A proposito di
una sua nota del 9 febbraio dal titolo "Stalle Vitale:
riflettere sul metodo", il ragionamento del senatore,
decisamente civile e neppure polemico anche se
ovviamente non condivisibile nella sostanza dovrebbe, se
non abbiamo capito male, essere questo: il 31 marzo 2006
voi di Rifondazione avete chiesto al Sindaco di
impugnare l’atto deliberativo sulle stalle di
Valguarnera ed approvato dal Consiglio in quanto, a
vostro dire, illegittimo. Voi, allora, avevate chiaro -
e più di tutti l’aveva chiaro l’Assessore alla legalità
Francesca Tranchina - che il Consiglio comunale nella
seduta del 26 andava ad approvare una delibera
illegittima, ergo avreste dovuto chiederne il ritiro e
nella riunione di Alleanza Democratica dare tale
suggerimento. Un tale ardito ragionare del senatore
Chimenti non è nuovo, almeno per noi, nel senso che
conosciamo come, attraverso un contorsionistico
argomentare tenta di assolvere sempre i cosiddetti “re
travicello” che fanno parte del clan politico e che
possono essere, a turno, un sindaco, un assessore, un
dirigente di Partito o altra umanità. Ma per assolvere
costoro è necessario trasferire la responsabilità su
altri, meglio se “comunisti”. Infatti a noi non risulta
che il senatore Chimenti abbia mai pubblicamente
criticato su questo blog (www.partinico.info) un rappresentante di Partiti
che sono, oggi, nella Giunta Motisi. Dobbiamo ammettere
che Chimenti avrà molti difetti ma sicuramente una
sconcertante coerenza in quanto ha sempre assunto la
difesa dei re travicello se non altro per onorare quel
detto siciliano che dice “difenni ‘u to ‘o rittu o
tortu”. Detto, per noi, fortemente diseducativo
perché, in tal modo, i re travicello pensano che,
comunque, “ lassù qualcuno ci ama”. E così è stato
leggendo il blog del 9 febbraio. Dunque, cerchiamo di
spiegare a coloro che hanno la bontà di volere
comprendere le procedure che congegnano un atto
deliberativo, le competenze della redazione dello
stesso, ed il ruolo del Consiglio comunale QUANDO SI
TRATTA DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO e non della Giunta
ed esemplifichiamo:
-
una tizia
costruisce stalle su area in contrada Valguarnera e
chiede per questi immobili la sanatoria;
-
il settore
Sviluppo del Territorio del Comune, il solo che ne ha
competenza rifiuta, argomentando, la richiesta e,
anzi, impone la demolizione così come vuole la legge;
-
le procedure
prevedono l’acquisizione del bene al patrimonio del
Comune il quale, nel caso non dovesse provvedere alla
demolizione il privato, si sostituisce a questo nel
senso che il Comune avrebbe dovuto e potuto procedere
all’abbattimento.
Ma così non è
stato nel senso che il Settore, e nello specifico il
Responsabile del procedimento, nella sua piena
autonomia e diritto, ha predisposto la PROPOSTA di
Delibera n. 7 del 26.01.2006 ritenendo che andava
chiamato il Consiglio comunale a decidere se demolire o
mantenere gli immobili acquisiti al patrimonio
indisponibile del Comune. La delibera andò in
Commissione per approdare, poi, nel Consiglio. E in
quella sede Consiglieri comunali, Assessori ed anche
Sindaco hanno avuto la possibilità di esplicitare il
loro pensiero su quell’atto. Questo lo fece, sicuramente
con forza e passione l’Assessore alla Legalità (avrebbe
dovuto farlo quello allo Sviluppo del Territorio perché
di sua specifica ed esclusiva competenza ma non lo fece)
in quanto, almeno questo ci sia concesso, i comunisti
avranno tanti difetti ma non sono né donabbondio né si
nascondono “rarré ‘u pitruni”. Dunque la compagna
Tranchina argomentò, in quella sede e presentò,
illustrandola, una relazione firmata anche dal Sindaco
(ed allegata agli atti) nella quale è scritto
chiaramente che, per ragioni diverse, le stalle andavano
abbattute. La conclusione della seduta vide una
votazione ed il centro destra, con una sola eccezione,
votare a favore del mantenimento delle stalle. Ovvio che
alcuni giorni dopo, esattamente il 31, il nostro Partito
chiedesse al Sindaco di impugnare la delibera attraverso
un ricorso al TAR in quanto illegittima e
l’illegittimità si è palesata IN QUELLA SEDE
DIBATTIMENTALE. E illegittima per due ragioni:
-
perché non
era necessario che il Consiglio venisse coinvolto in
una decisione;
-
perché i
consiglieri di centro destra giustificavano il
mantenimento delle stalle presentando un documento nel
quale era scritto che “ ….inserire il recupero di tali
immobili nel progetto generale sul Parco dello Jato,
GIA’ ESISTENTE E PRESENTATO DALL’OSSERVATORIO PER LO
SVILUPPO E LA LEGALITA’ DI PARTINICO …..). Ovviamente
esiste un Progetto di Parco sullo Jato MA IN QUEL
PROGETTO NON E’ STATO MAI INSERITA LA CITTA’ DI
VALGUARNERA!: Motisi, lo sanno tutti, per ragioni mai
spiegate non intese nominare un legale e ricorrere al
TAR per annullare la deliberazione del C.C.
Ultima
considerazione col permesso del senatore Chimenti: se è
possibile, quando si tratta di questioni che attengono
al ruolo dei re travicello, avremmo il desiderio d’avere
da parte di costoro una qualsiasi risposta.
PARTITO DELLA
RIFONDAZIONE COMUNISTA DI PARTINICO
Partinico 19
Febbraio 2007
|