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Sevizie
di Stato
Cronologia
19 luglio
1946
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Nel suo
primo discorso all’Assemblea costituente,
Finocchiaro Aprile denuncia "sevizie e
torture" inflitte ai giovani indipendentisti
dalle "polizie militari e civili dislocate in
Sicilia"
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27-28
ottobre 1948
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Intervenendo
alla Camera dei deputati sui casi di tortura in
Italia, Piero Calamandrei afferma: "Ho voluto
fare una specie di inchiesta privata e discreta
fra gli avvocati e i magistrati...ho raccolto
materiali impressionanti...Gli avvocati
interpellati mi hanno risposto in via
confidenziale, ma mi hanno fatto promettere di non
dire pubblicamente i loro nomi perché essi sanno,
nel rilevare quei metodi, precisassero dati e
circostanze, verrebbero danneggiati i loro
patrocini: li esporrebbero a rappresaglie e
persecuzioni, forse a imputazioni di calunnia,
perché di fronte alle loro affermazioni non si
troverebbe il testimone disposto a confermare che
quanto dice l’imputato è vero. Accade così che
il difensore, anche quando sa che il suo
patrocinato è stato oggetto di vera e propria
tortura per farlo confessare, lo esorta a
sopportare, a tacere, a non rilevare in udienza
quei tormenti ai quali, in mancanza di prove, i
giudici non credono".
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19 novembre
1948
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A Roma,
muore bruciata viva nella ‘camera di
sicurezza’ di un comando di carabinieri
Desdemona Palombi, di mestiere cameriera, accusata
di un furto al quale era del tutto estranea, come
risulterà da successive indagini.
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4 aprile
1949
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A Mazara del
Vallo (Trapani), viene strangolato nella locale
caserma dei carabinieri il bracciante Francesco La
Rosa, che era stato convocato per un
interrogatorio.
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25 maggio
1949
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A Modena, è
arrestato l’ex partigiano comunista Romolo Dini
che, dopo essere stato trattenuto nella caserma
dei carabinieri e malmenato a dovere, è
rilasciato senza alcuna spiegazione.
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13-14 luglio
1949
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A Rovereto,
nel corso della notte i carabinieri arrestano
Giuseppe Forapane, partigiano. Tradotto nella
caserma locale, viene per più giorni percosso per
essere, poi, rilasciato il 25 luglio senza alcuna
spiegazione.
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16 agosto
1949
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A Sassuolo,
è arrestato l’ex partigiano comunista Domenico
Cavalli che, tradotto in Questura a Modena, vi sarà
trattenuto per diversi giorni e malmenato, salvo
essere rilasciato senza alcuna spiegazione.
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10 agosto
1950
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A Gibellina
(Trapani), i carabinieri conducono nella caserma
dove ha sede un distaccamento del Cfrb il
contadino socialista Salvatore Garracci, che muore
sotto le torture inflittegli nel corso
dell’interrogatorio. Nonostante l’evidenza dei
fatti, la versione ufficiale parla di decesso
provocato da collasso cardiocircolatorio.
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29 gennaio
1951
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A Napoli, si
apre in Corte d’assise il processo per
l’omicidio del detenuto Lucio Volpe, ucciso a
botte nel carcere di Poggioreale, e per
maltrattamenti ai danni di altri prigionieri.
Imputati sono il secondino Felice La Manna,
incriminato per omicidio preterintenzionale in
concorso con i secondini Rocco Pastore, Antonio
Ruggiero, Gino Rosati, Antonio Ranieri e il
detenuto Tobia Varriale. Fra i corpi di reato,
vengono prodotti giubbetti di costrizione
macchiati di sangue, un grosso bastone con tracce
di pelle e sangue e la riproduzione di una cella
nota come ‘cella imbottita’. Alcuni testimoni
riferiscono che La Manna conduceva talora gli
interrogatori, premendo col ginocchio sulle reni
del malcapitato di turno, affinché le cinghie
meglio stringessero il giubbetto; e che il
prigioniero Galderisi rimase per 3 giorni, privo
di cibo e di acqua, legato ad un letto di
contenzione. Il perito riferisce che il corpo del
Volpe riportava 24 ecchimosi.
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14 febbraio
1951
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Alla Corte
d’assise di Lucca, termina con assoluzioni per
insufficienza di prove, per alcuni imputati e, per
altri, con pene lievi per ‘omicidio colposo’,
ulteriormente scontate dal condono, il processo a
carico di 22 agenti imputati dell’omicidio di 5
detenuti nel carcere di Pianosa avvenuto nel
settembre del 1943. I condannati sono il
maresciallo Giovanni Pietrucci e gli agenti Nello
Bacci, Giuseppe Segone, Francesco Antonino,
Leonida Consalvi.
