INTRODUZIONE
COMPLETIAMO, con queste note, le informazioni relative al ruolo
che Rifondazione Comunista ha avuto NELLA SALVAGUARDIA DELLA
SALUTE dei cittadini durante i 10 mesi di presenza nell’ultima
Giunta del Sindaco Cannizzo sfiduciata, come è orma risaputo, in
data 8 novembre 1999 dal PPI, DS cui si sono aggiunti
successivamente i Partiti del centro destra (consultare il
nostro sito). E tali note, SEMPRE SOSTENUTE DA INCONTESTABILI
DOCUMENTI ASSOLUTAMENTE DISPONIBILI ALLA LETTURA, servono per
scrivere, definitivamente e per non ritornarci più, un pezzo di
“ storia della nostra città” non certo fantasiosa né falsata da
libera interpretazione. Un pezzo di storia che altri non
potranno mai scrivere perché a loro è mancata la LIBERTA’ in
quanto interessati, coinvolti, collusi, compromessi con chi
detiene il potere, specialmente quello economico o anche
mafioso, molto spesso fonte di inquinamento morale, di
corruzione, di condizionamento. Su questi temi abbiamo speso
tutta interamente la nostra vita che può leggersi non con le
declamazioni MA CON FATTI INCONTESTABILI. Sfidiamo i nostri
avversari politici, anche i nostri nemici, a fare altrettanto.
Scriviamo,
dunque, per quanti rifiutano le ricostruzioni di comodo, faziose
o di parte. Scriviamo per quanti sono esclusivamente interessati
alla VERITA’, per farne oggetto approfondimento, per CONOSCERE,
STUDIARE, COMPRENDERE LE DIFFERENZE. Le differenze tra un uomo
ed un altro, tra un Partito ed una altro Partito, tra un
Movimento ed una altro Movimento, TRA UN MODO DI GOVERNARE ED UN
ALTRO. Lo facciamo, come appare evidente, per il grande
rispetto che portiamo ai nostri compagni, ai nostri elettori
soprattutto giovani desiderosi di sapere, per quei cittadini che
ricercano con serietà e senza alcun pregiudizio, che scelgono
scevri da interessi particolari. E lo facciamo dedicando questo
lavoro, quel che abbiamo pubblicato precedentemente e quel che
pubblicheremo, per il rispetto e la devozione che nutriamo nei
confronti di tutti quegli uomini e quelle donne, quei giovani
che dalla fine della guerra ad oggi hanno condiviso,da Comunisti
partinicesi, sacrifici e speranze convinti, a volte fino al
sacrificio della loro vita, che è possibile che in questo mondo,
in questa nostra Società, GIUSTIZIA, TOLLERANZA, SOLIDARIETA’,
DIRITTI non siano vuote ed insignificanti parole. In loro,
nella loro vita, nei loro sacrifici affondiamo le nostre radici,
culturali, politiche, morali .
E
PUBBLICHIAMO QUESTE NOTE INTEGRANDOLE CON QUELLE CHE SI
RIFERISCONO ALLA QUESTIONE “telefonia mobile”, questione non
secondaria per quel che attiene alla difesa della salute perché
intendiamo rendere evidente, AVENDONE ORGOGLIOSO DIRITTO, il
ruolo dei Comunisti Partinicesi nelle vicende della vita
cittadina SOPRATTUTTO quando questi sono stati al Governo della
città. E le ragioni per cui le Amministrazioni, con la nostra
presenza, si sono sempre occupate con forza ed intransigenza per
ciò che attiene alla difesa della salute dei cittadini
risiedono, ovviamente, nella nostra visione della società, al
ruolo preminente che affidiamo ALLE QUESTIONI AMBIENTALI, le
sole capaci di salvaguardare, migliorare la vita dell’uomo sul
nostro pianeta. Così è stato per la “questione Bertolino”. E
così, ad esempio, per le vicende della “telefonia mobile” che
esplose nel 1999 anche se va detto che le autorizzazioni a
collocare il primo impianto in via Monteverdi, oggetto delle
proteste dei residenti, risalivano agli anni precedenti quando
Rifondazione Comunista non era al Governo della città. La
giusta protesta dei cittadini, seppur inizialmente manovrata per
fini speculativi, di astio e provocazione, esplose in ragione
della ripresa dei lavori dell’impresa in quel sito. Ma,
ovviamente, trovò immediata risposta dalla Giunta, e nella
fattispecie nell’Assessore di Rifondazione Comunista che dovette
occuparsi della materia in relazione alle avvenute dimissioni
dell’avvocato Giuseppe Palazzolo cui il Sindaco Cannizzo aveva
assegnato la delega al Territorio e che quella delega aveva
ereditato.
