Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" - Partinico (PA)                         

Circolo di Partinico

GIUGNO 2006 #4

Sommario:

“U meu è meu e nuddu mi lavi a tuccari”

RISOLUZIONE DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA Sezione “Peppino Impastato” di PARTINICO

Il segreto di Gubbio. Qualche consiglio di buon governo  al  sindaco Motisi.

Verso la costituzione del comitato Addiopizzzo a Partinico

La vignetta di Giovanni Guerra

Chiudiamo tutti i Cpt in Europa

 

Riflessioni e considerazioni sull'attuale crisi politica a Partinico

“U meu è meu e nuddu mi lavi a tuccari”

A nessuna persona responsabile può sfuggire che l’apertura di una crisi politica - e questo avviene ad ogni livello - significa come un’esperienza di amministrazione abbia manifestato  grosse difficoltà e pesanti crepe per cui va posto rimedio. E questo è quanto accaduto nella nostra città. Ma quanti posseggono senso di responsabilità hanno il dovere di seguire con serietà l’evoluzione di un processo delicato che ha bisogno di attenzione e di analisi rigorose e non certo del ricorso all’improvvisazione. Eppure in questi giorni, nella nostra città investita da una crisi istituzionale, ha avuto il sopravvento “il teatrino” cioè la rappresentazione scenica della politica da rendere ridicola ad ogni costo, o tentando di farlo, senza distinzione alcuna rappresentando i cosiddetti “addetti ai lavori” tutti tesi a difendere, come in genere fanno gli animali, il “territorio”, il “recinto” e tutto quello che vi è dentro. Sono cose che abbiamo già visto in altre, tante, occasioni. Certo, per amore di verità va detto che nella cosiddetta “politica” c’è anche questo e forse tanto altro ancora. Né si può tacere che vi sono quelli che non intendono subordinare gli interessi di gruppo a quelli più in generale della città convinti che “la roba “ non si tocca.  “U meu è meu e nuddu mi lavi a tuccari”. Per fortuna, però, la politica non e’ solo questo. Così come esiste e viene alimentata quotidianamente la sagra del qualunquismo. E lo fanno anche tanti apparenti insospettabili. I Partiti? Sciais, come dicono i tedeschi. Meglio la società civile. Gli Assessori indicati dai Partiti? Ah, quelli, tutti inutili ed incapaci! E dunque fuori, perchè bisogna attingere alla “cosiddetta società civile“ che è eventualmente pronta a fare il sacrificio di assumere ruoli ed impegni togliendo, così, dall’assedio dei Partiti il povero Sindaco cui si sono appiccicati le sanguisughe. E scopri che la società civile non esiste nel senso che le persone serie e per bene sono tante, presenti dentro ed anche fuori i Partiti, che quelli seri, cioè quelli costruiti con il sangue, la passione e con quotidiani  sacrifici non hanno niente a che fare gli acchiappavoto. E scopri che tanti con la Politica non c’entrano proprio nulla perchè traffichini, saltimbanchi, collusi, equivoci, strumenti di potere e di ricatto. Così come scopri che dentro i Partiti ci sono tanti uomini onesti, che coltivano i valori, che vogliono pulizia, che sono anche capaci. E scopri che questi si spendono ogni giorno contro il malaffare, la mafia, conducendo in prima persona battaglie di civiltà per le quali, spesso, molto spesso pagano un alto prezzo. Cos’era Peppino Impastato se non un uomo della Politica? E non era forse un uomo di parte? E Turiddu Termini? E Cola Geraci? E Turiddu Carnevale? E Lo Iacono e Casarrubea barbaramente assassinati dalla mafia e dai banditi non erano, forse militanti comunisti? Senza i Partiti non c’è SOCIETA’ organizzata e dunque non c’è nemmeno società civile cioè quell’umanità che attinge alle idee, alle proposte, agli intendimenti dei Partiti e a questi fornisce idee, proposte, intendimenti. E viceversa. Ai Partiti e non certo alle aggregazioni di potere ed interessi circoscritti. Ma dobbiamo chiederci: può la crisi di un’amministrazione comunale spingere tanti in malafede e tantissimi in perfetta buona fede, alla denigrazione, al pressappochismo, e come si diceva, al qualunquismo? Purtroppo può! Il nostro Partito ha condotto per cinque anni una grande battaglia di civiltà per restituire dignità alla Politica e alle Istituzioni di Partinico. Non sempre ci siamo riusciti. Ce ne dispiace ma sicuramente continueremo. E non abbiamo condotto queste battaglie per dire: ”Ora levati tu ca’ mi ci mettu eu!”. Gli obiettivi erano e sono altri. Una cosa però, nell’occasione, va anche detta: abbiamo rispettato, seppur non condiviso, come il Sindaco abbia voluto affrontare la crisi della sua Amministrazione. Siamo stati in silenzio, rispettosi dei ruoli. E NON ABBIAMO MAI CHIESTO NIENTE, NON ABBIAMO DIFESO RECINTI, NE’ CONDIZIONATO CHICCHESSIA. Abbiamo presentato le nostre proposte per rilanciare l’attività politico-amministrativa. Le nostre proposte non i nostri uomini che di presentazione non hanno certo bisogno. E sono proposte che intendiamo sostenere:

