Partito della Rifondazione Comunista 

Circolo "Peppino Impastato " Partinico 

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Partito della Rifondazione Comunista di Partinico (PA) circolo "Peppino Impastato"

LA LOTTA ALLA MAFIA E LE STALLE DI VALGUARNERA

Pensavamo, come forze politiche che rappresentano la maggioranza di quelli che si definiscono del centro sinistra e cioè Rifondazione Comunista, Democratici di Sinistra, UDEUR, Italia dei Valori e alcuni Circoli della Margherita con portavoce Bartolo Parrino, di essere stati chiari nella conferenza stampa tenuta Giovedì 25 a proposito della “questione Valguarnera”. E pensavamo di avere chiarito le ragioni per cui facevamo mancare la nostra partecipazione alla iniziativa dell’Amministrazione comunale di Sabato 27 gennaio che procedeva all’abbattimento DI UNA STALLA. Il consigliere provinciale dei DS, dott. Enzo Provenzano a nome di tutti dichiarò: ”va bene anche così ma noi parteciperemo solo quando l’Amministrazione deciderà di abbattere TUTTE LE STALLE”. E invece l’Amministrazione Motisi, un magma di interessi vecchi e nuovi che si sono coalizzati ormai da oltre sei mesi in dispregio di accordi, programmi, obiettivi e soprattutto unità delle forze che dovrebbero stare “dall’altra parte” e rappresentare l’alternativa al sistema di potere dei Partiti di centro destra, che fa? Emette nello stesso giorno del 27 gennaio un comunicato stampa a firma dell’Amministrazione comunale, della Margherita del presidente Chimenti, dei Verdi, di Partinico che Produce, Repubblicani, Socialismo e Libertà e Socialisti nel quale viene scritto: “L’Amministrazione comunale e le forze……. Esprimono nel contempo il loro profondo rammarico nei confronti di quelle forze, che pur definendosi di sinistra, hanno voluto, PER PICCOLI INTERESSI DI SPECULAZIONE POLITICA mancare ad un appuntamento…Anche su questo fronte abbiamo il dovere di operare affinché GLI INTERESSI MINUTI DI ISOLATI DIRIGENTI POLITICI non abbiano mai più a vincere sul sentire comune”. Dunque ciò che avrebbe spinto i nostri Partiti a non partecipare alla iniziativa dell’abbattimento di UNA STALLA ricadente su terreno di proprietà della Curia e del Comune sarebbero “piccoli interessi di speculazione politica” e “interessi minuti di isolati dirigenti politici”.

Noi non sappiamo chi, materialmente, abbia scritto quel comunicato né interessa più di tanto ma su quel documento, al primo posto, subito dopo l’Amministrazione comunale, vi è la firma del Partito del Presidente della Margherita Elio Chimenti. E proprio Elio Chimenti, paradossalmente, invia lo stesso 27 gennaio al blog Liberamente (www.partinico.info), rivolgendosi a Walter Molino che aveva scritto parole significative sulla vicenda, una nota che se non fosse stata “inficiata” da quella che abbiamo citato sarebbe da considerare un contributo serio al processo di unità tra tutte le forze politiche del centro sinistra. Purtroppo, però, così non è perché, contestualmente, non si possono sostenere due cose diverse nel metodo, nel merito, nella sostanza politica. E allora approfondiamo la “questione stalle di Valguarnera” per dire una chiara e definitiva parola di verità.

Primo: il Sindaco Motisi ERA CONTRARIO ALL’ABBATTIMENTO DELLE STALLE DI VALGUARNERA. Non ne fece mistero né con il Segretario del nostro Partito né con l’Assessore Tranchina. D’altronde il rappresentante del suo Partito nella Commissione consiliare, Renzo Di Trapani, votava, insieme ai consiglieri del centro destra, per il MANTENIMENTO DELLE STALLE. Ovviamente ciascuno di noi può avere un suo “sentire” anche se su questioni così delicate come la lotta alla mafia non si può, di certo, tentennare. Non gliene facciamo colpa, tuttavia così è stato.

Secondo: l’iniziativa del nostro Partito che il 26 marzo 2006, e cioè due giorni prima che il Consiglio votasse il mantenimento delle stalle, diffuse un pesante, nel contenuto, volantino dal titolo “I novelli don Abbondio ca s’ammucciano sempri darré ‘u pitruni” nel quale sostenevano che in quell’area bisognava ripristinare la legalità abbattendo TUTTE LE STALLE, ebbe quale effetto quello di spingere la preoccupazione del Presidente della Margherita (di questo bisogna dargliene atto) al punto di convocare con urgenza una riunione dei Partiti della coalizione. Non gli sfuggiva, certamente, il significato politico dell’intransigenza di Rifondazione rispetto al possibilismo di Motisi e dei consiglieri comunali del suo Partito. E in quell’incontro, dunque, fu deciso che l’Amministrazione comunale e i consiglieri del centro sinistra avrebbero votato, in Consiglio, per l’abbattimento delle stalle. La successiva battaglia consiliare condotta da quasi tutti i consiglieri del centro sinistra (alcuni preferirono non partecipare allo scontro) che si saldò con la passione di Francesca Tranchina, Assessore alla Legalità, fu memorabile anche se non convinse TUTTI i consiglieri del centro destra presenti (tranne il consigliere Giuliano) a votare il mantenimento delle stalle.

