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Breve cronistoria di alcuni casi di uccisione e
ferimento "da Legge Reale" in Italia dal 1975 al 1989
Gli eccidi delle "forze dell'ordine" non si registrano solo in
occasione di manifestazioni, scioperi, occupazioni.
Vi sono, in realtà, centinaia e centinaia di casi di uccisione e
ferimento di cittadini da parte delle "forze dell'ordine",
spesso anche non in servizio, che vanno ad accrescere il numero degli
omicidi impuniti di questo nostro paese.
Riportiamo qui di seguito alcuni estratti dalla ricerca sui casi di
uccisione e ferimento "da Legge Reale" in Italia dal 1975 al
1989 condotta dal Centro di Iniziativa Luca Rossi ["625 - Libro
Bianco sulla Legge Reale (materiali sulle politiche di repressione e
controllo sociale)" a cura del Centro di Iniziativa Luca Rossi].
I dati raccolti si riferiscono al periodo che va dall'entrata in vigore
della legge Reale (28 maggio 1975) al 30 giugno 1989, e non considerano
incidenti avvenuti in luoghi particolari quali commissariati, caserme,
carceri, ospedali.
Permettiamoci solo una parentesi elencando alcuni dei poteri assegnati
alle forze dell'ordine dalla legislazione italiana (tratto da "Le
parole e la forza" di Amedeo Santosuosso - pag. 163 e segg. del
"625 - Libro Bianco sulla Legge Reale" del Centro di
Iniziativa Luca Rossi):
" uso delle armi: la disciplina attuale, che amplia i casi
di uso legittimo delle armi (art. 53 c.p.) e che prevede per gli agenti
un regime processuale speciale e differenziato al fine di garantire una
sostanziale impunità, risale alla legge 22 maggio 1975, n. 152 nota
come "legge Reale";
i poteri di identificazione e di accompagnamento con la forza
negli uffici di polizia (con possibilità di trattenere la persona fino
a 24 ore) sono stati introdotti dalla legge 18 maggio 1978, n. 191 nota
come "decreto Moro" (il fermo di polizia vero e proprio era
stato introdotto temporaneamente dalla legge 6 febbraio 1980, n. 15 nota
come "legge Cossiga", ma non è più stato rinnovato dal 1982:
di conseguenza non esiste più nel nostro ordinamento);
l'interrogatorio di polizia ha varie forme e si presenta o come
"interrogatorio dell'indiziato" (regolato nella forma attuale
- art. 225 c.p.p. - dal 1974: legge 14 ottobre 1974, n. 497) oppure come
"sommarie informazioni" senza difensore (art. 225 bis c.p.p.
introdotto dalla legge 18 maggio 1978, n. 191 nota come "decreto
Moro"), oltre che come "dichiarazioni spontanee" (che da
sempre, a dispetto del loro nome, coprono tutto il possibile!);
il fermo di indiziati di reato è regolato dall'art. 238 c.p.p.
la cui formulazione attuale nella parte essenziale, relativa ai
presupposti che rendono legittimo il potere di fermo, risale alla legge
6 febbraio 1980, n. 15, nota come "legge Cossiga";
la perquisizione personale "sul posto", senza
autorizzazione del magistrato, "al solo fine di accertare
l'eventuale possesso di armi, esplosivi e strumenti di effrazione",
che dà un potere praticamente illimitato alla polizia, è stata
introdotta con l'art. 4 della legge Reale;
la perquisizione per blocchi di edifici, e cioè la possibilità
per la polizia (anche su comunicazione soltanto telefonica al
magistrato) di perquisire interi quartieri, fermando anche il traffico e
la circolazione, è stata introdotta con la legge 6 febbraio 1980, n. 15
(legge Cossiga);
le intercettazioni telefoniche sono praticamente da considerarsi
"liberalizzate", visto che è possibile che siano rivolte
anche a chi non è indiziato di reato (legge 22 maggio 1978, n. 191) e
che siano estese in modo particolare ai sottoposti a misure di
prevenzione (legge 13 settembre 1982, n. 646).
Il quadro va completato ricordando il regime carcerario speciale
previsto per gli agenti di pubblica sicurezza detenuti per reati
commessi per causa di servizio: la legge Cossiga (art. 12) prevede che
le misure restrittive della libertà personale siano scontate in una
sezione speciale di un istituto penitenziario oppure in un carcere
militare. Nelle grandi linee la situazione si presenta così:
- le forze di polizia godono attualmente di un complesso di poteri
particolarmente ampio che è a loro disposizione sempre, sia che venga
usato che non. Questi poteri vanno dall'impatto violento (uso delle armi
e poteri di privazione della libertà e di interrogatorio) alla
possibilità ampia di effettuare intercettazioni;
- gli agenti di polizia che eccedano tali limiti, già particolarmente
ampi, possono contare anche su un regime processuale di favore
(l'avocazione alla procedura generale di cui all'art. 27 della legge
Reale) e, per l'ipotesi non particolarmente probabile di condanna a pena
detentiva, in un trattamento carcerario che è facile intuire di miglior
favore;
- questo complesso di poteri risulta recentemente ulteriormente
valorizzato per differenza: dopo le recenti leggi dell'agosto '88, che
hanno posto limiti ai poteri di cattura della magistratura (la legge 3
agosto 1988, n. 327 e la legge 5 agosto 1988, n. 330, consentono la
privazione della libertà solo ove vi siano effettive esigenze
cautelari) i poteri della polizia di privare della libertà personale
sono decisamente più ampi di quelli dei giudici. "
Di seguito, la descrizione di alcuni casi di uccisione "da
legge Reale" dal 1975 al 1989 (ne riportiamo 48 sui 625 totali che
mostrano le diverse situazioni in cui si sono verificati).