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17 novembre
1951
|
A Perugia,
il Tribunale condanna con le attenuanti ed i
rituali benefici 6 carabinieri, fra cui il
maresciallo Falomi a 7 mesi di reclusione, e gli
altri a 6 mesi, oltre al risarcimento dei danni,
per avere essi torturato 5 detenuti allo scopo di
estorcere loro confessioni, in seguito ritrattate.
I 5 torturati sono operai, arrestati nel 1949 per
furto di stoffe: ma in un secondo tempo
emergeranno i reali responsabili, trovati in
possesso della refurtiva.
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12 dicembre
1951
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A Lucera, si
svolge il processo per i fatti di San Severo del
23 marzo 1950, nei quali la polizia ha ucciso il
giovane Di Nunzio e ferito decine di manifestanti.
Diversi testimoni dichiarano che i rastrellamenti
avvennero prima degli scontri ed alcuni imputati
denunciano le torture subite: Pietro Forte
denuncia la tortura dell’acqua, praticata con un
tubo mentre gli era stato messo uno scarafaggio
sul ventre, D’Errico dichiara di essere stato
appeso ad un uncino, Matteo De Florio di aver
avuto i denti spezzati durante l’interrogatorio
a causa delle percosse.
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18 gennaio
1952
|
La Corte di
assise di Roma assolve, dopo 7 ore di camera di
consiglio, Lionello Egidi detto ‘il biondino di
Primavalle’ dall’accusa di omicidio
pluriaggravato, risultando che la confessione da
lui firmata alla polizia gli era stata estorta
mediante torture.
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21 gennaio
1952
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Il ministro
degli Interni Scelba, rispondendo a diverse
interpellanze parlamentari proposte dopo
l’assoluzione del ‘biondino di Primavalle’,
si dichiara contrario alla proposta inchiesta sui
metodi impiegati dalla polizia nei confronti degli
arrestati.
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14 febbraio
1952
|
A Roma, sono
processati Ugo Macera, funzionario della Mobile, e
la guardia di Ps presso il Tribunale Gianfranco
Tripodi, accusati di aver percosso 2 detenuti
accusati di furto, Giuseppe Marcianisi e Michele
Mattei.
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14-20
febbraio 1952
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Alla Camera,
si susseguono interpellanze parlamentari proposte
da deputati dell’opposizione sul caso Egidi, il
processo a Macera e Tripodi e in genere sui metodi
praticati dalla polizia. Il giorno fissato per le
risposte, i ministri Scelba e Zoli,
rispettivamente agli Interni e alla Giustizia,
accusano le opposizioni di speculazione politica
che prende a pretesto episodi isolati per colpire
le istituzioni democratiche.
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19 febbraio
1952
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Intervenendo
alla Camera dei deputati sui casi di tortura da
parte della polizia in Italia, il ministro degli
Interni Mario Scelba afferma: "E’ vero che
i casi di sevizie sono veramente tali e tanti da
potersi parlare di sistema o da legittimare
l’accusa…che la polizia italiana è veramente
borbonica? Devo negare…attraverso la
documentazione dei fatti, che si tratti di
sistema. Vi sono fatti deplorevoli, ma sono
assolutamente eccezionali…Se noi vogliamo
operare per stabilire su basi solide la democrazia
in Italia, bisogna creare anche il costume che non
consenta l’accusa ingiustificata…che non
ammetta che, per scopo politico, si crei attorno
alle forze di polizia un clima di sfiducia, un
clima per il quale ogni delinquente si sentirà
autorizzato a negare il proprio delitto".
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20 febbraio
1952
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Intervenendo
alla Camera sulla questione della tortura in
Italia, il deputato socialdemocratico Paolo Rossi
afferma: "Per chi cade nelle mani della
polizia, il giorno in cui passa in carcere è un
giorno di festa, un giorno di liberazione. I
momenti più tristi sono quelli che si passano
nelle camere di sicurezza, luoghi che, anche per
il loro aspetto, offendono la dignità umana;
luoghi nei quali il fermato è privato di ogni
contatto col resto del mondo, e posto persino
nell’impossibilità di dar notizie di sé alla
famiglia…luoghi di fronte ai quali la più
triste cella di un carcere appare ospitale".
Al termine della discussione parlamentare, viene
approvata a maggioranza la mozione Calamandrei,
che propone un’inchiesta sui metodi della
polizia.
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21 febbraio
1952
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I 4
carabinieri accusati di aver seviziato ed ucciso
La Rosa all’interno della caserma di Mazara del
Vallo nel corso di un interrogatorio sono
prosciolti dalla sezione istruttoria del Tribunale
di Palermo dall’accusa di ‘omicidio
preterintenzionale’ e solo uno viene rinviato a
giudizio per ‘abuso dei mezzi di disciplina’.