Ma quel che noi riteniamo molto grave è che il 31 marzo il nostro Partito chiedeva, con una nota ufficiale, al Sindaco Motisi di nominare un legale e ricorrere al TAR perché la delibera n.40, che manteneva in piedi le stalle, venisse dichiarata illegittima. MOTISI NON RISPOSE MAI AL NOSTRO PARTITO NE’ NOMINO’ MAI ALCUN LEGALE seppur disponesse dei servigi professionale dell’avvocato Ursi. E fu, ancora una volta, la nostra compagna Tranchina con nota prot. 16569 del 23.06.06, che si rivolse al Segretario comunale al fine di “di esprimersi sulla legittimità dell’atto medesimo….”. Il Segretario comunale rispondeva all’Assessore Tranchina con la nota prot. 19921 del 12 luglio nella quale riteneva “.. che per potere esprimere un giudizio alla legittimità dell’atto assume particolare rilievo l’aspetto relativo alla presenza nell’area in questione di rilevanti interessi urbanistici ed ambientali”. Come a dire che la valutazione relativa alla presenza in quel luogo di interessi preminenti per il mantenimento delle stalle restavano alla valutazione dell’Amministrazione comunale.

Ma l’Assessore Tranchina fece anche di più: chiese alla Responsabile del Settore una relazione su Valguarnera e il 19 luglio l’architetto Quartuccio scriveva con la nota prot.525/LL.PP. che “Il luogo è oggi ricompreso, secondo il vigente PRG nell’ambito di zona destinata a Parco sul fiume Jato, indicata quale zona di interesse naturalistico ove sono ammessi solo interventi di restauro e di riconversione ambientale dell’esistente secondo caratteristiche primigenie dell’habitat partinicese e non sono ammesse opere neppure al servizio dell’agricoltura per la trasformazione dei prodotti agricoli”. Dunque in quel luogo andavano abbattute tutte le stalle perché storicamente ed urbanisticamente incompatibili con la vecchia Città e le sue vestigia.

E tutto questo avveniva IN PIENA CRISI DELL’AMMINISTRAZIONE E A POCHI GIORNI dalla nomina di altra Giunta. Ovviamente di stalle non ne parlò più nessuno tranne il nostro Partito che il 19 novembre organizzava una manifestazione proprio davanti le stalle e alla quale NON PARTECIPO’ NE’ IL SINDACO, NE’ ALCUNO DEI SUOI NUOVI ASSESSORI NE’ RAPPRESENTANTI DI GRUPPI POLITICI CHE AVEVANO DATO VITA ALLA NUOVA GIUNTA. Ovviamente non partecipò nemmeno il Presidente della Margherita Chimenti .

Perché non abbiamo partecipato all’abbattimento della stalla costruita di Vitale su area del Comune e della Curia? Perché l’iniziativa non era, come scritto in quel citato comunicato “… una giornata storica per il riscatto della comunità partinicese che ha squarciato quel velo di omertà e indifferenza che rappresenta la linfa vitale della mafia” quanto per una ragione di semplice opportunismo e stato di necessità che spieghiamo subito.

Ad Aprile, l’Assessore Tranchina con la Polizia Municipale si recò a Valguarnera e scoprì che oltre le stalle dichiarate dai Vitale e per le quali avevano richiesto la sanatoria ve ne erano altre non rilevate dagli uffici del Comune. In quell’occasione si scoprì anche che parte di queste erano state costruite su area di proprietà del Comune e della Curia. Fu in quell’occasione che il Comandante la Polizia Municipale dott. Giacomo Grillo ebbe a denunciare il Comune di Partinico per abusivismo ed ovviamente anche la Curia. Dunque, il Sindaco e la Curia, DOVEVANO entro i 90 giorni di emissione del decreto di abbattimento delle stalle da parte del Responsabile del Servizio ABBATTERE LA STALLA CHE INSISTEVA SU TERRENO DEL COMUNE E DELLA CURIA. Se non l’avesse fatto, Motisi avrebbe commesso un reato grave di omissione ed il Prefetto avrebbe potuto rimuoverlo dal suo incarico. Non va dimenticato che la DIA aveva requisito tutti gli atti relativi a quelle stalle.

Una ultima annotazione: parti delle altre stalle sono state costruite su via Serra e via Zafferano. Le due vie sono di proprietà del Comune. Ci chiediamo le ragioni per cui non sono state abbattute contestualmente all’altra, il giorno 27 gennaio tenuto conto che, per abbatterle, non vi è neppure la necessità di una “normale” procedura così come avviene per i privati.

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

CIRCOLO “Peppino Impastato” PARTINICO

Partinico 4 febbraio 2007