Partito della Rifondazione circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

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IL RUOLO DEI COMUNISTI A DIFESA DELL’AMBIENTE NELLA GIUNTA DEL SINDACO CANNIZZO

(15 dicembre 1998-8 novembre 1999)

INTRODUZIONE

COMPLETIAMO, con queste note, le informazioni relative al ruolo che Rifondazione Comunista ha avuto NELLA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE dei cittadini durante i 10 mesi di presenza nell’ultima Giunta del Sindaco Cannizzo sfiduciata, come è orma risaputo, in data 8 novembre 1999 dal PPI, DS cui si sono aggiunti successivamente i Partiti del centro destra (consultare il nostro sito). E tali note, SEMPRE SOSTENUTE DA INCONTESTABILI DOCUMENTI ASSOLUTAMENTE DISPONIBILI ALLA LETTURA, servono per scrivere, definitivamente e per non ritornarci più, un pezzo di “ storia della nostra città” non certo fantasiosa né falsata da libera interpretazione. Un pezzo di storia che altri non potranno mai scrivere perché a loro è mancata la LIBERTA’ in quanto interessati, coinvolti, collusi, compromessi con chi detiene il potere, specialmente quello economico o anche mafioso, molto spesso fonte di inquinamento morale, di corruzione, di condizionamento. Su questi temi abbiamo speso tutta interamente la nostra vita che può leggersi non con le declamazioni MA CON FATTI INCONTESTABILI. Sfidiamo i nostri avversari politici, anche i nostri nemici, a fare altrettanto.

Scriviamo, dunque, per quanti rifiutano le ricostruzioni di comodo, faziose o di parte. Scriviamo per quanti sono esclusivamente interessati alla VERITA’, per farne oggetto approfondimento, per CONOSCERE, STUDIARE, COMPRENDERE LE DIFFERENZE. Le differenze tra un uomo ed un altro, tra un Partito ed una altro Partito, tra un Movimento ed una altro Movimento, TRA UN MODO DI GOVERNARE ED UN ALTRO.  Lo facciamo, come appare evidente, per il grande rispetto che portiamo ai nostri compagni, ai nostri elettori soprattutto giovani desiderosi di sapere, per quei cittadini che ricercano con serietà e senza alcun pregiudizio, che scelgono scevri da interessi particolari. E lo facciamo dedicando questo lavoro, quel che abbiamo pubblicato precedentemente e quel che pubblicheremo, per il rispetto e la devozione che nutriamo nei confronti di tutti quegli uomini e quelle donne, quei giovani che dalla fine della guerra ad oggi hanno condiviso,da Comunisti partinicesi, sacrifici e speranze  convinti, a volte fino al sacrificio della loro vita, che è possibile che in questo mondo, in questa nostra Società, GIUSTIZIA, TOLLERANZA, SOLIDARIETA’, DIRITTI  non siano vuote ed insignificanti parole. In loro, nella loro vita, nei loro sacrifici affondiamo le nostre radici, culturali, politiche, morali .

E PUBBLICHIAMO QUESTE NOTE INTEGRANDOLE CON QUELLE CHE SI RIFERISCONO ALLA QUESTIONE “telefonia mobile”, questione non secondaria per quel che attiene alla difesa della salute perché intendiamo rendere evidente, AVENDONE ORGOGLIOSO DIRITTO, il ruolo dei Comunisti Partinicesi nelle vicende della vita cittadina SOPRATTUTTO  quando questi sono stati al Governo della città. E le ragioni per cui le Amministrazioni, con la nostra presenza, si sono sempre occupate con forza ed intransigenza per ciò che attiene alla difesa della salute dei cittadini risiedono, ovviamente, nella nostra visione della società, al ruolo preminente che affidiamo ALLE QUESTIONI AMBIENTALI, le sole capaci di salvaguardare, migliorare la vita dell’uomo sul nostro pianeta. Così è stato per la “questione Bertolino”. E  così, ad esempio, per le vicende della “telefonia mobile” che esplose nel 1999 anche se va detto che le autorizzazioni a collocare il primo impianto  in via Monteverdi, oggetto delle proteste dei residenti,  risalivano agli anni precedenti quando Rifondazione Comunista non era al Governo della città.  La giusta protesta dei cittadini, seppur inizialmente manovrata per fini speculativi, di astio e provocazione, esplose in ragione della ripresa dei lavori dell’impresa in quel sito. Ma, ovviamente, trovò immediata risposta dalla Giunta, e nella fattispecie nell’Assessore di Rifondazione Comunista che dovette occuparsi della materia in relazione alle avvenute dimissioni dell’avvocato Giuseppe Palazzolo cui il Sindaco Cannizzo aveva assegnato la delega al Territorio e che quella delega aveva ereditato.