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13 luglio
1953
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La Corte
d’appello di Bologna conferma la sentenza di 1°
grado e condanna alla modica pena di 6 mesi e 15
giorni di reclusione il carabiniere Francesco
Galeati, uccisore della mondina Maria Margotti,
non infliggendo alcuna condanna a carico dei
superiori del Galeati.
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27 marzo
1954
|
Il
presidente della Commissione parlamentare
d’inchiesta sui casi di tortura da parte delle
forze di polizia in Italia, Adone Zoli, trasmette
la relazione finale al ministro di Grazia e
giustizia. Nella stessa, si può leggere: "La
lievissima percentuale di casi in cui siffatto
fenomeno è stato positivamente constatato in
rapporto al numero di processi celebrati durante
l’ultimo decennio…consente comunque di
escludere che l’abuso abbia mai assunto
l’importanza e la gravità di un vero e proprio
sistema, come tale imputabile ad iniziativa e
direttive di organi centrali e periferici.
Trattasi invero di casi fortunatamente isolati,
consistenti nella maggior parte in percosse, e
quindi dovuti alla intemperanza dei singoli, la
quale può trovare la sua spiegazione
nell’ambiente e nel carattere individuale oltre
che nella inadeguata preparazione di alcuni degli
elementi cui sono affidate funzioni così
importanti e delicate, esercitate a volte senza
possibilità di immediato ed efficace
controllo…Giova inoltre rilevare che il fenomeno
non è esclusivamente italiano…ma affligge anche
altri Paesi di alta civiltà giuridica e di
consolidate tradizioni liberali".
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12 luglio
1954
|
A Palermo,
nel carcere minorile di via Malaspina, viene
trovato morto il giovanissimo Carlo Bossolo, di
famiglia povera, detenuto per aver partecipato con
dei coetanei ad un furto di generi alimentari di
modica entità. La direzione sostiene che il
ragazzo si è suicidato impiccandosi; ma il corpo
non presenta segni di soffocamento né lividi sul
collo, bensì sull’intero corpo.
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4 giugno
1955
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Ad Agna
(Padova), al 6° giorno di sciopero bracciantile,
sono fermati e percossi dai carabinieri 3
lavoratori, Damiana Albertin, Antonio Guariento e
Lazzarin, quest’ultimo considerato ‘capo’
della rivolta.
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28 ottobre
1955
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Inizia
presso il Tribunale di Modena il processo contro
l’ex maresciallo dei carabinieri di Castelfranco
Emilia, Silvestro Cau, imputato di lesioni gravi
ai danni dei partigiani Armando Fiorini e Riccardo
Cotti il quale, in occasione dell’inchiesta sul
cosiddetto triangolo della morte, avrebbe inflitto
sevizie per estorcere loro confessioni. L’accusa
conta sulle deposizioni di 25 testi, fra i quali
alcuni sottufficiali dei carabinieri.
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9 novembre
1955
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Il Tribunale
di Modena assolve l’ex maresciallo dei
carabinieri Silvestro Cau per insufficienza di
prove in relazione ad alcune sevizie quali il
‘metodo della maschera’ nonché per
improcedibilità, causa la mancanza di querela di
parte a tempo debito, stante la derubricazione del
reato di lesioni personali a percosse, reato
procedibile appunto a querela di parte.
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6 luglio
1960
|
A Roma, le
forze di polizia caricano, impiegando anche il
reggimento a cavallo dei carabinieri al comando di
Raimondo d’Inzeo, i manifestanti contro il
governo Tambroni, provocando 20 feriti. Vengono
arrestati nel corso del rastrellamento eseguito da
forze di polizia e carabinieri, dopo gli scontri
avvenuti a Porta san Paolo, Augusto Alfonsi, Aldo
Taccioni e Sebastiano Bastianelli. Il Taccioni,
invalido, subisce, come l’Alfonsi, sevizie in
Questura di cui accusa principalmente l’agente
di Ps Antonio Orefice.
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7 luglio
1960
|
Sono
arrestati a Genazzano (Roma), perché sorpresi a
tracciare scritte sui muri contro il governo
Tambroni, Enrico Todi, Arcangelo Camicia e Marco
Eufemi che, tradotti presso la Questura di Roma,
vengono seviziati con estrema brutalità.
Successivamente, il sostituto procuratore della
repubblica di Roma Antonio Lojacono archivia la
denuncia presentata dai tre giovani contro i
poliziotti torturatori ‘perché il fatto non
costituisce reato’ e, viceversa, chiede
l’incriminazione dei denunciati per
‘resistenza a pubblico ufficiale’ e
‘oltraggio al governo’.
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ottobre 1961
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Trentasei
cittadini altoatesini sporgono denuncia contro i
carabinieri che avevano proceduto al loro arresto,
per maltrattamenti e sevizie inflitti nel corso
degli interrogatori ai quali erano stati
sottoposti.
