'aberrazione giuridica,
poiché impone
per una violazione amministrativa - come l'ingresso irregolare in un
Paese o la semplice scadenza del permesso di soggiorno - una
sanzione carceraria.
•
La detenzione
temporanea - che potendo prorogarsi per sei mesi, certamente, non
può ancora definirsi temporanea - è uno strumento notoriamente
incapace di fungere da deterrente all'immigrazione irregolare ed è,
altresì, inefficace per procedere all'identificazione dei migranti.
•
Questi luoghi
continuano ad essere strutture poco trasparenti, con limitazioni
d'accesso nei confronti delle organizzazioni che si occupano di
difesa dei diritti umani e dei migranti.
La direttiva
prevede che l'accesso a tali strutture sia subordinato
all'autorizzazione preventiva delle autorità governative.
All'interno dei venticinque paesi membri esistono 178 strutture di
detenzione amministrativa, altre sono state costruite in paesi
candidati e limitrofi. In occasione del dibattito parlamentare, che
inizierà a breve,
vogliamo
costruire, insieme alle organizzazioni sensibili a queste tematiche,
una campagna europea per la chiusura di tutti i centri di detenzione
amministrativa d'Europa.
Le adesioni
raccolte saranno portate all'attenzione dei governi degli Stati
membri dell'Unione Europea e della Commissione Europea per mostrare
la volontà di persone e della società civile per la chiusura dei
Centri di permanenza temporanea.
Si può
sottoscrivere l’appello al sito
www.no-fortress-europe.eu oppure presso la nostra sede in via
Lincoln
3 a Partinico.
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