Si tenga presente che la descrizione del caso riporta in estrema sintesi
lo svolgimento dei fatti come è stato desunto dalle fonti (vari
quotidiani italiani). Si è mantenuta la versione ufficiale comparsa
sulla stampa, anche quando palesemente poco credibile.
Anno
|
Breve descrizione del caso
|
1975 |
7 giugno - Nuoro
Achille Floris
|
18 anni.
Viene ucciso da una raffica di mitra sparata da un carabiniere,
mentre a bordo di una Fiat500 non si ferma ad un posto di
blocco.
|
12 novembre - Fizzonasco (MI)
Gerardino Diglio
|
13 anni.
Due carabinieri sorprendono quattro ragazzi su un'auto rubata. I
ragazzi fuggono, uno dei militi spara una raffica di mitra e
uccide Gerardino Diglio con tre pallottole nella schiena.
|
1976 |
12 febbraio - Torino
Luigi Ciaccia
|
27 anni.
Il giovane viene sorpreso con altri a rubare in una macelleria
da un agente di polizia. Ne nasce una colluttazione e dalla
pistola dell'agente partono tre colpi, uno dei quali colpisce
Ciaccia ad un polmone, uccidendolo.
|
5 giugno - Milano M. (RA)
Pietro Presepi
|
61 anni.
Nel corso di una ispezione all'interno della Banca del Monte di
Bologna e Ravenna, i carabinieri sparano e uccidono il custode.
Il colpo mortale è partito dalla pistola di un brigadiere.
|
19 giugno - Torino
Salvatore Fabbricatore
|
21 anni.
Dentro un bar, Fabbricatore e alcuni amici deridono il
carabiniere in borghese Levrieri, il quale risentito punta la
pistola alla tempia di Fabbricatore che si mette a ridere.
Infuriato Levrieri preme il grilletto e lo uccide.
|
19 dicembre - Cagliari
William Spiga
|
18 anni.
Sorpreso a bordo di una moto priva di targa, che guidava senza
patente, non si ferma all'alt intimato dalla polizia ad un posto
di blocco e, dopo un inseguimento, viene ucciso.
|
1977 |
17 marzo - Torino
Bruno Cecchetti
|
20 anni.
Fermo nella sua auto vicino al carcere delle Nuove, alla
richiesta di documenti da parte del brigadiere dei carabinieri
Giorgio Vinardi tende la mano verso il cruscotto. Il gesto viene
interpretato come un tentativo di armarsi: ucciso da 4 colpi di
mitra.
|
17 giugno - Roma
Aster Chiros
|
19 anni.
Ragazza etiope viene uccisa accidentalmente da un colpo d'arma
sparato da un carabiniere, che stava mostrando la sua pistola
alla ragazza.
|
17 settembre - Teramo
William Marinelli
|
16 anni.
Ruba un'auto e dopo un inseguimento da parte di due agenti viene
ucciso da un colpo al cuore. Secondo la polizia, l'agente stava
sparando in aria, quando il collega scivolando gli è caduto
addosso e gli ha fatto abbassare la mira.
|
1978 |
22 gennaio - Torino
Felice Cannavazzuolo
|
24 anni.
La notte tra sabato 21 e domenica 22 il brigadiere di p.s. viene
ucciso accidentalmente dal collega ventenne Giampiero Dinoreso,
il quale, per bloccare un'auto che non si era fermata, spara una
raffica di mitra.
|
16 novembre - Strada prov. Potenza
Angelo D'Andrea
|
Viene ucciso da un colpo d'arma da fuoco sparato contro l'auto
del padre, che non si era fermato all'alt, non avendo visto il
posto di blocco dei carabinieri. |
4 dicembre - Roma
Paolo Di Paolo
|
16 anni
Ucciso da una raffica di mitra esplosa dal brigadiere Verdello
contro 5 rapinatori. Il giovane si trovava sulla porta di un
elettrauto, dove poco prima si era rifugiato un rapinatore che
aveva assaltato la vicina agenzia della Cassa di Risparmio.
|
1979 |
15 febbraio - Milano
Anonima
|
25 anni.
