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 SAVERIO SALTARELLI

 

23 anni studente                                                                                 Milano 12 dicembre 1970

 

Primo anniversario della strage di Stato.

L'università statale è presidiata dagli studenti per difenderla dai fascisti che avevano annunciato provocazioni.

Polizia e carabinieri caricano alle spalle un corteo di anarchici che avevano preso parte ad una manifestazione contro il processo Burgos (condanna a morte di alcuni militanti ETA da parte del governo franchista spagnolo).

Gli anarchici si rifugiano all'università.

Le cariche poliziesche proseguono e si estendono anche contro i picchetti del movimento studentesco.

Nel corso degli scontri in Via Larga lo studente Saverio Saltarelli, di 23 anni, viene ucciso da un candelotto lacrimogeno sparato ad altezza d'uomo; quel giorno infatti, il tiro a segno venne praticato largamente sia dalla PS che dai carabinieri e ciò è testimoniato sia da numerose persone che da documenti fotografici.

Il pubblicista Giuseppe Carpi riporta ferite da armi da fuoco.

 

Le prime versioni ufficiali parlarono di "malore" e poi di "collasso cardiocircolatorio". Dopo l'autopsia, di fronte all'evidenza dei fatti, si ammise che il cuore di Saltarelli fu spaccato da un "artificio lacrimogeno".

 

Per l'uccisione di Saltarelli verranno successivamente incriminati l'ufficiale di PS che comandava il reparto, cioè il capitano Alberto Antonietti, il capitano dei carabinieri Antonio Chirivì, e i cinque agenti che avevano in dotazione i tromboncini da uno dei quali e stato sparato il candelotto omicida.

 

 

Dirà in proposito il Ministro degli Interni "La polizia è stata costretta ad intervenire per difendere l'ordine e la legalità democratica gravemente offese da minoranze estremiste" mentre il presidente Saragat, specializzato in telegrammi, invia un messaggio alla famiglia di Saltarelli con cui si associa al "lutto vostro e di tutti coloro che si sentono anch'essi colpiti dalle conseguenze tragiche della violenza" dimenticando però di aggiungere "della polizia"

 

Il capitano di PS Alberto Antonietti fu condannato per omicidio colposo a 9 mesi con la concessione delle attenuanti generiche, la sospensione condizionale e la non menzione.

 

Il capitano dei carabinieri Antoni Chirivì (oggi comandante dei vigli urbani a Milano) e un sottufficiale furono indiziati di reato per il ferimento del pubblicista Giuseppe Carpi.