Nell’esprimere la nostra
solidarietà a Gisella Pecoraro dirigente del Sindacato
CISL di Partinico, oggetto di querela da parte di uno
dei tanti padroncini che operano nel cosiddetto settore
della solidarietà, non possiamo non rilevare come la
signora Bertolino abbia fatto scuola. E così chi difende
la salute dei cittadini oppure i lavoratori impegnati
nelle cooperative sociali deve tacere, in caso contrario
si abbatte la mannaia della denuncia con tutto il
rituale che ne consegue: notifica della querela,
indagini in corso, conclusioni delle stesse e molto
spesso anche il processo. Un lungo calvario che vede un
cittadino qualsiasi, un dirigente politico o sindacale
accompagnato dal suo avvocato iniziare un lungo
itinerario che porta al Palazzo di Giustizia di Palermo
sol perchè ha espresso un’opinione su di un fatto, su di
un avvenimento. Il caso di Pino Maniaci è divenuto
emblematico e dunque fatto nazionale.
Chi dirige un Sindacato fa
gli interessi dei lavoratori e questi lavoratori che
prestano la loro opera in quelle sociali sono
particolarmente esposti alle ritorsioni in quanto il
sistema delle assunzioni si lega al sistema della
precarietà. Lavoratore precario è dunque lavoratore
condizionato e subordinato ai ritmi di lavoro, ai
ricatti, ai licenziamenti facili, a non avere sempre e
comunque un salario decente. Per fortuna, seppur
diffuso, questo sistema non coinvolge tutte le
cooperative che operano nel settore.
Il nostro Partito si è
sempre battuto per i diritti dei lavoratori e
soprattutto per la loro libertà dentro le aziende e
sostiene chi questi diritti intende fare valere.
All’Amministrazione comunale della città Rifondazione
Comunista chiede che si operi una ulteriore forte e
pressante vigilanza a tutela di chi presta la sua opera
in tali aziende escludendo da successive gare di
appalto quanti non rispettano i contratti e
soprattutto i diritti più elementari dei lavoratori.
Partinico 27 febbraio 2006
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