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SALA
ROSSA Febbraio 2006 pagina 1
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LA NOSTRA AUTONOMIA
C’e una questione che vogliamo riaffrontare seppur
in altro numero di Sala Rossa una risposta l’abbiamo data.
La questione è:
un Partito o Movimento che partecipa alla costruzione di un
Governo della città ha l’obbligo politico di non esprimere più
alcuna pubblica considerazione o critica nei confronti delle
azioni del Governo stesso ? In una parola:ci si deve appiattire
su questo e accogliere qualunque decisione senza fare più uso
dell’analisi critica? La partecipazione al Governo annulla o
limita l’autonomia ed anche l’identità? E serve all’azione di
governo il silenzio, quando questa azione non è condivisa? Per
evitare equivoci che alcuni del centro destra intendono
alimentare, rispondiamo in maniera definitiva:
un Partito o Movimento deve limitare ma non
perdere la sua autonomia di giudizio se il questo ha una sua
ragione e la critica costruisce piuttosto che demolire.
Fuori da ogni ipocrisia , e tanto per fare qualche esempio,
diciamo che l’Amministrazione comunale può anche dare una
autorizzazione allo scarico alla Bertolino se questa scaturisce,
appunto, da oggettive ed incontestabili situazioni di cui sono
garanti gli Uffici e il Sindaco. Ma non può un Assessore
sopratutto in una questione così delicata decidere senza la
PREVENTIVA ed AMPIA consultazione, e non solo con le forze che
l’Alleanza costituiscono, ma con i soggetti della società che
hanno fatto propria la questione ambientale nel senso che per la
difesa della salute e dello stesso ambiente si sono battuti a
fianco dei Partiti e Movimenti al punto di fare diventare questi,
Governo della città. A meno che, e questo sarebbe ancora più
grave, l’Assessore delegato non si ritenga LUI E SOLO LUI il
soggetto che incarna lo strumento della tutela e della difesa
dell’ambiente per cui non riconosce ad altri soggetti questo
ruolo. Ciò (ma vale anche per altri Amministratori) dovrebbe
portare Partiti e Movimenti ad una revisione del giudizio iniziale
cioè quello che ha convinto il Sindaco Motisi a nominare e ad
affidare le deleghe .Verrebbero meno i presupposti per cui
diventa intollerabile la permanenza di un tale soggetto in una
Giunta che fonda sulla partecipazione la sostanza della sua stessa
esistenza politica. Questa Amministrazione, che il nostro Partito
sostiene, l’abbiamo voluta in quanto
alternativa
alla precedente non solo nella definizione MA SOPRATTUTTO NELLE
AZIONI POLITICO-AMMINISTRATIVE. Quel che deve guidarci oltre il
Programma è, nelle decisioni importanti,
la PARTECIPAZIONE E LA COLLEGIALITA' elementi essenziali del
metodo democratico!
“CAPPIDDAZZU
PAGA
TUTTU”
Ormai non lo ferma
più nessuno. Rientrato in Consiglio con tutti i
zirannuli
(cioè dalla porta principale) dopo esserne stato malamente
defenestrato nella precedente consiliatura da quel
ribusciato
di Giugio, il Nostro diventa pure Presidente per la
magnanimità (?) di alcuni Consiglieri del centro sinistra. E in
questo ruolo, gliene va dato ampio merito per la quantità e
qualità di lavoro prodotto, diventa anche un vero e proprio divo
comparendo quasi quotidianamente sugli schermi della tivvù
“piubelladelmondo”,
ovverossia quella che qualcuno definisce
“Teleinventa”
non rendendosi conto che con PinoTiggeJ
“è sempri megghiu perdiri chi straperdiri”.Di
Ottavio il Nostro dice che ormai
“ i scafazza tutti”
e di lui stesso medesimo dice con orgoglio che risolve i problemi
in
“maniera brillante”.
Come
si suole dire,
una
vera e propria “cacocciula”!