Una donna viene uccisa dai carabinieri durante una sparatoria
tra questi e alcuni malviventi in via Verdi. La donna,
richiamata dagli spari, si era affacciata alla finestra.
|
2 marzo - Messina
Giuseppe Catalfano
|
25 anni.
Viene ucciso da un colpo di pistola esploso da un metronotte,
insospettito da una vettura che faceva la spola dinanzi ad un
istituto di credito. Il colpo sarebbe partito accidentalmente,
mentre il vigile inciampava.
|
7 aprile - Firenze
Elio Marcucci
|
36 anni.
A bordo di un'auto con due amici viene ucciso per errore ad un
posto di blocco, pur provenendo dalla direzione opposta a quella
in cui era stato intimato l'alt. Ad un agente di p.s.
"sfugge" una raffica e Marcucci viene colpito alla
nuca.
|
1980 |
31 gennaio - Roma
Anna Maria Minci
|
52 anni.
Viene uccisa mentre sta facendo la spesa, durante una sparatoria
contro una Fiat500 che tentava di allontanarsi dopo aver
sfondato un posto di blocco. Gli agenti inseguono l'auto e
sparano uccidendo la donna che era sul marciapiede.
|
28 marzo - Napoli
Antonio Coppola e Andrea Verole
|
21 e 19 anni.
Due giovani vengono uccisi da un carabiniere in borghese,
Antonio Cioffo di 20 anni. Prima delle ore 22 Cioffo si trovava
alla guida della sua Fiat128 con altri due colleghi. Prende una
contravvenzione ed i due giovani, che si trovano su un'auto poco
distante, si mettono a ridere.
Successivamente, secondo la versione dei c.c., Coppola e Verole
scendono dall'auto e prendono a pugni Cioffo attraverso il
finestrino. Il milite spara e colpisce in bocca Coppola e alla
schiena Verole.
|
26 giugno - Livorno
Matteo De Sanctis
|
24 anni.
Alla richiesta degli agenti di esibire i documenti, tenta la
fuga. Un agente di polizia, nell'intimargli l'alt, inciampa e un
colpo di pistola partito accidentalmente raggiunge il ragazzo
alla testa.
|
1981 |
7 gennaio - Roma
Laura Rendina
|
28 anni.
La ragazza si era fermata in auto con altri parenti vicino
all'abitazione della famiglia Moro e di altri politici, quando
sente battere ai finestrini e si trova puntata una pistola.
Presa dal panico riparte, ma viene raggiunta da colpi sparati
all'impazzata dalla Digos.
|
12 gennaio - Firenze
Roberto Panicali Frosali
|
32 anni.
Stava ritornando in banca dopo l'intervallo a bordo del suo
motoscooter, quando viene ucciso da una raffica di mitra sparata
da un agente di sorveglianza, che dichiara che il colpo è
partito accidentalmente, poiché il mitra si era impigliato nel
giaccone.
|
26 luglio - S. Ben. del Tronto (AP)
Ennio Illuminati
|
35 anni.
Viene ucciso da tre colpi di pistola sparati da un agente della
Digos. In compagnia della sua fidanzata, non si era fermato al
posto di blocco istituito da agenti in borghese e, temendo di
essere vittima di malintenzionati, aveva cercato di fuggire.
|
25 ottobre - Somma Ves. (NA)
Pasquale Ammirati
|
19 anni.
Allo stadio scoppiano incidenti tra tifosi e i carabinieri
intervengono per stroncarli. Un milite ferma Ammirati per
chiedergli i documenti. Il ragazzo fugge e un colpo di pistola,
partito "accidentalmente", lo colpisce alla nuca
uccidendolo.
|
7 dicembre - Santena (TO)
Pietro Sodaro
|
24 anni.
Si ferma ad un posto di blocco dei carabinieri, a bordo della
sua Fiat500 in compagnia della moglie. Alla richiesta dei
documenti infila la destra nella giacca per prendere il
portafogli. Un milite spara una raffica mortale, che lo colpisce
alla testa.
|
1982 |
21 febbraio - Chiari (BS)
Roberto Bellotti
|
27 anni.
Viene ucciso da una raffica di mitra esplosa da un carabiniere,
perché in auto con un amico non si era fermato ad un posto di
blocco. Il carabiniere che ha sparato ha avuto l'impressione che
volessero far fuoco contro di lui. I due erano disarmati.
|
26 agosto - Brescia
Giuseppe Brescianini
|
87 anni.
I carabinieri inseguono un giovane su un'auto rubata. Durante
l'inseguimento, sparano una raffica di mitra che uccide un
passante, Brescianini, che transitava in bicicletta.
|
4 ottobre - Napoli
Francesco Valenzese
|
18 anni.
A bordo di una moto assieme ad un amico viene fermato dai vigili
urbani, perché sospettato di aver compiuto uno scippo. Ne nasce
una colluttazione e un vigile, a suo dire allarmato perché il
ragazzo infila una mano in tasca, gli spara un colpo alla nuca.
|
1983 |
9 gennaio - Roma
Giuseppe Napoli
|
49 anni.