Le vicende successive e cioè di impianti proliferati nel tempo hanno fatto scoppiare, in momenti diversi, la rabbia dei cittadini per cui anche negli ultimi tempi questa questione è ritornata alla ribalta quale “problema” che ogni civile comunità ha l’obbligo di affrontare e risolvere. Ma le vicende, “la storia” della vita della città passa anche attraverso il ruolo dei Partiti, delle Amministrazioni. E il nostro Partito e le Amministrazioni che lo hanno visto coinvolto nel governo locale (ma anche quando siamo stati all’opposizione come durante la Giunta Giordano) dicono di una forza politica che quando ha governato lo ha fatto con dignità e, SOPRATUTTO E SEMPRE, A SOSTEGNO DEGLI INTERESSI GENERALI E NON CERTO DI PARTE .

LA VICENDA BERTOLINO E LA ULTIMA GIUNTA DEL SINDACO CANNIZZO

(15 dicembre 1998 - 8 novembre 1999)

 Quali sono state le iniziative dell’ultima Giunta Cannizzo a sostegno e a difesa della salute dei cittadini di Partinico e in relazione alla presenza nel nostro territorio della distilleria Bertolino?

Appare evidente che il periodico prelievo dei campioni dei reflui prodotti dalla lavorazione dell’industria è un elemento essenziale, seppur ovviamente non il solo, per condizionare l’attività della distilleria nel senso di costringerla ad operare nell’assoluto rispetto delle leggi seppur appare abbastanza evidente quanti e quali sono stati i sistemi dell’impresa per sfuggire ai controlli quando questi sono stati esplicitati.

Noi riportiamo alcuni  degli interventi che dimostrano l’impegno di una Amministrazione a costringere una industria al rispetto delle principali leggi che tutelano la salute dei cittadini.

27 dicembre 1998 prelievo di reflui da più punti del canale maltempo.

18 gennaio 1999: questa data fu importante per la vicenda che narreremo. Fu il primo atto forte nei confronti della distilleria Bertolino attuato dalla NUOVA GIUNTA CON LA PRESENZA DI RIFONDAZIONE. Nella notte di Sabato 16 gennaio, infatti, viene accertato attraverso la vigilanza della nostra Polizia Urbana che dalle fogne contigue alla stazione ferroviaria fuoriusciva notevole liquame della distilleria. Tali liquami avevano anche invaso lo scantinato della falegnameria Caputo  contigua alla distilleria. Interveniamo con i vigili urbani, il tecnico Vito Motisi e  gli operai del Comune che utilizzano lo scavatore comunale. Viene coinvolta anche la Polizia di Stato, convocati  il coordinatore e il responsabile dell’ASL 6 in materia di inquinamento ambientale. Sono presenti gli Assessori Costanzo e Fermo. Si scava, si prelevano campioni anche alla presenza di un notevole gruppo di dipendenti della distilleria che protestavano per quegli interventi. Quegli operai temevano, ovviamente, di potere perdere il loro lavoro nel caso fossero accertate precise responsabilità della distilleria. D’altronde così era accaduto, ma per responsabilità dell’industria, in altri momenti.  I lavori di scavo si protraggono fino a notte inoltrata. Del tutto viene redatto un verbale alla presenza degli Assessori  Costanzo e Fermo, del vigile urbano Costa, del vice ispettore della Polizia di Stato, Restivo, dei dott. Lucido e  Curcurù dell’ASL 6.

QUESTO episodio ebbe a dare conferma a quel che avevamo sempre pensato e cioè la possibilità, da parte delle distilleria, d’avere oltre quelli ufficiali anche gli scarichi abusivi. Dunque per conoscere la fabbrica BISOGNAVA “RADIOGRAFARE” CIOE’ AVERE CONOSCENZA DI TUTTO IL SUO SISTEMA IMPIANTISTICO.