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17 novembre
1961
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A Bolzano,
muore nel locale carcere Francesco Hofler,
irredentista altoatesino, secondo alcuni a causa
dei maltrattamenti subiti dai carabinieri che lo
avevano arrestato; ufficialmente, per cause
naturali.
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7 gennaio
1962
|
A Bolzano,
muore nel locale carcere Antonio Gostner,
irredentista altoatesino, secondo i suoi compagni
per maltrattamenti subiti dai carabinieri dopo
l’arresto, secondo la versione ufficiale per
cause naturali.
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29 agosto
1963
|
Il Tribunale
assolve 8 carabinieri e ne proscioglie altri 2 per
intervenuta amnistia, relativa al reato di
percosse, nel processo per le sevizie inflitte a
numerosi irredentisti altoatesini. Nella
motivazione della sentenza, i giudici scriveranno:
"Sarebbe contrario a una realtà seriamente
avvertita il negare che qualche episodio di
violenza si fosse verificato nel corso degli
interrogatori di polizia giudiziaria; ma risponde
al pari a un’esigenza di critica serena e
obiettiva affermare…che vi furono delle
esagerazioni".
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21 aprile
1969
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A Bari, 18
giovani detenuti vengono processati per aver
organizzato la rivolta del 15 aprile nel locale
carcere. Sette di loro denunciano di essere stati
percossi e si tolgono gli indumenti, per mostrare
ai magistrati le ferite riportate.
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8 luglio
1970
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A Torino, si
svolge il processo contro 37 giovani arrestati il
28 maggio per aver contrastato il comizio di
Almirante a piazza San Carlo, dei quali 15 sono
detenuti, incriminati per adunata sediziosa,
violenza, oltraggio e resistenza a pubblico
ufficiale. Alcuni tra i fermati denunciano di aver
subito pestaggi.
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3 giugno
1971
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A Torino,
all’apertura del processo contro 56 partecipanti
alla manifestazione del 29 maggio, alcuni di essi
denunciano di essere stati malmenati in Questura.
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1 ottobre
1975
|
A Pisa, sono
condannati a 6 mesi di reclusione, con i benefici
di legge, il capitano e l’agente di Ps che
avevano testimoniato il falso sulle circostanze
della morte di Franco Serantini.
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17 ottobre
1975
|
A Napoli,
l’avvocato Saverio Senese rende noto di aver
inoltrato denuncia contro la locale Questura per
maltrattamenti e torture inflitte al nappista
Alberto Bonocore.
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22 novembre
1975
|
A Roma, nel
corso di una manifestazione a favore della
liberazione dell’Angola dal dominio portoghese,
i carabinieri aprono il fuoco uccidendo il
diciottenne Pietro Bruno e ferendo gravemente
altri 3 militanti di sinistra. Per l’uccisione
di Bruno saranno inquisiti il sottotenente dei
carabinieri Saverio Bosio, il carabiniere Pietro
Colantuono e l’agente di Ps Romano Tammaro. Il
giudice istruttore Pasquale Lacanna nella sua
ordinanza di proscioglimento scriverà: "se
per la difesa dei superiori interessi dello Stato,
congiuntamente alla difesa personale, si è
costretti ad una reazione proporzionata alla
offesa, si può compiangere la sorte di un
cittadino la cui vita è stata stroncata nel fiore
degli anni ma non si possono ignorare fondamentali
principi di diritto. La colpa della perdita di una
vita umana è da ascrivere alla irresponsabilità
di chi, insofferente della civile vita
democratica, semina odio tra i cittadini".
Verrà denunciato dai familiari di Pietro Bruno
per ‘omissione o rifiuto di atti di ufficio’.
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5 marzo 1976
|
Il
"Quotidiano dei lavoratori" pubblica
un’intervista fatta da altri detenuti ad Angelo
Celli, ristretto alle Nuove di Torino che, dopo
aver nascosto l’episodio per paura, ha infine
denunciato di essere stato malmenato e torturato
dalle guardie carcerarie dopo una tentata evasione
nel mese di febbraio. "Vivo nel terrore
–egli dice- qualunque cosa mi capiti non dovrà
essere considerata una disgrazia".
|
8 novembre
1976
|
A Napoli,
nell’imminenza del processo a carico dei Nap,
gli avvocati difensori denunciano in una
conferenza stampa presso l’Università,
organizzata da ‘Soccorso rosso’, che i loro
assistiti sono stati sottoposti a torture fisiche
e psichiche.
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24 febbraio
1979
|
A Ravenna, 5
secondini uccidono a botte un detenuto, Elio Belli
di 36 anni, che aveva effettuato un tentativo di
evasione. La notizia è tenuta segreta e trapela
nel mese successivo, a causa dell’incriminazione
di alcuni agenti effettuata dal procuratore della
repubblica Ricciuti.