Dice
anche di conoscere tante leggi e leggine
da fare impallidire il segretario ex segretario di
Giugio che congegnava ordinanze (oggi s’è ridotto a scrivere
interpellanze a firma apocrifa di Toto’ II°) che sono divenute
vere e proprie pietre miliari del sistema giudiziario
di Grisì, Malavarnera e
Funnacheddi. Vedere per credere. Ad esempio il segretario
ex segretario di Giugio ne congegnò una (il suo capolavoro) di
diritto fantasioso (nel senso che si inventò leggi, articoli,
commi, ordinanze, decisioni, pronunciamenti) da suscitare nei
lettori una serie di oh!oh!
accompagnati da un coro unanime di
“lo vogliamo nudo..! che coinvolse in un happening
catartico non solo Giugio e Toto’II° ma la corte dei miracoli che
bivaccava, suo solito, in una pizzeria rinomata della costa
terrasinese.Tanto “cappiddazzu
pagava tuttu”.
L’ordinanza fece il giro di
Sicilia suscitando ilarità e risate in tutti i Comuni al punto
che anche Giugio, con una rapida conversione ad U , si ritirò in
buon ordine accollandosi “ ‘u
trunzu da’ mala fiura” . E così Pinuzzu potè continuare
le riprese del Consiglio e deliziarci con la rappresentazione, de
visu ,dello spettacolo più bello del mondo .Purtroppo al Comune si
e’ voltato pagina e buona parte di questi citati artisti non ci
sono più. Ci resta ancora qualche altro amico. E ce lo vogliamo
tenere ben caro!
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DA QUESTO NUMERO GIUGIO INIZIA UNA
COLLABORAZIONE CON SALA ROSSA E SARA’ TITOLARE DELLA RUBRICA DAL
TITOLO
LA POSTA DI GIUGIO
Carissimi ed amatissimi miei
concittadini. Da questo numero inizio una collaborazione con Sala
Rossa. Si, proprio con quel fogliaccio di quei comunistacci che, i
soli coerenti, nei cinque anni del mio regno mi ridussero a
brandelli, spezzarono il mio sogno di onnipotenza, troncarono
definitivamente una brillantissima carriera che avevo costruito
in anni ed anni di sacrifici, amarezze, bocconi velenosi, anche
umiliazioni, e che, di volta in volta, mi venivano inferti da
coloro che nel mio stesso Partito invidiavano la disinvoltura con
la quale mi muovevo nei salotti buoni della politica. Mi odiavano
perché, incapaci di imitare il mio impeccabile loock, la
scioltezza articolare nell’inchino e nel baciamano, lo stile con
il quale affascinavo i potenti che mi aprivano le loro porte e mi
assegnavano, come fece la buonanima del Senatore (no, no per
carità ,quello col pizzo!), il compito di registrare in entrata ed
in uscita nomi, cognomi, date di nascita, nuclei familiari,
bisogni, necessità, aspirazioni , speranze. Un lavoro nobilissimo
che purtroppo per l’ingerenza dei malevoli si concluse con una
sonora “ boffa “ accompagnata da una pedata nel sedere . Ma questo
è il passato. Oggi si apre per me una nuova prospettiva sebbene
con amarezza devo dire d’essere stato abbandonato da tutti.
ENZUCCIO,
come sempre, e’ alla ricerca
dell’elmo di Mambrino;
TOTO II°
sempre impegnato nell’
“accatta e binni”
ora frequenta
un corso accelerato per cuochi che il segretario mio ex
segretario (unica cosa che fa bene!) tiene mensilmente, in alcune
località di costa e di collina ;
FILIPPINO “faremo”,
con l’ausilio di Peppone, si e’ fatto destinare all’ARPA (Agenzia
Reclutamento Polli e Affini),
infatti alle ultime elezioni fece proprio il pollo a favore dei
FRATELLI KARAMAZOV (ora in tre) di cui non posso più farne conto
perché
:comu ’nto cuntu di Giufa’ , cu pigghiau di cca’ e
cu pigghiau di dda’!