Il 5 Febbraio 1999, per tale ragione, a firma dell’Assessore Costanzo, viene dato l’incarico a due ingegneri professori di chimica presso l’Università di Palermo, Rizzati e Brucato. La convenzione prevedeva lo studio analitico di tutti gli impianti dell’industria e le eventuali, possibili “vie di fuga” dei reflui.

L’8 aprile 1999, sempre a firma dell’Assessore Costanzo, viene dato incarico all’Avvocato Armando Sorrentino con lo scopo di promuovere una richiesta di risarcimento dei danni ambientali causati dalla distilleria che era stata condannata con sentenza definitiva a 13 mesi; 

25 maggio 1999: prelievo di campioni delle acque reflue della distilleria;

20-21-22 maggio 1999 prelievo di campioni di acqua “canale maltempo” e Puddastri;

3 giugno 1999 prelievo di reflui dal pozzetto ufficiale dello scarico;

L’8 giugno 1999 viene fatta richiesta alla Provincia di Palermo di monitorare tutti gli scarichi della distilleria. La Provincia dà il suo assenso;

20 giugno 1999 prelievo di campioni di reflui;

12 luglio 1999 prelievo di reflui dalla “vasca posta accumulo prima dello scarico dinamico. 

Il 10 settembre 1999 accompagnato dal vigile urbano Viola e dal responsabile del settore lavori pubblici ing. Lo Grande, da un operaio della manutenzione l’Assessore Costanzo ispeziona il percorso del collettore che fuoriesce dalla distilleria attraversando il viale dei Platani e che portava i reflui al canale maltempo fino a quando questo non è stato recentemente interrato. Si individua nei pressi della strada ferrata e prima dell’arrivo al passaggio a livello il luogo dove realizzare n. 2 pozzetti di controllo degli scarichi della distilleria. Il primo per controllare quelli che confluiscono nel canale, il secondo per controllare il collettore che arriva in via Mulini nei pressi del depuratore fognario e che era stato realizzato nel 1992 quando la distilleria ebbe l’autorizzazione a scaricare per 30 giorni nel depuratore comunale.

4  OTTOBRE 1999 richiesta dell’Assessore Costanzo ai Vigili Urbani per un sopraluogo all’interno della distilleria al fine di accertare la QUANTITA’ DELLE VINACCE  AMMASSATE ALL’INTERNO DELLA INDUSTRIA. Lo scopo era quello di iniziare un procedimento contestativo in quanto le vinacce non potevano essere depositate nello spiazzale all’aria aperta, come era da sempre avvenuto e come ancora avviene,  ma in luoghi debitamente coperti e controllati.

Il 21 ottobre 1999 a firma dell’Assessore Costanzo viene inviata alla Provincia Regionale di Palermo una nota  con la quale veniva chiesto all’Assessore all’Ambiente di avere conoscenza dei dati relativi alle rilevazioni effettuate in città dal Laboratorio mobile e di assumere iniziative tendenti ad individuare  le fonti di eventuali inquinamenti atmosferici  e alla salvaguardia della salute dei cittadini.   

Ma l’azione di quella Amministrazione non si limitò a quel che è stato soprascritto.

- Venne data una direttiva all’Ufficio urbanistica perché venisse ripreso il PROGETTO DI REALIZZAZIONE DI UNA DISCARICA PER INERTI presso il torrente Finocchio, pratica già iniziata dall’ex Assessore Gino Scasso;

- si interviene con i tecnici del Comune con lo scopo di individuare le ragioni per cui L’ACQUA DELL’INVASO POMA che doveva arrivare nei serbatoi della villa comunale per alimentare le piante veniva dirottata presso lo stabilimento vinicola Coppola di Viale La Franca;

- presso la villa veniva realizzato un VIVAIO per la produzione in proprio di piante  utili per l’arredo urbano. A realizzare e gestire il vivaio due operatori comunali ex art.23 (Pizzolato e Provenzano );

- si deliberò un contributo per la cooperativa irriguo Jato per FORNIRE ACQUA AI PROPRIETARI DEL 3° LOTTO CHE OPERAVANO NEL SETTORE DELLA SERRICULTURA;

- fu realizzata la Convenzione con un MEDICO VETERINARIO per la visite presso gli allevamenti di bestiame censiti e individuati attraverso un incontro tra gli allevatori l’Assessore Costanzo e il dott. Pietro Rao, fornendo presidi sanitari per la  prevenzione delle malattie;