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24 febbraio
1979
|
A Milano,
sono scarcerati per mancanza di indizi 3 dei 9
componenti del ‘collettivo autonomo della
Barona’ arrestati in relazione all’omicidio
Torregiani, Umberto Lucarelli, Roberto Villa,
Fabio Zoppi. I tre denunciano subito dopo che
Roberto è stato torturato mediante ustioni ai
testicoli e picchiato e la stessa sorte è toccata
a Sisino Bitti, ricoverato al Niguarda per le
botte subite e ad Angelo Franco, costretto a
ingerire litri d’acqua e bastonato. Anche Anna
Casagrande, arrestata per ‘favoreggiamento’
denuncia di essere stata presa a schiaffi durante
gli interrogatori.
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28 febbraio
1979
|
Il
procuratore Gresti, interpellato dai giornalisti
circa le denunce di tortura presentate dagli
arrestati in relazione all’omicidio Torregiani,
salite ad 8, dichiara: "Ho ricevuto le
denunce e le vaglierò. E’ la prima volta che si
dicono cose del genere sui comportamenti della
Digos". In questi stessi giorni peraltro,
un’altra denuncia per torture viene da un
cittadino di Corsico, Antonio Macina, arrestato
per aver raccolto una borsa lasciata sulla strada
da rapinatori, poi scarcerato per mancanza di
indizi: anch’egli sarebbe stato preso a calci e
pugni e costretto ad ingerire grosse quantità
d’acqua. Un altro esposto, pressocché identico,
è pervenuto recentemente da Antonio Bassi.
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12 marzo
1979
|
A Milano, il
giudice Alfonso Marra inizia ad interrogare i 27
agenti della Questura indiziati in relazione alle
denunce di tortura. Gli agenti sono difesi da un
avvocato democristiano, dal socialista avv.
Contestabile e dal comunista avv. Maris. I partiti
di sinistra del resto propendono, particolarmente
il Pci, per la versione della Questura.
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15 marzo
1979
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"L’Unità"
denuncia il caso del 30enne Mauro Osservi che,
portato in Questura a Roma per essere
identificato, è stato torturato con pestaggi al
volto e ai genitali e con una corda al collo. Dopo
essere ricorso alle cure ospedaliere, il giovane
ha sporto denuncia.
|
5 aprile
1979
|
Amnesty
International scrive al ministro degli Interni,
Virginio Rognoni, una lettera per richiedere
un’inchiesta ministeriale sui casi di tortura
che sono stati denunciati.
|
23 maggio
1979
|
A Roma, la
Procura della repubblica è costretta ad aprire
un’inchiesta in seguito alla denuncia di un
giovane autonomo, Roberto Rotondi, che era stato
selvaggiamente picchiato dai poliziotti, insieme
ad un suo compagno, all’interno del
commissariato di Primavalle. La polizia nega,
affermando che le ferite derivano da una
colluttazione, ma la perizia medica conferma la
veridicità della denuncia del giovane. Cinque
agenti riceveranno comunicazioni giudiziarie,
mentre il giovane resta incarcerato.
|
28 ottobre
1980
|
A Milano,
secondo la denuncia presentata dai suoi legali,
Alessandro Bruni, arrestato per sospetto
collegamento con Prima linea, è stato
incappucciato e quindi malmenato per tutta la
notte.
|
12 dicembre
1980
|
In
un’intervista al "Quotidiano dei
lavoratori", l’avvocato milanese Luigi
Zezza parla di "terrorismo psicologico",
maltrattamenti e vere e proprie torture praticate
agli inquisiti. "Noi sappiamo per certo di
pistole puntate alla tempia, minacce di morte,
persone portate in giro per la città
incappucciate, percosse per ore…Ricordiamoci
della Barona, con l’acqua fatta bere a litri, i
fiammiferi accesi sui testicoli.
Contemporaneamente c’è chi promette soldi,
passaporto, facili espatri…"
|
11 gennaio
1982
|
A Roma,
dinanzi al sostituto procuratore della repubblica
Domenico Sica, il brigatista rosso Ennio Di Rocco
denuncia di essere stato torturato da agenti di
polizia con il metodo della ‘cassetta’ ed
altri ancora. All’inizio dell’interrogatorio,
su richiesta del suo avvocato Edoardo Di Giovanni,
viene dato atto che "l’imputato è stato
condotto con le mani ammanettate dietro la
schiena, e che ha il polso sinistro
sanguinante…" A conclusione
dell’interrogatorio, "i difensori chiedono
accertamenti medici urgenti e l’immediato
trasferimento in carcere dell’imputato".
|
26 gennaio
1982
|
Interrogato
dal sostituto procuratore di Ascoli Piceno,
Adriano Crincoli, nel carcere romano di Rebibbia,
Luciano Farina denuncia: "Al momento
dell’arresto, sono stato sottoposto a torture,
con ciò significando che siamo stati tenuti nudi
per un quarto d’ora nell’appartamento,
compresa la compagna De Logu e nell’attesa siamo
stati ripetutamente ingiuriati e presi a schiaffi
e calci e ci sputavano in faccia…". Lino
Vai sporge anch’egli denuncia per le sevizie
subite, esibendo i segni rimastigli sul corpo.