- il rispetto per le forze politiche che si sono spese per una battaglia di cambiamento;

- l’ampliamento, quale elemento forte della partecipazione, del Governo della città ad uomini e donne che si sono spesi per l’avanzamento della civiltà e della democrazia. Insistiamo nel dire: non si GOVERNA con un Sindaco e 7 Assessori;

- la ricostruzione, SUBITO, della macchina burocratica e la valorizzazione delle professionalità;

- il rispetto per il ruolo del Consiglio comunale e dei singoli consiglieri umiliati nei cinque anni d’amministrazione di centro destra.

 Poche cose, insieme alle tante cose di cui questa città ha assoluto quanto urgente bisogno.

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RISOLUZIONE DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA Sezione “Peppino Impastato” di PARTINICO

Premessa .

 L’Alleanza Democratica per Partinico ha costituito il punto più alto di convergenza possibile di forze politiche della città che, a diverso titolo e in tempi diversi , contribuirono alla elaborazione di un Programma elettorale, alla scelta del candidato Sindaco e alla composizione della prima Giunta Motisi. E ciò in ragione dell’unanime negativo giudizio politico espresso nei confronti della gestione del governo di centro destra e nei cinque anni di sindacatura Giordano.

Le critiche diffusamente e quasi unanimemente espresse dall’opinione pubblica nei confronti dell’azione amministrativa e di Alleanza Democratica (rimasta alleanza puramente elettorale) durante quest’anno di governo della città, seppur  non  sempre giustificate, tuttavia avevano già indotto alcune forze politiche dell’Alleanza a richiedere una verifica dell’azione di governo  .

L’iniziativa del Sindaco di aprire una crisi, non concordata con le forze di Alleanza Democratica, ha messo in moto un meccanismo di incontri e di discussioni dai contorni non sempre chiari da cui tuttavia appare ormai necessario partire per la eventuale soluzione della stessa.

 Il Partito della Rifondazione Comunista di Partinico, in questo anno, ha sostenuto, seppur con oggettive difficoltà ma  con lealtà, l’azione amministrativa del governo Motisi convinto, ancora ad oggi, che le forze di progresso della città, seppur ampiamente minoritarie, siano nella condizione di assicurare IL BUON GOVERNO rispetto ad una gestione clientelare, omertosa, di spreco , familistica e dissennata che ha caratterizzato quella del governo precedente ed espressione dei Partiti del centro destra.

 Tuttavia appare ormai necessario e non più rinunciabile, al fine di creare le condizioni del buon governo, non solo puntare alla costruzione di una Politica fondata sul rispetto rigoroso del Programma elettorale di Alleanza Democratica ma, soprattutto e con priorità , su alcune questioni che sinteticamente elenchiamo:

 - la costruzione di un nuovo esecutivo non può prescindere dalla ricerca di soggetti autorevoli e capaci individuati all’interno dei Partiti politici del centro sinistra;

 - il nuovo esecutivo deve essere giuridicamente e legittimamente integrato dal sostegno politico-amministrativo di soggetti della società delle professioni e di area progressista con lo scopo di sostenere ed integrare gli staff assessoriali ;

 - la macchina amministrativa, sostanzialmente immodificata rispetto a quella costruita dal precedente governo e i cui risultati, in linea di massima, hanno rappresentato un freno all’azione amministrativa, va ricostruita e ridefinita nelle funzioni e nel personale attraverso il lavoro di un Gruppo che più approfonditamente individui e valorizzi la professionalità, la competenza, la disponibilità ad esaltare il ruolo dell’Ente locale;

- la valorizzazione ed esaltazione del ruolo del Consiglio comunale, dei gruppi consiliari ed anche dei singoli consiglieri, delle Commissioni consiliari (organismi umiliati e mortificati nella passata consiliatura) al fine di definire, tra le altre cose, un progetto di DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO capace di consentire la più ampia partecipazione dei cittadini alla soluzione di problemi di Partinico.