Ne’ preferisco
parlare piu’ di VITUZZU, PINUZZU,
MIMMUZZU, ENZUZZU, FRANCUZZU, NUCCITEDDU, GIACOMINEDDU, TOTONEDDU
………
Mi resta, come
ad Ulisse rimase Fido e per questo lo grido a tout le monde, il
sanculotto Saverio che insieme a Silvio inteso
“a crozza”
per distinguerlo dall’altro Silvio ora inteso “little
Tony” per la nuova e
folta capigliatura, ci si incontra settimanalmente
a Cammuca” e lì, assisi
sui
“timpuna”
e contemplando l’acqua dell’invaso Poma, recitiamo
i manzoniani versi: ”EI FU SICCOME IMMOBILE.....”
Infatti IO FUI,
Saverio FU, Silvio crozza pure lui FU e tutti e tre,
inesorabilmente trombati, FUMMO. Quel che mi turba e’ il ghigno
che colgo su quell’odiato viso tutte le volte che l’incontro. Un
ghigno di soddisfazione di chi non intendo citare perché ,come
diceva il prof. Minicu Cannizzu a don Michilino:”Ogni
vergogna l’onora!”
Ora vado a
concludere. Ma prima mi preme chiedervi: ”Miei cari concittadini,
non sentite la nostalgia della mia assenza? Non avete desiderio di
vedermi con elmetto in testa e cazzuola in mano, collocare prime,
seconde ed anche terze pietre? Giusto e’ che, ora, le collochi
Peppone? Non sentite il bisogno di vedermi comparire dagli schermi
della mia televisione nella quale, allora come ora, esercitano il
solito trombone, una mezza trombetta oltre che l’ex 1300 + ‘a
junta?
SCRIVETEMI, VI
PREGO, SCRIVETE ALLA MIA POSTA ELETTRONICA :
giugiovostro@liberoimpegni.it,
non fatemi
sentire solo . Risponderò a tutti, per tutti avrò una parola di
conforto, per sentirmi ancora vivo “nel cuore e nell’anima” come
cantavano i Cugini di Campagna (?)
Vi amo, e amo Partinico e mi firmo :
GIUGIO VOSTRO .
A PRESTO
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LA COOPERATIVA IRRIGUA
:persi
inutilmente 8 lunghi anni
La lunga vicenda della Cooperativa
Consorzio irriguo Jato pare che, finalmente, arrivi ad una seria
conclusione. Tuttavia non possiamo esimerci come Partito dal
manifestare rabbia nei confronti di quanti,anche a sinistra,
inseguendo impossibili traguardi,hanno fatto perdere a questo
importante strumento di sviluppo, circa otto lunghi anni della sua
vita che avrebbero dovuto dare un assetto giuridico definitivo ed
una soluzione non solo ai problemi dei dipendenti,sia quelli a
tempo indeterminato che agli stagionali, ma soprattutto alla vita
dell’agricoltura del nostro territorio. Danilo che della
cooperativa fu ispiratore e dell’invaso Poma il protagonista si
sarà rivoltato nella tomba nel vedere la deriva che questo
strumento di sviluppo aveva preso considerato che si era arrivati
al punto di non ritorno e cioè di decretarne la fine con la vana
speranza di aprire altri improponibili spazi risolutivi. Spazi
risolutivi seppur importanti ma soltanto per il personale e non
certo per lo strumento che in questi trent’anni di esistenza aveva
assicurato acqua e quindi sviluppo. Noi non sappiamo, e comunque
non siamo interessati più di tanto a sapere, se coloro i quali
hanno voluto seguire altre strade, hanno operato in perfetta buona
fede oppure presi dalla smania di protagonismo e solleticati da
spinte colpevolmente clientelari hanno creato aspettative,
innescato sistemi imperseguibili pur di raggiungere lo scopo che
non era, certamente, quello di salvaguardare la Cooperativa.