|
2 febbraio
1982
|
A Verona, il
sostituto procuratore della repubblica Guido
Papalia prende atto delle condizioni fisiche del
brigatista rosso Cesare Di Lenardo e ordina una
perizia medica. Di Lenardo denuncia le sevizie
subite dai poliziotti.
|
15 febbraio
1982
|
Il ministro
degli Interni Rognoni risponde, alla Camera, alle
interpellanze presentate sull’uso di violenze e
sevizie nel corso degli interrogatori dei
militanti politici arrestati. Rognoni nega, in
particolare, che siano stati sottoposti a
maltrattamenti e sevizie Gianfranco Fornoni,
arrestato dai carabinieri ai quali esprime "a
nome del governo il più vivo apprezzamento";
e altresì smentisce le notizie riferite ai
brigatisti rossi arrestati a Padova e nel Veneto
che, afferma, "posso dire che sono totalmente
false. In particolare, devo dire che i terroristi
Cesare Di Lenardo e Giovanni Ciucci non sono stati
accompagnati nelle carceri di Padova e di Trieste,
come sostiene un quotidiano romano, né hanno mai
avuto bisogno di cure mediche. I due sono a
disposizione di numerosi magistrati che conducono
le varie inchieste sul terrorismo. Altrettanto
falsa è l’asserzione che Antonio Savasta sia
stato vittima di pestaggi…"
|
febbraio
1982
|
A Roma, il
Comitato contro l’uso della tortura lancia un
appello a "magistrati, politici, giuristi,
medici, avvocati, giornalisti, esponenti del mondo
della cultura e ad ogni sincero democratico di
entrare a far parte di questo Comitato portando il
proprio specifico contributo, affinché una volta
accertata pienamente la veridicità di quanto
denunciato, si impegni a sensibilizzare
l’opinione pubblica e a contribuire ad ogni
iniziativa che valga a far cessare l’uso di tali
pratiche…" Il Comitato ricorda inoltre la
situazione interna agli istituti di pena con
"pestaggi di massa come a Pianosa il 30 marzo
e il 10 maggio, a Messina il 9 giugno, a San
Vittore il 23 settembre 1981…".
|
11 marzo
1982
|
Il
quotidiano "il manifesto" riporta le
dichiarazioni del sottosegretario agli Interni,
Francesco Spinelli, socialista, nell’articolo
intitolato "Interrogatori duri, ma come in
tutti i paesi del mondo": "Non mi
risulta che sia mai morto nessuno, né che
qualcuno abbia riportato lesioni gravi. Per quel
che ne so io, per le notizie che ho, non penso si
possa dire che in Italia ci sono torture di tipo
sudamericano. Diciamo che nei confronti degli
arrestati ci sono stati trattamenti piuttosto
duri, ma sono cose che capitano nelle polizie di
tutto il mondo…"
|
aprile 1982
|
Franco
Fedeli, sul mensile "Nuova Polizia" di
cui è direttore, nell’articolo intitolato
"La tortura non paga", scrive:
"Pensavamo che fossero del tutto passati i
tempi in cui certi questori ora in pensione si
rivolgevano ai propri uomini dicendo ‘Metti la
radio a tutto volume e fai cantare quel tizio’
laddove il ‘tizio’ era un fermato o un
arrestato che doveva essere sottoposto ad
interrogatorio il quale, allora, si svolgeva senza
la presenza del magistrato. Ci eravamo sbagliati
evidentemente, dal momento che c’è qualche
poliziotto o carabiniere che al termine di un
interrogatorio di un indiziato, commenta con una
punta di orgoglio: ‘L’abbiamo fatto pisciare
sangue’…".
|
27 giugno
1982
|
A Padova, il
giudice istruttore Mario Fabiani ordina
l’arresto degli agenti Fabio Laurenzi e Carmelo
Di Janni, del brigadiere Danilo Amore, del tenente
Giancarlo Aralla, mentre viene indiziato di reato
il commissario i Ps Salvatore Genova, per le
torture inflitte ai brigatisti rossi arrestati per
il sequestro Dozier. I cinque vengono rimessi in
libertà il 2 agosto.
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30 giugno
1982
|
La stampa
riporta le dichiarazioni del ministro degli
Interni, Virginio Rognoni, a commento
dell’arresto degli agenti dei Nocs di Padova.
Rognoni parla di "forti perplessità e
amarezza" per i provvedimenti giudiziari.