Le vicende
successive e cioè di impianti proliferati nel tempo hanno fatto
scoppiare, in momenti diversi, la rabbia dei cittadini per cui
anche negli ultimi tempi questa questione è ritornata alla
ribalta quale “problema” che ogni civile comunità ha l’obbligo
di affrontare e risolvere. Ma le vicende, “la storia” della vita
della città passa anche attraverso il ruolo dei Partiti, delle
Amministrazioni. E il nostro Partito e le Amministrazioni che lo
hanno visto coinvolto nel governo locale (ma anche quando siamo
stati all’opposizione come durante la Giunta Giordano) dicono di
una forza politica che quando ha governato lo ha fatto con
dignità e, SOPRATUTTO E SEMPRE, A SOSTEGNO DEGLI INTERESSI
GENERALI E NON CERTO DI PARTE .
LA VICENDA
BERTOLINO E LA ULTIMA GIUNTA DEL SINDACO CANNIZZO
(15
dicembre 1998 - 8 novembre 1999)
Quali
sono state le iniziative dell’ultima Giunta Cannizzo a sostegno
e a difesa della salute dei cittadini di Partinico e in
relazione alla presenza nel nostro territorio della distilleria
Bertolino?
Appare
evidente che il periodico prelievo dei campioni dei reflui
prodotti dalla lavorazione dell’industria è un elemento
essenziale, seppur ovviamente non il solo, per condizionare
l’attività della distilleria nel senso di costringerla ad
operare nell’assoluto rispetto delle leggi seppur appare
abbastanza evidente quanti e quali sono stati i sistemi
dell’impresa per sfuggire ai controlli quando questi sono stati
esplicitati.
Noi
riportiamo alcuni degli interventi che dimostrano l’impegno di
una Amministrazione a costringere una industria al rispetto
delle principali leggi che tutelano la salute dei cittadini.
27
dicembre 1998
prelievo di reflui da più punti del canale maltempo.
18 gennaio
1999:
questa data fu importante per la vicenda che narreremo. Fu il
primo atto forte nei confronti della distilleria Bertolino
attuato dalla NUOVA GIUNTA CON LA PRESENZA DI RIFONDAZIONE.
Nella notte di Sabato 16 gennaio, infatti, viene
accertato attraverso la vigilanza della nostra Polizia Urbana
che dalle fogne contigue alla stazione ferroviaria fuoriusciva
notevole liquame della distilleria. Tali liquami avevano anche
invaso lo scantinato della falegnameria Caputo contigua alla
distilleria. Interveniamo con i vigili urbani, il tecnico Vito
Motisi e gli operai del Comune che utilizzano lo scavatore
comunale. Viene coinvolta anche la Polizia di Stato, convocati
il coordinatore e il responsabile dell’ASL 6 in materia di
inquinamento ambientale. Sono presenti gli Assessori Costanzo e
Fermo. Si scava, si prelevano campioni anche alla presenza di un
notevole gruppo di dipendenti della distilleria che protestavano
per quegli interventi. Quegli operai temevano, ovviamente, di
potere perdere il loro lavoro nel caso fossero accertate precise
responsabilità della distilleria. D’altronde così era accaduto,
ma per responsabilità dell’industria, in altri momenti. I
lavori di scavo si protraggono fino a notte inoltrata. Del tutto
viene redatto un verbale alla presenza degli Assessori Costanzo
e Fermo, del vigile urbano Costa, del vice ispettore della
Polizia di Stato, Restivo, dei dott. Lucido e Curcurù dell’ASL
6.
QUESTO
episodio ebbe a dare conferma a quel che avevamo sempre pensato
e cioè la possibilità, da parte delle distilleria, d’avere oltre
quelli ufficiali anche gli scarichi abusivi. Dunque per
conoscere la fabbrica BISOGNAVA “RADIOGRAFARE” CIOE’ AVERE
CONOSCENZA DI TUTTO IL SUO SISTEMA IMPIANTISTICO.
Il 5
Febbraio 1999, per tale ragione, a firma dell’Assessore
Costanzo, viene dato l’incarico a due ingegneri professori di
chimica presso l’Università di Palermo, Rizzati e Brucato. La
convenzione prevedeva lo studio analitico di tutti gli impianti
dell’industria e le eventuali, possibili “vie di fuga” dei
reflui.