Viene ucciso da uno dei proiettili esplosi da una pattuglia di
polizia, all'inseguimento di alcuni rapinatori in fuga. L'uomo
era fermo con la sua vettura, a bordo della quale c'erano anche
la moglie e la figlia.
|
11 maggio - Prov. di Brescia
Fabio Spinetti
|
26 anni.Alla guida della propria auto
non riconosce i carabinieri in borghese ad un posto di blocco
istituito dopo una rapina. Procede e viene ucciso da alcuni
colpi di pistola.
|
25 maggio - Napoli
Mario Vitolo
|
30 anni.
Cameraman di Telenapoli, con un amico è fermo al parcheggio
della rete televisiva. Viene fermato da un'auto civetta con 4
poliziotti a bordo. Mentre porta la mano alla giacca per
prendere i documenti, parte una raffica di mitra che lo uccide e
ferisce l'amico.
|
1984 |
6 febbraio - Torino
Renato Cavallaro
|
44 anni.
Durante l'inseguimento di un ricercato, un poliziotto in
borghese a bordo di un'auto civile si ferma ad un semaforo
rosso, scende e, in posizione di tiro, spara alcuni colpi.
L'operaio Cavallaro, che si trovava all'uscita di una cabina
telefonica, viene ucciso.
|
18 giugno - Roma
Luigi Corsi
|
23 anni.
Un poliziotto lo insegue dopo averlo sorpreso a bordo di un'auto
rubata. Spara e lo uccide. Secondo il poliziotto, il colpo è
partito accidentalmente.
|
12 novembre - Sesto Fiorentino (FI)
Laura Sali
|
21 anni.Due carabinieri in borghese
intimano l'alt ad un'auto in transito, sulla quale viaggiano la
ragazza ed un suo amico. L'auto non si ferma e i carabinieri
sparano, uccidendo Laura Sali.
|
1985 |
25 gennaio - Palermo
Marcello Russo
|
16 anni.
Notato in atteggiamento sospetto intorno ad un'auto, all'alt
intimato da un brigadiere dei carabinieri, scappa e viene
colpito a morte alle spalle.
|
9 marzo - Trieste
Piero (Pedro) Greco
|
38 anni.
Ricercato per motivi politici viene ucciso con numerosi colpi di
pistola sparatigli da distanza ravvicinata nell'androne di casa
e per strada da agenti della Digos e del Sisde.
|
22 ottobre - Caserta
Giuseppe Sarzillo
|
20 anni.
Operaio saltuario incensurato, a bordo di una Fiat127 con la
fidanzata, forse per l'oscurità o per la pioggia, non si ferma
ad un posto di blocco dei carabinieri, che, scambiatolo per un
delinquente, sparano: lui muore e la fidanzata resta ferita.
|
1986 |
23 febbraio - Milano
Luca Rossi
[www.ecn.org/lucarossi]
|
20 anni.
Un poliziotto della Digos, Pellegrino Policino, fuori servizio
interviene in una lite tra automobilisti partecipandovi
attivamente. Quando i due "aggressori" fuggono in
auto, il poliziotto spara due colpi e uccide Luca che stava
andando a prendere la filovia.
|
20 luglio - Palermo
Antonio Bellanti
|
21 anni.
Viene ucciso da un colpo alla schiena sparato da un poliziotto,
che a bordo di un'auto pattuglia lo stava inseguendo,
giudicandolo un presunto rapinatore. L'agente sostiene di aver
sparato accidentalmente due colpi in seguito all'urto con l'auto
dei fuggitivi.
|
1 agosto - Napoli
Antido Di Grazia
|
23 anni.
Viene ucciso con un colpo di pistola alla fronte, sparato da un
carabiniere in borghese a cui aveva tentato di scippare una
catenina.
|
1987 |
8 gennaio - Villaricca (NA)
Massimo Flocco
|
24 anni.
Con amici è in auto in attesa delle ragazze per andare a
ballare. Tre poliziotti fuori servizio e in borghese si
avvicinano armi in pugno, avendoli scambiati per rapinatori.
Sentendosi in pericolo, i giovani fuggono, gli agenti sparano e
uccidono Flocco.
|
27 febbraio - Cinquefr. (RC)
Rocco Ciccone
|
25 anni.
Handicappato viene ucciso dai colpi di pistola sparati da un
carabiniere. Per i militari era armato, anche se nessuno ha mai
visto la pistola.
|
1 agosto - Bari
Francesco De Scala
|
21 anni.
Secondo la versione ufficiale, il giovane viene ucciso
"accidentalmente" da alcuni carabinieri, dopo che era
stato visto aggirarsi con fare sospetto nei pressi dell'Hotel
Riviera e, alla vista dei militi, aveva cercato di fuggire.
|
1988 |
20 febbraio - Alberobello (BA)
Marco Pertosa
|
19 anni.
Sulla propria auto con alcuni amici, il giovane viene affiancato
da una golf con a bordo due guardie giurate che gli intimano
l'alt. Temendo un'aggressione i giovani fuggono, una delle
guardie spara alcuni colpi di pistola e uccide il giovane.
|
25 marzo - Foria (SA)
Mario De Robbio
|
17 anni.