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6 luglio
1982
|
Alla Camera,
vengono presentate numerose interpellanze
sull’arresto degli agenti dei Nocs accusati di
aver torturato Cesare Di Lenardo. Il ministro
degli Interni, Virginio Rognoni, risponde
affermando: "Credo superfluo ricordare che in
virtù della nostra Costituzione ogni imputato,
fino a che non sia pronunciata la sentenza
definitiva di condanna, ha il diritto di essere
considerato non colpevole. E questo vale a maggior
ragione, in rapporto ai provvedimenti restrittivi
della libertà personale, che non devono mai
tradursi in un anticipato giudizio di
colpevolezza…"
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17 marzo
1983
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A Padova, il
giudice istruttore Mario Fabiani emette
l’ordinanza con la quale dispone il rinvio a
giudizio del funzionario di Ps Salvatore Genova e
dei sottufficiali ed agenti di Ps Danilo Amore,
Carmelo Di Janni, Fabio Laurenzi, Giancarlo Aralla,
per le sevizie inflitte al brigatista rosso Cesare
Di Lenardo, nonché il proscioglimento per non
aver commesso il fatto degli agenti Licandro
D’Onofrio e Massimo Carabona. Il magistrato,
nella sua ordinanza, rileva che "le prove
assunte nel corso dell’istruttoria dimostrano
pertanto che il Di Lenardo, dopo il suo arresto,
è stato sottoposto da parte di uomini delle forze
di polizia che ne avevano la piena ed esclusiva
disponibilità fisica, a gravi ed inammissibili
atti di violenza…"
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15 luglio
1983
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Il Tribunale
di Padova condanna per le torture inflitte ai
brigatisti arrestati dopo il sequestro Dozier: gli
agenti di Ps Danilo Amore a 1 anno e 2 mesi di
reclusione; Giancarlo Aralla, a 1 anno e 1 mese;
Carmelo di Janni e Fabio Laurenzi, ad 1 anno, con
la concessione per tutti della sospensione
condizionale della pena. Agli imputati è concessa
l’attenuante "dell’aver agito per motivi
di particolare valore morale e sociale…"
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26 marzo
1984
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A Venezia,
la Corte di appello riforma la sentenza di primo
grado a carico dei poliziotti accusati di aver
sottoposto a torture Cesare Di Lenardo ed altri
brigatisti rossi responsabili del sequestro Dozier,
derubricando i reati e condannando per la sola
‘violenza privata’ Danilo Amore e Giancarlo
Aralla a 10 mesi di reclusione, Carmelo Di Janni e
Fabio Laurenzi a 8 mesi ciascuno; ovviamente con i
benefici.
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12 giugno
1984
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La Procura
della repubblica di Potenza invia comunicazioni
giudiziarie a 6 carabinieri indagati per la morte
per strangolamento, all’interno della caserma di
Muro Lucano, di Gerardo Cerone di 25 anni. Il
reato ipotizzato, peraltro, è ‘omicidio
preterintenzionale’.
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2 agosto
1985
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A Palermo,
sulla spiaggia di Sant’Erasmo, è trovato
seminudo il cadavere di un uomo che sarà
identificato, poche ore più tardi, come Salvatore
Marino. L’uomo si era presentato spontaneamente
in Questura, il giorno precedente, accompagnato
dal proprio avvocato di fiducia dopo aver saputo
che la polizia lo cercava per interrogarlo
nell’ambito delle indagini sull’omicidio del
commissario di Ps Giuseppe Montana. Trattenuto in
Questura, il giovane viene interrogato nel corso
della notte con il metodo della cassetta:
sdraiato, con un tubo infilato in bocca attraverso
il quale gli fanno bere acqua salata. Il tubo, però,
sfonda la trachea e provoca la morte del torturato
per insufficienza cardiaca. A quel punto, i
poliziotti fanno scomparire i documenti del
giovane e ne trasportano il corpo sulla spiaggia
di Sant’Erasmo dove lo abbandonano nel tentativo
di depistare le indagini.
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6
agosto 1986
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A
Torino, fermato dalla polizia e condotto nella
stazione di Ps di Mirafiori, il palestinese Tofek
Gonem viene insultato e picchiato da alcuni
agenti.
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settembre
1992
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A
Livorno, il giudice di sorveglianza competente per
il carcere della Pianosa, invia un rapporto al
ministero della Giustizia sulla visita compiuta
nel mese di agosto, segnalando casi di
"gratuita e illegale brutalità" contro
i detenuti reclusi nelle sezioni ordinarie e in
quella "speciale" dell’Agrippa,
affermando che avrebbe inviato alla procura della
Repubblica di Livorno ulteriori elementi, compreso
il nome di un secondino che si era distinto per
scorrettezza.
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aprile
1993
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A
Secondigliano (Napoli), sono sospesi dal servizio
6 secondini accusati di aver compiuto atti di
violenza sui detenuti del locale carcere, minacce,
falsa testimonianza ed altro.