L’8
aprile 1999, sempre a firma dell’Assessore Costanzo, viene
dato incarico all’Avvocato Armando Sorrentino con lo scopo di
promuovere una richiesta di risarcimento dei danni ambientali
causati dalla distilleria che era stata condannata con sentenza
definitiva a 13 mesi;
25 maggio
1999:
prelievo di campioni delle acque reflue della distilleria;
20-21-22
maggio 1999
prelievo di campioni di acqua “canale maltempo” e Puddastri;
3 giugno
1999
prelievo di reflui dal pozzetto ufficiale dello scarico;
L’8 giugno
1999
viene fatta richiesta alla Provincia di Palermo di monitorare
tutti gli scarichi della distilleria. La Provincia dà il suo
assenso;
20 giugno
1999
prelievo di campioni di reflui;
12 luglio
1999
prelievo di reflui dalla “vasca posta accumulo prima dello
scarico dinamico.
Il 10
settembre 1999 accompagnato dal vigile urbano Viola e dal
responsabile del settore lavori pubblici ing. Lo Grande, da un
operaio della manutenzione l’Assessore Costanzo ispeziona il
percorso del collettore che fuoriesce dalla distilleria
attraversando il viale dei Platani e che portava i reflui al
canale maltempo fino a quando questo non è stato recentemente
interrato. Si individua nei pressi della strada ferrata e prima
dell’arrivo al passaggio a livello il luogo dove realizzare n. 2
pozzetti di controllo degli scarichi della distilleria. Il primo
per controllare quelli che confluiscono nel canale, il secondo
per controllare il collettore che arriva in via Mulini nei
pressi del depuratore fognario e che era stato realizzato nel
1992 quando la distilleria ebbe l’autorizzazione a scaricare per
30 giorni nel depuratore comunale.
4 OTTOBRE
1999
richiesta
dell’Assessore Costanzo ai Vigili Urbani per un sopraluogo
all’interno della distilleria al fine di accertare la QUANTITA’
DELLE VINACCE AMMASSATE ALL’INTERNO DELLA INDUSTRIA. Lo scopo
era quello di iniziare un procedimento contestativo in quanto le
vinacce non potevano essere depositate nello spiazzale all’aria
aperta, come era da sempre avvenuto e come ancora avviene, ma
in luoghi debitamente coperti e controllati.
Il 21
ottobre 1999 a firma dell’Assessore Costanzo viene inviata
alla Provincia Regionale di Palermo una nota con la quale
veniva chiesto all’Assessore all’Ambiente di avere conoscenza
dei dati relativi alle rilevazioni effettuate in città dal
Laboratorio mobile e di assumere iniziative tendenti ad
individuare le fonti di eventuali inquinamenti atmosferici e
alla salvaguardia della salute dei cittadini.
Ma
l’azione di quella Amministrazione non si limitò a quel che è
stato soprascritto.
- Venne
data una direttiva all’Ufficio urbanistica perché venisse
ripreso il PROGETTO DI REALIZZAZIONE DI UNA DISCARICA PER
INERTI presso il torrente Finocchio, pratica già iniziata
dall’ex Assessore Gino Scasso;
- si
interviene con i tecnici del Comune con lo scopo di individuare
le ragioni per cui L’ACQUA DELL’INVASO POMA che doveva
arrivare nei serbatoi della villa comunale per alimentare le
piante veniva dirottata presso lo stabilimento vinicola Coppola
di Viale La Franca;
- presso
la villa veniva realizzato un VIVAIO per la produzione in
proprio di piante utili per l’arredo urbano. A realizzare e
gestire il vivaio due operatori comunali ex art.23 (Pizzolato e
Provenzano );
- si
deliberò un contributo per la cooperativa irriguo Jato per
FORNIRE ACQUA AI PROPRIETARI DEL 3° LOTTO CHE OPERAVANO NEL
SETTORE DELLA SERRICULTURA;
- fu
realizzata la Convenzione con un MEDICO VETERINARIO per
la visite presso gli allevamenti di bestiame censiti e
individuati attraverso un incontro tra gli allevatori
l’Assessore Costanzo e il dott. Pietro Rao, fornendo presidi
sanitari per la prevenzione delle malattie;
- si
definirono i lavori del PARCO DEL CASTELLACCIO avendone
custodia e cura (due operai ex Bertolino, Cossentino e Rinaudo
vi lavorarono per tutta l’estate del 1999 e poi nel prosieguo lo
staff del Verde pubblico alle dipendenze del geometra Matteo
Monti);
- furono
acquistati nuovi mezzi per L’IGIENE AMBIENTALE e altri
mezzi in buono stato ma in abbandono furono recuperati e
trasformati nei cosiddetti ”pescecani” per la raccolta dei
rifiuti, ricostruita L’OFFICINA MECCANICA UTILIZZANDO
LAVORATORI COMUNALI (si metteva fine all’assegnazione della
manutenzione dei mezzi a ditte esterne con alti costi per il
Comune);
- fu
organizzato il SERVIZIO NOTTURNO DI RACCOLTA DEI RIFIUTI;
- fu
progettato L’ALLARGAMENTO DELLA DISCARICA DI BARONIA, e le
VASCHE DI EQUALIZZAZIONE per l’impianto di depurazione.