Un giovane passante viene ucciso tra la folla con un colpo alla
testa, sparato da un poliziotto durante l'inseguimento di un
malvivente sorpreso a taglieggiare un negoziante.
|
10 settembre - Nule (SS)
Salvatorangelo Mellino
|
16 anni.
Un giovane pastore sbeffeggia un carabiniere in licenza,
dicendogli "Sei uno sbirro!". Quest'ultimo gli scarica
addosso l'intero caricatore della pistola d'ordinanza,
uccidendolo.
|
1989 |
14 gennaio - Guidonia (Roma)
Gaetano Serio
|
30 anni.
Tre sospetti scippatori vengono fermati a bordo della loro auto
da una pattuglia di carabinieri. Uno tenta di fuggire sull'auto
dei c.c., che sparano e lo uccidono.
|
7 aprile - Milano: Omicidio Luca
Rossi. Pellegrino Policino è stato condannato per omicidio
colposo, accidentale, ad 8 mesi di reclusione con la sospensione
della pena per 5 anni, senza menzione sulla fedina penale.
|
14 aprile - Palermo
Stefano Consiglio
|
17 anni.
Mentre tenta di rubare un'autoradio, viene sorpreso da un
poliziotto. Secondo la versione ufficiale, l'agente spara perché
gli abitanti del quartiere tentano di liberare il ragazzo. Il
proiettile gli attraversa la testa ferendolo a morte.
|
27 giugno - Nave (BS)
Claudio Ghidini
|
19 anni.
Un'auto con tre giovani a bordo viene fermata dai carabinieri
per un controllo. Un milite intima a Ghidina di salire sulla sua
auto: il giovane si rifiuta per aspettare gli amici, ma viene
preso a schiaffi e poi ucciso da un colpo di pistola alla testa.
|
Ora riportiamo alcune elaborazioni effettuate
dal Centro di Iniziativa Luca Rossi sulla totalità dei dati raccolti
dal giugno 1975 al giugno 1989.
Vittime della legge Reale divise per anno
Anno |
Morti |
Feriti |
Totale |
1975* |
10 |
3 |
13 |
1976 |
10 |
9 |
26 |
1977 |
15 |
22 |
37 |
1978 |
19 |
10 |
29 |
1979 |
20 |
40 |
60 |
1980 |
12 |
28 |
40 |
1981 |
19 |
30 |
49 |
1982 |
17 |
27 |
44 |
1983 |
12 |
25 |
37 |
1984 |
19 |
16 |
35 |
1985 |
17 |
39 |
56 |
1986 |
24 |
33 |
57 |
1987 |
22 |
34 |
56 |
1988 |
20 |
30 |
50 |
1989** |
11 |
25 |
36 |
Totale |
254 |
371 |
625 |
* le rilevazioni del 1975 vanno da
giugno a dicembre e sono quindi da rapportare a sei mesi.
** le rilevazioni del 1989 sono relative ai primi sei mesi, da
gennaio a giugno.
|
254 morti e 371
feriti.
E sono solo i dati dal 1975 al 1989!
Vittime della legge Reale secondo il tipo di
forze dell'ordine
Forze dell'ordine |
Morti |
Feriti |
Totale |
agenti di custodia |
2 |
3 |
5 |
carabinieri |
123 |
155 |
278 |
esercito |
1 |
2 |
3 |
finanzieri |
2 |
5 |
7 |
polizia |
103 |
167 |
270 |
polizia privata* |
13 |
12 |
25 |
vigili |
6 |
22 |
28 |
altri non catalogati |
3 |
6 |
9 |
Totale |
254 |
371 |
625 |
di cui |
|
|
|
agenti fuori servizio |
19 |
29 |
48 |
agenti in borghese |
38 |
54 |
92 |
* guardie private, metronotte,
vigilantes.
|
Vittime della legge Reale secondo il tipo di
"reato presunto"
|
Morti |
Feriti |
Totale |
Assenza di reato(attegg. sospetto, doc.
irregolari, ricercato, estraneità) |
3 |
2 |
5 |
Rapporto con le forze dell'ordine(inos.
