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                                                                               AUDIO:

Ricostruzione dell'omicidio di Francesco Lo Russo

Questa è guerriglia

                                   

 

 

         via Rizzoli

Venerdì 11 marzo 1977 ore 10 assemblea di Comunione e Liberazione all'università, 400 persone.
Cinque compagni della Facoltà di Medicina, presentatisi all'entrata, vengono malmenati e scaraventati fuori dall'aula.
La notizia si sparge nell'Università, e accorrono una trentina di compagni che vengono dapprima fronteggiati da un centinaio di ciellini.
L'aggressione dei cosiddetti "autonomi" consiste nel lancio di slogans e scambi verbali.
Scatta la provocazione preordinata: i ciellini si barricano all'interno dell'aula, uno di loro, d'accordo con un professore, che intanto aveva interpellato il rettore Rizzoli, chiede l'intervento della polizia e dell'ambulanza, prima ancora che succedesse qualcosa.
Nel frattempo, fuori dall'Istituto di Anatomia, si raggruppa un centinaio di compagni/e......Dopo appena mezz'ora arrivano polizia e carabinieri con cellulari, gipponi e camion, in numero certamente spropositato.
I compagni escono allora dal giardino antistante l'istituto e si raccolgono sul marciapiede nei pressi del cancello; un primo gruppo di carabinieri entra e si schiera nel giardino, un secondo gruppo esegue la stessa manovra, sta per entrare, ma si scaraventa contro i compagni/e manganellandoli senza motivazione.

I/le compagni/e scappano verso Porta Zamboni; parte la prima carica di candelotti.....ritornando verso Via Irnerio i compagni/e vengono bloccati da una autocolonna di PS e carabinieri, ed è a questo punto che un carabiniere spara ripetutamente. Per difendersi viene lanciata una molotov contro la jeep.
Poi in via Mascarella, un gruppo di compagni che ritornava verso l'Università incontra una colonna di carabinieri provenienti da via Irnerio; carica il gruppo in cui si trovava anche Francesco, e partono le prime raffiche di mitra: alcuni compagni scappano verso l'Università risalendo Via Mascarella.
Una pistola calibro 9 si punta sui compagni ed esplode 6 - 7 colpi in rapida successione: lo sparatore (come testimonieranno i lavoratori della Zanichelli), indossa una divisa senza bandoliera, e un elmetto con visiera; prende la mira con precisione, poggiando il braccio su di una macchina.
Francesco, sentendo i primi colpi, si volta, mentre corre con gli altri, e viene colpito trasversalmente. Sulla spinta della corsa percorre altri 10 metri....poi cade sul selciato sotto il portico di Via Mascarella. I compagni lo raccolgono e lo trasportano fino alla libreria "Il Picchio", dove un'ambulanza lo porta all'ospedale.
Francesco vi giunge morto.
Francesco Lo Russo (militante di Lotta Continua) viene freddamente ucciso. Era rimasto a studiare fino alle 12,30 e solo allora era sceso in strada.
....La polizia si ritira in questura......

La voce che un compagno è stato ucciso si sparge rapidamente. Radio Alice ne da la notizia verso le 13.30. Da quel momento nella zona Universitaria è un continuo fluire di compagni e compagne. Tutti gli strumenti di informazione che il movimento possiede sono in funzione, dalle parole alle radio......all'incredulità e al disorientamento, si sovrappongono il dolore e la rabbia......
L'Università si organizza per evitare nuove provocazioni della polizia; vengono chiuse tute le vie di accesso, ogni facoltà si riunisce, e dalle assemblee improvvisate emerge con chiarezza che l'assassinio di Francesco è tutto tranne un "incidente". Vengono fatte telefonate ai vari CdF e si manda una delegazione alla Camera del Lavoro per chiedere l'adesione al Corteo. La rabbia e il dolore si fanno crescenti e la maggioranza dei/delle compagni/e individua gli obbiettivi e le risposte che il movimento vuole dare. La libreria di Comunione e Liberazione "Terra promessa" ridiventa per la terza volta "Terra bruciata"....

Si organizzano i servizi d'ordine, allo scopo di garantire l'autodifesa del corteo e da tutte le parti si grida che l'obbiettivo è...Colpire la DC!!!....Partono in corteo 8000 compagni/e!!!

Sono le 17.30. Il corteo è in Via Rizzoli; Vengono spaccate tutte le vetrine della via centrale. In Piazza Maggiore il PCI si raccoglie intorno al Sacrato dei Caduti.....i compagni continuano ...spaccano tutto. Nei pressi della sede della D.C. la polizia si scontra con la testa del corteo .....Poi ci si dirige verso la Stazione FS, si occupano i binari......si ritorna all'Università Il ristorante di lusso "Il Cantunzein viene "aperto"......Si organizza il viaggio a Roma per l'indomani........Nella notte vengono effettuati numerosi arresti e perquisizioni domiciliari.

Un plotone di polizia entra nei locali di Radio Alice, i redattori vengono arrestati con le accuse di istigazione e associazione a delinquere, le apparecchiature distrutte o sequestrate . Il 14 si svolgono i funerali di Francesco: il comune di Bologna vieta ai compagni la possibilità di svolgere il corteo funebre in centro cittadino. Il Movimento accetta di sfilare in periferia, dalle parti della Certosa. Ma in quei giorni si era scavato un fossato incolmabile tra la coscienza di miglia di giovani e le istituzioni cittadine, il Comune , la Questura , i partiti politici. “L’Unità” ( giornale del PCI) di quei giorni si era comportata da giornale di regime, stravolgendo sistematicamente i fatti , nascondendo le dimensioni effettive del Movimento, insistendo nel definire i compagni provocatori ed estremisti. Le due città , quella degli studenti e dei compagni del Movimento,e quella delle istituzioni , degli operai di tradizione comunista togliattiana, della borghesia commerciante , si misurano direttamente con due manifestazioni contemporanee. Il PCI chiama a raccolta i suoi militanti da tutta la regione per una manifestazione in difesa delle istituzioni attaccate dagli estremisti. Ma anche il movimento chiama a raccolta la sua gente. E via Rizzoli è un fiume in piena di giovani di tutte le estrazioni sociali che gridano la loro rabbia contro il compromesso storico e contro il ministro degli interno Cossiga (boia!). Il confronto è pacifico , ma dà la con chiarezza la misura di una spaccatura che a lungo dividerà l’Italia. Nelle settimane successive , l’attenzione del movimento è assorbita dalla campagna contro la repressione e per la libertà dei compagni arrestati, che sono decine. Per protesta si svolgono manifestazioni di vario genere, gruppi di redattori di Radio Alice si incatenano in piazza , e intorno agli incatenati per giorni sfila un corteo ininterrotto di solidarietà. Da Parigi viene lanciato un appello contro la repressione , firmato da decine di intellettuali dal calibro di Félix Guttadari, Jean Paul Satre, Roland Barthes , Michel Foucault,ecc.

 

I funerali di Francesco

 

 

 

 

 

(Tratto dal libro "Bologna marzo '77.....fatti nostri...)