IN UNA
PAROLA L’AMBIENTE FU AL CENTRO DELL’INTERESSE CONCRETO DI
QUELLA AMMINISTRAZIONE. COSI’ COME, D’ALTRONDE, LO FURONO ALTRI
IMPORTANTI SETTORI DELLA VITA DELLA NOSTRA CITTA’.
Tanto per
RICORDARE:
- la
sistemazione igienico sanitaria dell’area del mercatino con
l’auto raccolta dei rifiuti da parte dei mercatari;
- il
recupero e funzionalità dei servizi igienici in quella zona
adiacente;
- la
costruzione della villa denominata “del pino”;
- la
funzionalità del mattatoio comunale e la riorganizzazione del
servizio;
- la
costituzione dell’ufficio tecnico a servizio dell’agricoltura
con l’utilizzo di ex art.23 ;
-
l’organizzazione del servizio della cura e manutenzione di tutto
il verde della città;
- la
nomina del direttore del mercato ortofruticolo e del suo
collaboratore;
- la
raccolta presso i serricultori delle plastiche in disuso;
- la
raccolta differenziata attraverso l’uso delle campane;
- la
ricostruzione del teatro all’aperto all’interno dell’area della
Casa del Fanciullo;
- il
recupero dei fondi e la risistemazione dello Stadio Comunale
(manto erboso, gradinate, impianto di illuminazione, fornitura
dell’acqua, custodia e manutenzione) ;
- le
innumerevoli iniziative a sostegno dello sport, della cultura,
del tempo libero con il coinvolgimento di tutte le
organizzazioni locali;
-
l’assunzione delle unità lavorative per i beni e le attività
culturali e turistiche;
- gli
interventi nelle scuole (manutenzione e sostegno alle attività).
Appare
opportuno ricordare COME L’ASSESSORE AL BILANCIO DI QUELLA
AMMINISTRAZIONE FU LA COMPAGNA FRANCESCA TRANCHINA.
DUNQUE
QUELL’AMMINISTRAZIONE SENZA DS E SENZA PARTITO POPOLARE IN
GIUNTA OPERAVA COSI’ TANTO DA MERITARSI L’8 NOVEMBRE DEL 1999 LA
SFIDUCIA. OVVIAMENTE, COME ABBIAMO SCRITTO, A DECRETARE LA FINE
DI QUELL’ESPERIENZA CHE DIVENTAVA MOLTO “PERICOLOSA” PER LA
QUANTITA’ E CELERITA’ NELLA SOLUZIONE DEI PROBLEMI CI PENSARONO
PROPRIO QUESTI DUE PARTITI.
LA
QUESTIONE DELLA ”TELEFONIA MOBILE”
Anche
questa nota, che oggi pubblichiamo, è stata preparata quando la
“questione telefonia” è riesplosa durante la sindacatura Motisi.
UNA CITTA’
SENZA MEMORIA
La nostra
è una città senza memoria? Così pare se consideriamo che
l’ulteriore protesta dei nostri concittadini contro la
collocazione di impianti per la telefonia su civili abitazioni è
come se fosse avvenuta per la prima volta nella nostra città per
cui la soluzione del problema, a parere di consiglieri e forze
politiche nonché dell’Amministrazione comunale avrebbe dovuto
risolversi con l’approvazione di un nuovo Regolamento. Cosa che
il Consiglio ha fatto seppur con notevole ritardo rispetto alla
sua elaborazione.