 Partinico 16 giugno 2006

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Il segreto di Gubbio. Qualche consiglio di buon governo  al  sindaco Motisi.

Gubbio è un paese dell’Umbria, famoso nel mondo per la corsa dei ceri, grande quanto Partinico, per l’esattezza 31 mila abitanti. Lo scorso 12 giugno è stato eletto per la seconda volta a sindaco Orfeo Goracci di Rifondazione Comunista rieletto col 61% di voti contro il candidato dell’Ulivo. Ma qual è il segreto di questo successo? In un’intervista rilasciata subito dopo la rielezione a Liberazione risponde: “Ti potrei rispondere con un dato: gli uffici del sindaco sono aperti tutti i sabati e non c’è bisogno di appuntamento. E in 5 anni ci sono passati 1200 egubini”. Ma un colloquio non fa partecipazione, qualcuno potrebbe obiettare. “E, infatti, abbiamo anche creato una sorta di comitati di quartiere. Dove si discute, si fa politica”. E qual è allora la ragione del tuo successo? “Innanzitutto parlerei di nostro successo. E poi, che vuoi che dica? Un modo di governare che è giudicato positivamente e poi un modo di mettersi in sintonia con la tua gente che non ha nulla a che fare col populismo. Vuol dire provare a stare dentro la comunità, viverne i problemi ma anche le passioni”. Non lui ma altri raccontano il suo modo di essere dentro la comunità. Come quando, pochi anni fa, scrisse ala Papa chiedendo che non venisse cancellata la diocesi, che c’è dal 416. E l’ha fatto lui, che non ha mai nascosto la sua identità. “Io credo che radicalità e governo possano andare bene insieme —aggiunge — Vedi , mi capita spesso di incontrare rappresentanti delle imprese. Anni fa, li contestavoo quando vestivo l’eskimo. Ora ci tratto. Ma si può fare, se non perdi di vista il progetto, l’interesse della gente”. Eccolo qui, allora, il sindaco che ha vinto. Credi che nel successo di Gubbio ci sia anche una lezione valida per altri? “Siamo piccoli, lo so. Ma la nostra esperienza ci racconta che chi mette assieme unità e alternatività, alla fine vince”.

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Verso la costituzione del comitato Addiopizzzo a Partinico

Prima di entrare nel merito del comitato nascituro di addiopizzo è opportuno fare un ragionamento sul fenomeno del pizzo, che è variegato e disarticolato nei vari centri in cui vengono perpetrati i tentativi di estorsione. Infatti se è vero come è vero che nella città di Palermo, secondo una logica di mercato, se così si può dire, più dell’ottanta per cento delle attività commerciali paga il pizzo (dal piccolo venditore ambulante al grande imprenditore commerciale nessuno sfugge alla dura legge del pizzo, quindi pagare meno ma pagare tutti), in provincia e a Partinico in particolare, esiste una strategia della mafia volta a puntare principalmente sui grandi affari, soprattutto gli appalti pubblici. Da quanto è emerso fino ad ora, dalle risultanze dibattimentali del processo Rappa +27, che si sta celebrando presso l’aula bunker del carcere Pagliarelli, dove è sotto processo il clan dei Vitale, il sodalizio criminale ha concentrato i propri sforzi estorsivi in direzione di importanti appalti pubblici. Tre in particolare: la costruzione del parcheggio contiguo gli uffici giudiziari, dove la mafia non ha esitato a chiedere il 3% dell’importo complessivo, la costruzione del nuovo liceo scientifico, anche qui la richiesta si aggira intorno al 3% e i lavori di metanizzazione effettuati dall’ingegnere Cannone, anche lui vittima delle richieste estorsive. Capite bene che il 3% di un importo di due tre miliardi delle vecchie lire sono un bel capitale. La provocazione di addiopizzo nel mese scorso, cioè l’attacchinaggio da taluno definito selvaggio, non era volto a indicare che tutte le attività commerciali  pagassero il pizzo, certamente non è così. Il blitz notturno ha voluto invece porre l’accento su un argomento tabù, come quello del pizzo a Partinico. Se è vero che non tutti i commercianti vengono vessati da richieste estorsive, è vero anche il contrario. Molte imprese e attività anche a Partinico, come dimostra l’attentato incendiario ai danni dei magazzini Gea. Quindi ruolo del comitato antipizzo dovrebbe indirizzarsi:

  • · Sensibilizzazione culturale sul fenomeno del pizzo.

  • · Attività, se non proprio di persuasione, quanto meno d’informazione credibile nei confronti dei commercianti, soprattutto quelli in odor di pizzo.

  • · Infine, quando i tempi saranno maturi, campagna di adesione rivolta agli esercenti verso la creazione di una rete di commercianti, istituzioni e società civile che si opponga vivamente al fenomeno estorsivo.

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CHIUDIAMO TUTTI I CPT IN EUROPA

Vi proponiamo l’appello lanciato dal  gruppo parlamentare europeo GUE/NGL (Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica), di cui Rifondazione Comunista appartiene, per la chiusura di tutti i CPT in Europa e per una diversa politica riguardante l’immigrazione.

Il tema dell'immigrazione è al centro del dibattito delle istituzioni comunitarie. Il Parlamento Europeo, fra breve, discuterà della proposta di direttiva per istituire "norme e procedure comuni per il rimpatrio degli immigrati illegali" nell'Unione Europea. La proposta di direttiva riguarda i cittadini di Paesi terzi che soggiornano illegalmente, all'interno di uno degli Stati membri, indipendentemente da quali siano le ragioni della presenza irregolare. Dall'impianto della proposta emerge che la Commissione intende disciplinare il "fenomeno immigrazione" esclusivamente sotto il profilo repressivo, ovvero, come lotta agli irregolari. La proposta di direttiva contiene molti punti criticabili. In particolare ci sta a cuore sottolineare l'istituzionalizzazione a livello europeo della detenzione amministrativa in centri di permanenza temporanea per la durata massima di sei mesi.

I centri di detenzione amministrativa sono del tutto simili, se non peggio, a delle prigioni. In questi luoghi, inumani e degradanti, spesso vengono violati i diritti umani, le libertà individuali e vengono commessi abusi e violenze, così come è stato denunciato da moltissime organizzazioni non governative, agenzie internazionali, delegazioni parlamentari e giornalisti in occasione della loro visita in queste strutture.

La detenzione amministrativa è un'aberrazione giuridica, poiché impone per una violazione amministrativa - come l'ingresso irregolare in un Paese o la semplice scadenza del permesso di soggiorno - una sanzione carceraria.

La detenzione temporanea - che potendo prorogarsi per sei mesi, certamente, non può ancora definirsi temporanea - è uno strumento notoriamente incapace di fungere da deterrente all'immigrazione irregolare ed è, altresì, inefficace per procedere all'identificazione dei migranti.

Questi luoghi continuano ad essere strutture poco trasparenti, con limitazioni d'accesso nei confronti delle organizzazioni che si occupano di difesa dei diritti umani e dei migranti. La direttiva prevede che l'accesso a tali strutture sia subordinato all'autorizzazione preventiva delle autorità governative. All'interno dei venticinque paesi membri esistono 178 strutture di detenzione amministrativa, altre sono state costruite in paesi candidati e limitrofi. In occasione del dibattito parlamentare, che inizierà a breve, vogliamo costruire, insieme alle organizzazioni sensibili a queste tematiche, una campagna europea per la chiusura di tutti i centri di detenzione amministrativa d'Europa.

Le adesioni raccolte saranno portate all'attenzione dei governi degli Stati membri dell'Unione Europea e della Commissione Europea per mostrare la volontà di persone e della società civile per la chiusura dei Centri di permanenza temporanea.

Si può sottoscrivere l’appello al sito www.no-fortress-europe.eu oppure presso la nostra sede in via Lincoln 3 a Partinico.

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