provvedimenti, oltraggio, resistenza) |
123 |
155 |
278 |
Reati gravi, o contro la
persona(estorsione, lesioni, rapina, tentati o consumati) |
1 |
2 |
3 |
Microcriminalità(lite, minaccia, rissa) |
2 |
5 |
7 |
Droga(spaccio) |
103 |
167 |
270 |
Altri reati |
13 |
12 |
25 |
Totale |
254 |
371 |
625 |
Nota: la presenza di
complici riguarda il 37% dei casi, mentre la flagranza, intesa
come contestualità tra il compimento del presunto reato e
l'intervento delle forze dell'ordine, riguarda il 67% dei casi. |
Vittime della legge Reale secondo il tipo di
"reato presunto"
Tipo di arma |
Numero casi |
arma non precisata |
10 |
pistola |
26 |
bottiglia incendiaria |
1 |
fucile |
2 |
Armi improprie |
|
pistola lanciarazzi |
4 |
martello |
1 |
pugnale |
1 |
coltello |
7 |
punteruolo |
1 |
forbici |
1 |
ascia |
1 |
Totale |
51 |
Vanno aggiunti 13 casi in
cui le vittime possedevano oggetti che non sono considerati né
arma, né arma impropria come: pistola giocattolo, pietra,
tagliaunghie, siringhe, ecc. |
Ripartizione delle vittime per classi di età
Fasce di età |
Numero casi |
Età non conosciuta |
69 |
Meno di 15 anni |
25 |
Tra 15 e 17 anni |
77 |
Tra 18 e 25 anni |
250 |
Tra 26 e 35 anni |
123 |
Tra 36 e 50 anni |
58 |
Oltre i 50 anni |
23 |
Totale |
625 |
La nomenclatura "età
non conosciuta" riguarda quei casi in cui negli articoli
dei quotidiani non viene riportata l'età della vittima. |
La ricerca del
Centro di Iniziativa Luca Rossi si ferma al giugno del 1989.
Sono di poco tempo fa altre vittime. Riportiamo
le notizie, così come pubblicate da alcuni quotidiani:
2000
|
21 luglio - Napoli
Mario Castellano
|
17 anni.
"Un colpo di pistola sparato da un poliziotto inferocito
per aver fatto una brutta figura davanti a decine di persone.
Così, secondo le testimonianze raccolte dai cronisti, sarebbe
morto questa notte a Napoli, Mario Castellano, 17 anni,
incensurato, figlio di un negoziante della zona di Agnano. Morto
perché, nonostante i rimproveri e le minacce paterni, insisteva
a correre in motorino senza casco. Morto, forse, per aver
"beffato" con uno scarto il poliziotto che gli aveva
teso un assurdo "agguato" dopo che Mario non si era
fermato all'invito ad accostare.Tutto è successo in pochi
minuti, in un vialone alberato che porta all'ippodromo di Agnano.
[...] Mezzanotte passata, il ragazzo percorre il viale in
motorino. E' senza casco (e, ma si saprà solo dopo, anche senza
documenti e assicurazione), la volante del commissariato di zona
di Bagnoli lo affianca e l'agente a lato dell'autista lo invita
ad accostare. Lui non se ne dà per inteso e prosegue verso una
"rotonda" dove si può girare e tornare indietro sul
controviale. Adesso, dunque, Mario risale in direzione opposta a
quella dell'auto della polizia. La volante si ferma, il
poliziotto scende e si nasconde tra i cespugli che separano le
due corsie del viale. Vuol tendere un "agguato" al
ragazzo. Quando Mario gli passa accanto, l'agente salta fuori
per afferrarlo ma sbaglia la presa e cade rovinosamente
suscitando le risate dei venditori di cocomeri e dei loro
clienti che osservano la scena: chi ride, chi urla, chi
applaude. Il poliziotto si alza, è furibondo, estrae la pistola
d'ordinanza, prende la mira. Per Mario è finita. Davanti al
corpo del ragazzo, morto a fianco del suo motorino, si scatena
la protesta di amici, familiari, passanti. Il padre piange e si
dispera. Proprio lui, qualche giorno fa, lo aveva minacciato:
"Se ti beccano un'altra volta senza casco, ti sequestro il
motorino". Ecco, erano questi gli unici precedenti del
ragazzo: guida senza casco. Aveva preso diverse multe. Per
evitare l'ennesima con annesso castigo, ci ha rimesso la vita.
Fin qui la storia raccontata da chi ha visto. La versione della
Questura non è molto diversa. Almeno fino al punto in cui il
poliziotto scende dall'auto e cerca di fermare il ragazzo. Il
questore, Nicola Izzo ha riferito che l'agente: "Se l'è
visto venire incontro, credeva che il ragazzo volesse
investirlo. Poi, invece, l'ha schivato e, a questo punto il
poliziotto è caduto. Mentre si rialzava, non si sa ancora bene
come, è partito un colpo". Il Questore stesso ha aggiunto:
"Aspettiamo comunque l'autopsia per capire distanze,
traiettorie e quant'altro... Ma non credo si possa parlare di
fatalità". [...]"
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2002
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17 dicembre - Napoli
Vincenzo Pennino
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18 anni.