- si definirono i lavori del PARCO DEL CASTELLACCIO avendone custodia e cura (due operai ex Bertolino, Cossentino e Rinaudo vi lavorarono per tutta l’estate del 1999 e poi nel prosieguo lo staff del Verde pubblico alle dipendenze del geometra Matteo Monti);

- furono acquistati nuovi mezzi per L’IGIENE AMBIENTALE e altri mezzi in buono stato ma in abbandono furono recuperati e trasformati nei cosiddetti ”pescecani” per la raccolta dei rifiuti, ricostruita L’OFFICINA MECCANICA UTILIZZANDO LAVORATORI COMUNALI (si metteva fine all’assegnazione della manutenzione dei mezzi a ditte esterne con alti costi per il Comune);

- fu organizzato il SERVIZIO NOTTURNO DI RACCOLTA DEI RIFIUTI;

- fu progettato  L’ALLARGAMENTO DELLA DISCARICA DI BARONIA, e le VASCHE DI EQUALIZZAZIONE per l’impianto di depurazione.

IN UNA PAROLA L’AMBIENTE FU AL CENTRO DELL’INTERESSE CONCRETO  DI QUELLA AMMINISTRAZIONE. COSI’ COME, D’ALTRONDE, LO FURONO ALTRI IMPORTANTI SETTORI DELLA VITA DELLA NOSTRA CITTA’.

Tanto per RICORDARE:

- la sistemazione igienico sanitaria dell’area del mercatino con l’auto  raccolta dei rifiuti da parte dei mercatari;

- il recupero e funzionalità dei servizi igienici in quella zona adiacente;

- la costruzione della villa denominata “del pino”;

- la funzionalità del mattatoio comunale e la riorganizzazione del servizio;

- la costituzione dell’ufficio tecnico a servizio dell’agricoltura con l’utilizzo di ex art.23 ;

- l’organizzazione del servizio della cura e manutenzione di tutto il verde della città;

- la nomina del direttore del mercato ortofruticolo e del  suo collaboratore;

- la raccolta presso i serricultori delle plastiche in disuso;

- la raccolta differenziata attraverso l’uso delle campane;

- la ricostruzione del teatro all’aperto all’interno dell’area della Casa del Fanciullo;

- il recupero dei fondi e la risistemazione dello Stadio Comunale (manto erboso, gradinate, impianto di illuminazione, fornitura dell’acqua, custodia e manutenzione) ;

- le innumerevoli iniziative a sostegno dello sport, della cultura, del tempo libero con il coinvolgimento di tutte le organizzazioni locali;

- l’assunzione delle unità lavorative per i beni e le attività culturali e turistiche; 

- gli interventi nelle scuole (manutenzione e sostegno alle attività).

Appare opportuno ricordare COME L’ASSESSORE AL BILANCIO DI QUELLA AMMINISTRAZIONE FU LA COMPAGNA FRANCESCA TRANCHINA.

DUNQUE QUELL’AMMINISTRAZIONE SENZA DS E SENZA PARTITO POPOLARE IN GIUNTA OPERAVA COSI’ TANTO DA MERITARSI L’8 NOVEMBRE DEL 1999 LA SFIDUCIA. OVVIAMENTE, COME ABBIAMO SCRITTO, A DECRETARE LA FINE DI QUELL’ESPERIENZA CHE DIVENTAVA MOLTO “PERICOLOSA” PER LA QUANTITA’ E CELERITA’ NELLA SOLUZIONE DEI PROBLEMI CI PENSARONO PROPRIO QUESTI DUE PARTITI.

LA QUESTIONE DELLA ”TELEFONIA MOBILE”

Anche questa nota, che oggi pubblichiamo, è stata preparata quando la “questione telefonia” è riesplosa durante la sindacatura Motisi.

UNA CITTA’ SENZA MEMORIA

La nostra è una città senza memoria? Così pare se consideriamo che l’ulteriore protesta dei nostri concittadini contro la collocazione di impianti per la telefonia su civili abitazioni è come se fosse avvenuta per la prima volta nella nostra città per cui la soluzione del problema, a parere di consiglieri e forze politiche nonché dell’Amministrazione comunale avrebbe dovuto  risolversi con l’approvazione di un nuovo Regolamento. Cosa che il Consiglio ha fatto seppur con notevole ritardo rispetto alla sua elaborazione.