LE
PROTESTE DEI CITTADINI ED IL REGOLAMENTO COMUNALE
Eppure la
nostra città era stata al centro di notevoli proteste (dei
cittadini di Via Monteverdi, per esempio, nel 1999), di
sospensioni della collocazione di impianti, di scontri e ricorsi
al TAR , incontri tra amministratori e tecnici del LIP, con lo
scopo di risolvere le questioni. E da quegli scontri nasceva
per la prima volta in un Comune della Sicilia, un Regolamento
redatto da una Giunta e poi approvato dal Consiglio comunale
nel settembre del 1999 che indicava le soluzioni da dare alla
questione: gli impianti non potevano essere collocati
all’interno della città e l’Amministrazione comunale avrebbe
dovuto individuare dei siti su cui consentire alle imprese di
svolgere la loro attività senza alcun turbamento per le
popolazioni.
Quel
Regolamento, tuttavia, non veniva approvato dal CORECO organo di
controllo degli enti locali. Il Coreco giustificò la bocciatura
dell’importante strumento adducendo, quale ragione, che la
nostra Sicilia non avesse ancora una legge capace di
regolamentare la materia e dettare norme per i Comuni. Altra
ragione: la non scientifica verificabilità dei danni che si
potrebbero provocare sulla salute dei cittadini. Le ragioni,
a nostro parere, erano altre e cioè la capacità delle grandi
imprese di telefonia di esercitare una forte pressione sulla
politica in vista della grande espansione della telefonia mobile
e del grande business a questo settore collegato.
Quella
Amministrazione con la presenza del nostro Partito concluse
anticipatamente la sua vita a causa della sfiducia al Sindaco
per cui i siti non poterono essere individuati e la materia, in
tal modo normata.
Tuttavia
le manifestazioni riesplosero durante la prima fase della vita
della Giunta Giordano e sempre in via Monteverdi. Fu
ripresentato nel 2001, questa volta a cura di Legambiente un
nuovo Regolamento anche questo approvato dal Consiglio mentre a
Partinico il Partito della Rifondazione Comunista elaborava
una proposta di legge presentata dall’on. Francesco Forgione
e dal Gruppo parlamentare alla Regione Siciliana per
l’approvazione.
Quella
proposta non fu mai discussa dai governi di centro destra che
si sono succeduti alla Regione siciliana per cui ancora ad oggi
la nostra regione è priva di una apposita legge.
Negli anni
recenti la proliferazione degli impianti è stata tale che ha
fatto riaprire il “caso telefonia” anche per le ultime
collocazioni nel pieno centro abitato, in prossimità delle
scuole e sulla testa dei cittadini come è avvenuto per via Don
Bosco e nel quartiere cosiddetto Passannanti. E soltanto la
protesta dei cittadini ha accelerato l’approvazione di un nuovo
Regolamento.
Tuttavia
noi riteniamo che le Amministrazioni comunali sia di centro
destra ma anche l’attuale non abbiano inteso affrontare
CONCRETAMENTE E COMPIUTAMENTE la questione, consentendo in
tal modo alle imprese di operare in assenza di freni, controlli
e restrizioni. Né appare convincente ed utile la linea di
condotta di queste Amministrazioni che si sono opposte alla
collocazione con argomentazioni risibili subito smontate dai
vari TAR che alle imprese hanno sempre dato ragione. Ciò è stato
possibile non solo perché, seppur potendolo, le Amministrazioni
non hanno mai individuato i siti ed anche perché non si sono
avvalsi di una chiara ordinanza del Consiglio di Stato, la n.1612
del 6 aprile 2004, che AVREBBE POTUTO FRENARE questi
processi di proliferazione di impianti che per essere attivi
AVREBBE AVUTO NECESSITA’ NON DI UNA AUTORIZZAZIONE MA PIUTTOSTO
DEL PERMESSO DI COSTRUIRE INSIEME AD UNA DICHIARAZIONE DI
IMPATTO AMBIENTALE. Al contrario gli Uffici del Comune, così
come avevano fatto nel passato, continuavano a concedere
L’AUTORIZZAZIONE A COLLOCARE, o in presenza delle proteste a
REVOCARE il provvedimento sapendo che il TAR avrebbe
SEMPRE dato parere favorevole alle imprese.
Così,
infatti, è stato fino ad oggi.
Nelle
pagine seguenti CITIAMO
l’essenziale documentazione per comprendere quel che avvenne in
quell’estate del 1999 sulla vicenda della collocazione di un
impianto di telefonia in via Monteverdi e i provvedimenti che
furono adottati, il ruolo dei Comunisti.