"Ucciso a diciotto anni, durante un tentativo di rapina,
per mano di un un agente di polizia fuori servizio. E' accaduto
ieri sera nell'hinterland napoletano, in una piazzola di
emergenza vicino alla Rotonda di Arzano.Il ragazzo morto si
chiamava Vincenzo Pennino. Insieme a lui c'erano tre complici,
anche loro giovanissimi: uno, Pasquale P., ha appena 16 anni, un
altro, Alessandro D'Urso, ne ha 21. Del terzo non si conosce
ancora l'dentità.E veniamo alla ricostruzione dei fatti. Il
poliziotto era in macchina, una Skoda, con la fidanzata, e aveva
parcheggiato in una piazzola di emergenza. Secondo quanto si è
appreso, da un cavalcavia che sovrasta in linea d'aria la
piazzola, quattro giovani, che avevano visto l'auto in sosta, si
sono diretti verso la vettura. Due di loro, disarmati, hanno
rotto un finestrino dell'auto con delle rondelle di ferro,
probabilmente per rapinare la coppia.Il poliziotto ha reagito,
proprio mentre uno degli altri due complici, che erano distanti
una ventina di metri dall'auto, ha esploso un solo colpo di
pistola. L'agente di polizia - la zona era avvolta da una fitta
nebbia - ha allora sparato a sua volta un unico colpo di
pistola, nella direzione della fiammata esplosa dal rapinatore.
Il ragazzo è morto sul colpo.L'agente ha poi bloccato altri due
componenti della banda (D'Urso e il minorenne), entrambi vicini
alla sua auto, e ha avvertito con il cellulare i colleghi.
L'altro, invece, è riuscito a fuggire. I due fermati sono stati
poi interrogati dal magistrato."
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2003
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4 gennaio - Napoli
Salvatore Di Matteo
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13 anni.
"Un ragazzino di 13 anni è stato ucciso stasera a Napoli
da un poliziotto fuori servizio che stava cercando di rapinare,
insieme ad un complice di 17 anni. L'agente ha reagito al
tentativo di rapina sparando alcuni colpi di pistola che hanno
ferito a morte il più giovane degli aggressori, mentre il
17enne è stato colpito ad una spalla
[...]".""Stavo andando a casa della mia ragazza -
ha detto il poliziotto che si chiama anche lui Salvatore, ha 19
anni, da uno in servizio - quando mi son accorto che da un
gruppetto di giovani due di essi hanno cominciato a
seguirmi". "Quei due ragazzi - il racconto è stato
riportato dal suo legale - avevano i berretti che coprivano in
parte il volto, ho capito che volevano farmi del male e ho
cercato di tornare indietro. Anche i due hanno fatto la stessa
manovra e allora ho capito che volevano il mio motorino".
Il poliziotto ha poi detto che a guidare il ciclomotore, rubato
il 19 dicembre scorso in via Tasso, a Napoli, era Salvatore, 13
anni, mentre sul sellino posteriore sedeva Thomas, 17 anni, che
impugnava la pistola giocattolo, priva del tappo rosso.
"Dammi il motorino, dammi il motorino, ha urlato quello con
la pistola", ha raccontato l'agente al Pm. Poi, quando i
due malviventi si sono resi conto che il poliziotto esitava, il
ragazzino di 13 anni avrebbe urlato al suo complice
diciassettenne: "Sparagli a questo bastardo,
sparagli". A quel punto, l'agente ha reagito: "Ho
impugnato la pistola d'ordinanza e ho sparato dall'alto verso il
basso. Ma, lo giuro, non volevo colpire nessuno, non volevo
uccidere, mi dispiace per quello che è accaduto". Fallita
la tentata rapina i due ragazzi, nonostante il tredicenne fosse
ferito alla scapola e il diciassettenne al braccio, sono fuggiti
a bordo del motorino verso l'hinterland napoletano. Poi hanno
proseguito a piedi cercando di raggiungere l'Asse mediano, la
strada che collega Napoli ai comuni della periferia. Qui
Salvatore è caduto morente [...]".
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21 gennaio - Catania
Gregorio Fichera
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18 anni.
"Ha rubato un'auto, non si è fermato all'alt dei
carabinieri, è stato ucciso da un colpo partito all'improvviso
dalla pistola di uno dei militari. E' morto così Gregorio
Fichera, 18 anni, garzone di pasticceria incensurato. Il
proiettile gli ha perforato un polmone e inutile è stata la
corsa in ambulanza verso l'ospedale dove il ragazzo è arrivato
già morto. Intorno alle 20,30 di ieri a Riposto, in provincia
di Catania, i carabinieri ricevono la segnalazione del furto di
un'auto, una Lancia Y10. Una pattuglia in servizio in paese poco
dopo intercetta l'auto. I militari intimano al conducente di
fermarsi ma inutilmente.Comincia un inseguimento che va avanti
per circa tre chilometri. Al volante dell'auto rubata c'è
Gregorio Fichera, dietro di lui, nella Fiat Uno dei carabinieri,
due militari. Quello che non è alla guida, un appuntato di 40
anni, impugna la pistola e spara, a più riprese, dei colpi in
aria. Ma Gregorio non si ferma e continua a premere sull'accelleratore.
Ad un tratto perde il controllo della Y10 e tampona diverse auto
in sosta prima di finire la sua corsa contro un muro. E' a
questo punto che, di scatto, il ragazzo scende dalla vettura.