LE PROTESTE DEI CITTADINI ED IL REGOLAMENTO COMUNALE

Eppure la nostra città era stata al centro di notevoli proteste (dei cittadini di Via Monteverdi, per esempio, nel 1999), di sospensioni della collocazione di impianti, di scontri e ricorsi al TAR , incontri tra amministratori e tecnici del LIP, con lo scopo di risolvere le questioni. E da quegli scontri nasceva per la prima volta in un Comune della Sicilia, un Regolamento redatto da una Giunta e poi approvato dal Consiglio comunale nel settembre del 1999 che indicava le soluzioni da dare alla questione: gli impianti non potevano essere collocati all’interno della città e l’Amministrazione comunale avrebbe dovuto individuare dei siti su cui consentire alle imprese di svolgere la loro attività senza alcun turbamento per le popolazioni.

Quel Regolamento, tuttavia, non veniva approvato dal CORECO organo di controllo degli enti locali. Il Coreco giustificò la bocciatura dell’importante strumento adducendo, quale ragione, che la nostra Sicilia non avesse ancora una legge capace di regolamentare la materia e dettare norme per i Comuni. Altra ragione: la non scientifica verificabilità dei danni che si potrebbero provocare sulla salute dei cittadini. Le ragioni, a nostro parere, erano altre e cioè la capacità delle grandi imprese di telefonia di esercitare una forte pressione sulla politica in vista della grande espansione della telefonia mobile e del grande business a questo settore collegato.

Quella Amministrazione con la presenza del nostro Partito concluse anticipatamente la sua vita a causa della sfiducia al Sindaco per cui i siti non poterono essere individuati e la materia, in tal modo normata.

Tuttavia le manifestazioni riesplosero durante la prima fase della vita della Giunta Giordano e sempre in via Monteverdi. Fu ripresentato nel 2001, questa volta a cura di Legambiente un nuovo Regolamento anche questo approvato dal Consiglio  mentre a Partinico il Partito della Rifondazione Comunista elaborava una proposta di legge presentata dall’on. Francesco Forgione  e dal Gruppo parlamentare alla Regione Siciliana per l’approvazione.

Quella proposta non fu mai discussa dai governi di centro destra che  si sono succeduti alla Regione siciliana per cui ancora ad oggi la nostra regione è priva di una apposita legge.

Negli anni recenti la proliferazione degli impianti è stata tale che ha fatto riaprire il “caso telefonia” anche per le ultime collocazioni nel pieno centro abitato, in prossimità delle scuole e sulla testa dei cittadini come è avvenuto per via Don Bosco e nel quartiere cosiddetto Passannanti. E soltanto la protesta dei cittadini ha accelerato l’approvazione di un nuovo Regolamento.

Tuttavia noi riteniamo che le  Amministrazioni comunali sia di centro destra ma anche l’attuale non abbiano inteso affrontare CONCRETAMENTE E COMPIUTAMENTE la questione, consentendo in tal modo alle imprese di operare in assenza di freni, controlli e restrizioni. Né appare convincente ed utile la linea di condotta di queste Amministrazioni che si sono opposte alla collocazione con argomentazioni risibili subito smontate dai vari TAR che alle imprese hanno sempre dato ragione. Ciò è stato possibile non solo perché, seppur potendolo, le Amministrazioni non hanno mai individuato i siti ed anche perché non si sono avvalsi  di una chiara ordinanza  del Consiglio di Stato, la n.1612 del 6 aprile 2004, che AVREBBE POTUTO FRENARE  questi processi di proliferazione di impianti che per essere attivi AVREBBE AVUTO NECESSITA’ NON DI UNA AUTORIZZAZIONE MA PIUTTOSTO DEL PERMESSO DI COSTRUIRE INSIEME AD UNA DICHIARAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE. Al contrario gli Uffici del Comune, così come avevano fatto nel passato, continuavano a concedere L’AUTORIZZAZIONE A COLLOCARE, o in presenza delle proteste a REVOCARE  il provvedimento  sapendo che il TAR avrebbe SEMPRE dato parere favorevole alle imprese. 

Così, infatti, è stato fino ad oggi.  

Nelle pagine seguenti CITIAMO l’essenziale documentazione per comprendere quel che avvenne in quell’estate del 1999 sulla vicenda della collocazione di un impianto di telefonia in via Monteverdi e i provvedimenti che furono adottati, il ruolo dei Comunisti.