Si tratta
di documenti ufficiali che videro, in quell’occasione, una
Amministrazione comunale con la presenza del nostro Partito
determinata a risolvere una questione che per la prima volta si
poneva con gravità all’attenzione delle forze politiche della
città.
PER UNA
MAGGIORE COMPRENSIONE PUBBLICHIAMO,
nell’indicazione, I SOTTOELENCATI DOCUMENTI che a breve saranno
trasferiti, in originale, all’interno del nostro sito:
1)
la nota
prot.5271 del 12.5.99 con la quale si disponeva la “immediata
sospensione cautelativa rilasciata dall’Ufficio urbanistica con
autorizzazione del 30.4.99”;
2)
nota prot.3593
del 27.5.99 con la quale venivano invitati una serie di
responsabili di uffici sanitari e tecnici per la costituzione di
un gruppo di lavoro per la stesura del Regolamento comunale per
la telefonia;
3)
nota
prot. n. 4253 del 23.6.99 del 24.9.99 inviata sempre ai
responsabili degli uffici indicati nella nota precedente per la
stesura del Regolamento;
4)
articolo
datato 8 agosto 1999 di un quotidiano , IL MEDITERRANEO, ed a
firma di Nunzio Quatrosi in cui veniva data ampia informazione
sulla vicenda;
5)
verbale di
accertamento dei Vigili urbani in data 17.9.99 sullo stato dei
luoghi di via Monteverdi;
6)
nota prot.
n.622 del 24.9.99 con la quale si chiedeva al Comandante dei
Vigili urbani e al Responsabile del settore LL.PP. di
relazionare in ordine ai lavori di via Monteverdi;
7)
nota prot.
n.6027 del 27.9.99 sulla richiesta di certificato di abitabilità
dell’immobile di via Monteverdi (la richiesta del certificato di
abitabilità era funzionale a far sospendere i lavori alla ditta
cosi’ poi in effetti accadde;
8)
nota prot.
1545 del 4.10.99 con la quale il Capo settore urbanistica
veniva invitato alla revoca delle autorizzazioni rilasciate
alla ONMITEL relativamente agli impianti di telefonia di Via
Avellino e di Via Monteverdi;
9)
copia del
frontespizio relativo al regolamento approvato dalla Giunta e
poi dal Consiglio comunale;
10)
nota del
Partito della Rifondazione Comunista sulla decisione del CORECO
di bocciare il Regolamento comunale;
11)
Proposta di legge per la attuazione del D.M. 10 settembre 1998
n. 381 presentata all’ARS, nel 2001, dal gruppo Parlamentare del
PRC. E per la regolamentazione della telefonia mobile nel
territorio della Regione siciliana.
Come è
possibile rilevare quella Amministrazione
operò con una forte determinazione utilizzando tutti gli
strumenti di cui disponeva per impedire che i lavori di
collocazione dell’impianto di via Monteverdi, proseguissero. Va
rilevato come fin d’allora fu posto il problema del rilascio
ai gestori della concessione edilizia e non
dell’autorizzazione ai lavori che in questo modo venivano
agevolati nei loro obiettivi.
Il
Regolamento fu approvato, la Giunta Cannizzo fu sfiduciata e con
la Giunta di centro destra la questione “antenne” non fu più
nell’agenda di quella Amministrazione e, al contrario, alle
imprese si concessero addirittura le terrazze dei serbatoi
idrici di proprietà del Comune collocati sulla Collina Cesarò.
Vano fu l’avere presentato alla amministrazione Giordano una
Mozione per la disattivazione di quegli impianti a nostro parere
ABUSIVI.
Né meglio
ebbe a fare il Sindaco Motisi non solo per questo ma anche per
altre questioni che citiamo:
-
Problematica relativa alla cosiddetta ISOLA ECOLOGICA per la
quale il Comune aveva ottenuto un finanziamento;
-
Recupero dell’area attigua alla scuola materna nella terza
zona PEEP utilizzata da una impresa privata;
-
Impiantistica sportiva con particolare riferimento allo
stadio comunale;
-
Difesa degli interessi degli artigiani partinicesi
nell’ottenimento delle aree nella zona Margi;
-
Vessazione nei confronti dei cittadini per i CANONI IDRICI ;
-
Ambiguità sulla vicenda della PRIVATIZZAZIONE DELLE RISORSE
IDRICHE ;
-
Ambiguità palese ed acclarata nel rilascio dell’ autorizzazione
allo scarico alla distilleria Bertolino nel mese di Luglio 2005.
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