D’altronde va detto con chiarezza che la cooperativa e’ il
prodotto della cultura della sinistra partinicese che ne deve
continuare a rivendicare questa paternità seppur tanta acqua e’
passata sotto i ponti nel senso che oramai la Cooperativa irrigua
può ritenersi patrimonio di tutte le forze che operano nel
territorio . Ora, persi questi otto anni, bisogna riprendere dal
punto in cui la vicenda fu sconsideratamente lasciata. E va detto
con chiarezza e per onestà intellettuale che l’attuale Presidente
della Regione siciliana Cuffaro, rispetto ad una serie infinita di
personaggi che sulla vicende si sono affacciati a diverso titolo e
con ruolo spesso devastante, è stato sicuramente il più coerente
di tutti seppure il nostro Partito lo contesta e lo contrasta per
tante ragioni non ultima il suo coinvolgimento in processi di
mafia. Una vicenda,quella della Cooperativa irrigua, che
sintetizza una storia che inizia nell’estate del 1998 e che
soltanto l’inettitudine di tanti non consentì, allora e subito,
una soluzione soddisfacente sia per i lavoratori dipendenti della
Cooperativa che per i nostri agricoltori . La stessa coerenza non
abbiamo certamente trovato in chi, come l’On. Cintola, seppur
ricoprendo incarichi di governo, non ha mai speso una sola parola
nei confronti della questione D’altronde conosciamo bene il
personaggio tutto teso nello scavare dentro i meandri della sanità.Il
nuovo business che aveva fatto le fortune degli Aiello e di altri
che verranno fuori a dimostrarci quale forte intreccio persiste
ancora tra mafia e certa nuova politica .
TOTO’ CUFFARO E LA CALDA ESTATE DEL 1998
Estate
1998.L’acqua nell’invaso è agli sgoccioli. Alla Cooperativa
mancano le risorse economiche seppur l’ESA è debitrice di circa
500 milioni delle vecchie lire per far continuare la stagione
irrigua. Si decide e si va a Palermo con due pulmann dentro i
quali ci sono amministratori della coop, operai della stessa,
agricoltori, rappresentanti di Rifondazione. Si va all’ESA e ci si
incatena . Si discute con Campisi Presidente dell’Ente e si trova
un accordo :erogazione dei 500 milioni,rifacimento delle condotte,
collaudo della diga. Dall’ESA si passa all’Assessorato
all’Agricoltura per le verifiche finali. L’Assessore Cuffaro non
e’ in sede. Si va all’Assessorato all’Industria. Arriva Cuffaro ed
anche gli onorevoli Morinello e Forgione di Rifondazione. Cuffaro
dopo un duro scontro con Pasquale Soresi decide, seduta stante,
di convocare il Consiglio di Amm.ne dell’ESA che delibera i 500
milioni. Soddisfatti si ritorna. Ma non basta. Rifondazione pone
il problema della prosecuzione della vita della Coop. Con l’on.
Forgione si incontra Cuffaro. Si indica allo stesso una soluzione
per continuare a dare ruolo e sicurezza alla coop. e cioè che
l’art.3 dello Statuto della Legge n.45 del 1995 che istituisce i
Consorzi di bonifica, e quindi il Palermo2, consente la stipula di
una
Convenzione tra le due parti al fine di consentire alla
coop. di gestiore e distribuziore l’acqua e operare la
manutenzione della rete. Cuffaro mette a disposizione, per un
gruppo di lavoro , un suo collaboratore e si conviene che quella è
la via giusta da seguire. Sembra tutto risolto e invece, ottenuto
il finanziamento dei 500 milioni, gli amministratori della coop.
abbandonarono gli incontri per continuare a vivacchiare. Passano
anni e la Cooperativa entra in crisi profonda e arriva quasi la
sua fine. Finalmente qualcuno, il Sindaco Motisi a cui bisogna
dare atto, incontra Cuffaro e questi propone agli interlocutori
la soluzione
del 1998 e cioè di stipulare una
CONVENZIONE
tra coop. e Palermo 2. Giusta soluzione. Rifondazione e’
soddisfatta seppur amareggiata. Ci chiediamo:
perché si sono fatti trascorrere inutilmente otto lunghi anni?
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