Si tratta di documenti ufficiali che videro, in quell’occasione, una Amministrazione comunale con la presenza del nostro Partito  determinata a risolvere una questione che per la prima volta si poneva con gravità all’attenzione delle forze politiche della città.

PER UNA MAGGIORE COMPRENSIONE PUBBLICHIAMO, nell’indicazione, I SOTTOELENCATI DOCUMENTI  che a breve saranno trasferiti, in originale, all’interno del nostro sito:

1)                la nota prot.5271 del 12.5.99 con la quale si disponeva la “immediata sospensione cautelativa rilasciata dall’Ufficio urbanistica con autorizzazione del 30.4.99”;

2)                nota prot.3593 del 27.5.99 con la quale venivano invitati una serie di responsabili di uffici sanitari e tecnici per la costituzione di un gruppo di lavoro per la stesura del Regolamento  comunale per la telefonia;

3)                  nota prot. n. 4253 del 23.6.99 del 24.9.99 inviata sempre ai responsabili degli uffici indicati nella nota precedente per la stesura del Regolamento;

4)                articolo datato 8 agosto 1999 di un quotidiano , IL MEDITERRANEO, ed a firma di Nunzio Quatrosi in cui veniva data ampia informazione sulla vicenda;

5)                verbale di accertamento dei Vigili urbani in data 17.9.99  sullo stato dei luoghi di via Monteverdi;

6)                nota prot. n.622 del 24.9.99 con la quale si chiedeva al Comandante dei Vigili urbani e al Responsabile del settore LL.PP. di relazionare in ordine ai lavori di via Monteverdi;

7)                nota prot. n.6027 del 27.9.99 sulla richiesta di certificato di abitabilità dell’immobile di via Monteverdi (la richiesta del certificato di abitabilità era funzionale a far sospendere i lavori alla ditta cosi’ poi in effetti accadde;

8)                nota prot. 1545  del 4.10.99 con la quale il Capo settore urbanistica veniva invitato  alla revoca delle autorizzazioni rilasciate alla ONMITEL relativamente agli impianti di telefonia di Via Avellino e di Via Monteverdi;

9)                copia del frontespizio relativo al regolamento approvato dalla Giunta e poi dal Consiglio comunale;

10)           nota del Partito della Rifondazione Comunista sulla decisione del CORECO di bocciare il Regolamento comunale;

11) Proposta di legge per la attuazione del D.M. 10 settembre 1998 n. 381 presentata all’ARS, nel 2001, dal gruppo Parlamentare del PRC. E per la regolamentazione della telefonia mobile nel territorio della Regione siciliana. 

Come è possibile rilevare quella Amministrazione operò con una forte determinazione utilizzando tutti gli strumenti di cui disponeva per impedire che i lavori di collocazione dell’impianto di via Monteverdi, proseguissero. Va rilevato come fin d’allora fu posto il problema del rilascio ai gestori della concessione edilizia e non dell’autorizzazione ai lavori che in questo modo venivano agevolati  nei loro obiettivi.

Il Regolamento fu approvato, la Giunta Cannizzo fu sfiduciata e con la Giunta di centro destra la questione “antenne” non fu più nell’agenda di quella Amministrazione e, al contrario, alle imprese si concessero addirittura le terrazze dei serbatoi idrici di proprietà del Comune collocati sulla Collina Cesarò. Vano fu l’avere presentato alla amministrazione Giordano una Mozione per la disattivazione di quegli impianti a nostro parere ABUSIVI.

Né meglio ebbe a fare il Sindaco Motisi non solo per questo ma anche per altre questioni che citiamo:

- Problematica relativa alla cosiddetta ISOLA ECOLOGICA per la quale il Comune aveva ottenuto un finanziamento;

- Recupero dell’area attigua alla scuola materna nella terza zona PEEP utilizzata da una impresa privata;

- Impiantistica sportiva con particolare riferimento allo stadio comunale;

- Difesa degli interessi degli artigiani partinicesi nell’ottenimento delle aree nella zona Margi;

- Vessazione nei confronti dei cittadini per i CANONI IDRICI ;

- Ambiguità sulla vicenda della PRIVATIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE ;

- Ambiguità palese ed acclarata nel rilascio dell’ autorizzazione allo scarico alla distilleria Bertolino nel mese di Luglio 2005.