L'auto dei carabinieri frena bruscamente e il brusco stop
proietta in avanti il militare che ha sempre l'arma in mano. Così,
a causa del contraccolpo, spiega nella sua ricostruzione
l'appuntato, parte accidentalmente il proiettile che uccide il
ragazzo. Gregorio Fichera si accascia per terra rantolando. Il
proiettile gli ha trapassato il fianco, perforandogli un
polmone. Le sue condizioni appaiono subito disperate e,
nonostante arrivi in pochi minuti un'ambulanza, all'ospedale
Sant'Isidoro il ragazzo arriva già morto. Mentre nella caserma
dei carabinieri di Giarre il sostituto procuratore Agata
Santonocito ascolta le dichiarazioni dell'appuntato, a Riposto,
i due centri sono confinanti, si è sparsa la notizia della
tragica fine del giovane. "Era un bravo ragazzo, un ragazzo
tranquillo" dicono di lui amici e conoscenti.Si scagliano
disperati contro i carabinieri, invece, i familiari di Gregorio,
radunati all'obitorio dell'ospedale. "Mio nipote era
disarmato - grida il nonno paterno, omonimo del ragazzo - ed è
stato ucciso. Vogliamo giustizia, non si può morire così. Era
un bravo ragazzo". Il padre di Gregorio, Vincenzo Fichera,
dipendente comunale, chiede che "la giustizia faccia il
proprio corso"".
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17 marzo - Napoli
Pasquale Lamagna
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31 anni.
Hanno tentato di rapinarlo in pieno giorno, a pochi passi dalla
Stazione centrale, puntandogli una pistola alla testa. Ma la
"vittima", un carabiniere fuori servizio, ha reagito e
ha sparato, uccidendo uno dei due aggressori. Mentre l'altro si
è dato alla fuga. E' accaduto questa mattina a Napoli: un
ennesimo episodio di violenza che scuote la città.
Il carabiniere era in compagnia di un'altra persona che aveva
appena prelevato in una banca 1.500 euro in contanti. Mentre i
due stavano per entrare in un'auto parcheggiata, vicino
all'hotel Terminus in piazza Garibaldi, si sono avvicinate due
persone armate, che hanno chiesto la consegna del denaro.
Il militare dell'Arma ha tentato di convincerli a desistere; i
rapinatori, però, hanno continuato a minacciare gli altri due
con una pistola. A questo punto il carabiniere ha estratto a sua
volta l'arma dalla fondina e ha sparato due colpi, uno dei quali
ha raggiunto uno dei banditi, uccidendolo all'istante. Accanto a
lui la sua arma, una calibro 9. Il complice è scappato a piedi.
E' ora in corso una battuta in tutta la zona della stazione
centrale, alla ricerca del fuggitivo.
Poco dopo, l'uomo rimasto ucciso è stato identificato: si
tratta di Pasquale Lamagna, 31 anni, napoletano, con precedenti
per rapina. Ancora sconosciuta, invece, l'identità del suo
complice.
E, a rendere ancora più drammatica la vicenda, c'è il suo
verificarsi in pieno giorno, tra la folla. Nelle parole della
gente, anche tanta esasperazione. "Chi è stato, un
carabiniere a sparare? Forse non ne poteva fare proprio a
meno": questo il commento di un anziano passante.
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21 luglio - Roncadelle (BS)
Stefano Cabiddu
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23 anni.
"La pistola era carica. Sono scivolato ed è partito il
colpo". E' questa la ricostruzione fatta di fronte al
procuratore capo di Brescia, Giancarlo Tarquini, dall'appuntato
dei carabinieri che lunedì ha sparato ed ucciso un giovane
durante un controllo presso un centro commerciale di Roncadelle
(Brescia).
Il carabiniere ha raccontato di aver sentito delle voci
apparentemente minacciose mentre camminava con la pistola in
pugno. Per questo ha caricato l'arma, ma è scivolato
sull'argine del fiume Mella. A quel punto, ha riferito il
militare, è partito un colpo che ha centrato al torace Stefano
Cabiddu, operaio edile 23enne incensurato e, al momento della
tragedia, disarmato. Cabiddu si trovava sul posto con i fratelli
Efisio e Raffaele.
Il procuratore Tarquini ha spiegato che sono stati disposti
accertamenti medico-legali e balistici sia sull'arma che sul
corpo del giovane. Questo, ha detto Tarquini, per "dare
oggettività alle indagini". Gli inquirenti, però, non
paiono avere molti dubbi sull'accaduto: "Si è trattato di
un doloroso incidente nel corso di controlli", ha
dichiarato il pg. "La zona è normalmente frequentata da
spacciatori". Perché i tre fratelli si trovassero in quel
posto non è ancora chiaro e sarà oggetto di indagine. Bisognerà
anche chiarire l'origine di un coltello a serramanico trovato
sul luogo della tragedia.
Nessun provvedimento, invece, nei confronti del carabiniere.
L'appuntato è attualmente a riposo "dal momento che",
ha spiegato Tarquini, "non è nelle condizioni psicologiche
di prestare normale servizio".
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