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9
giugno 1993
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Il
settimanale "Epoca" pubblica una
documentazione fotografica su atti di brutalità
compiuti da militari italiani sulla popolazione
somala. L’Esercito smentisce ed un parà,
Stefano Valsecchi, che aveva fotografato lo stupro
di gruppo di una giovane somala viene querelato e
processato per calunnia, accusa dalla quale sarà
assolto solo nel giugno 2001.
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19
luglio 1993
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A
Cannes, una cittadina francese di origine tunisina
sporge denuncia contro agenti di polizia francesi
ed italiani che, il 15 luglio precedente, al
valico di confine di Menton-Ventimiglia,
trovandola senza documenti l’avevano condotta
negli uffici dove due agenti di Ps italiani
l’avevano spogliata, perquisita e violentata,
accompagnandola poi dai loro colleghi francesi,
uno dei quali l’avrebbe costretta ad avere un
rapporto sessuale con lui. Il Tribunale di San
Remo condannerà, successivamente i due agenti di
polizia italiani a 5 anni e 8 mesi di
reclusione per ratto a fine di libidine violenta,
violenza aggravata e atti di libidine violenta.
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6 agosto
1993
|
A Roma,
Giancarlo Malatesta, tossicodipendente, sporge
querela contro alcuni agenti di polizia che, nella
notte fra il 23 e il 24 luglio, lo avevano
picchiato in strada ritenendo che fosse in
procinto di acquistare droga. Allegato un
certificato medico dal 24 luglio che attesta tagli
e contusioni su tutto il corpo.
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23 settembre
1993
|
A Padova, un
bambino zingaro di 11 anni, Tarzan Sulic, viene
ucciso e sua cugina, Mira Djuric, seriamente
ferita mentre si trovano all’interno di una
caserma dei carabinieri, per un colpo di arma da
fuoco sparato da un milite mentre il bambino,
secondo la versione ufficiale, tentava di
sottrargli la pistola dalla fondina.
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aprile 1994
|
A Trieste,
due agenti di Ps, Dario Sardo e Sandro Del Luca,
violentano una ragazza handicappata. Saranno
assolti in primo grado e condannati in secondo a 2
anni e 8 mesi di reclusione, con i benefici di
legge. Non faranno neppure un giorno di carcere.
La ragazza morirà due anni dopo nel centro di
igiene mentale dove è ricoverata.
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giugno 1994
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A Monza, sei
secondini vengono arrestati per aver picchiato un
detenuto in modo tale da provocargli
l’asportazione della milza.
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gennaio 1995
|
Amnesty
international viene informata dalle autorità
giudiziarie italiane che, presso la procura della
Repubblica della pretura circondariale di Napoli,
sono pendenti 65 procedimenti penali a carico di
secondini in servizio nel carcere di Secondigliano.
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27 aprile
1995
|
A Ginevra,
il Comitato nelle Nazioni unite contro la tortura
esamina il rapporto inviato dal governo italiano
sugli episodi di sevizie e maltrattamenti accaduti
nel Paese, esprimendo alla fine la sua
preoccupazione per la persistenza di
maltrattamenti in carcere e da parte delle forze
di polizia, non trovando idonee alla gravità dei
fatti, inoltre, le pene inflitte ai responsabili
identificati e processati.
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5 giugno
1997
|
Il
settimanale "Panorama" afferma, in un
servizio corredato anche da documentazione
fotografica, che i militari italiani in Somalia
hanno torturato e compiuto atti di brutalità su
cittadini somali.
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8 agosto
1997
|
La
Commissione d’inchiesta nominata dal governo per
fare luce sulle violenze commesse da militari
italiani in Somalia, dichiara provati 3 casi su 8
segnalati, ma esclude ogni responsabilità dei
vertici militari.
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20 marzo
1999
|
A Matera,
muore nel reparto otorinolaringoiatria
dell’ospedale civile Raffaele Angelo De Palo,
detto Lino, fornaio di 31 anni, che portato in
Questura per motivi futili (era accusato di
infastidire i passanti) avrebbe aggredito un
ispettore di Ps, restando gravemente ferito,
secondo la versione ufficiale, nella colluttazione
che ne è seguita.
Il questore Eugenio Introcaso ha
parlato di "tragica fatalità", mentre
il sostituto procuratore della repubblica Eva
Toscani ha aperto l’inchiesta di rito. Questa si
concluderà nel 2001 con la condanna
dell’ispettore di Ps Francesco Ambrosino a 5
anni e 4 mesi di reclusione, con i benefici di
legge, per omicidio preterintenzionale
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16 giugno
1999
|
Il rapporto
annuale di Amnesty international denuncia torture,
abusi e maltrattamenti da parte delle autorità
statali in danno di persone arrestate in 125 dei
paesi monitorati, fra i quali l’Italia.
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20 ottobre
1999
|
A Napoli,
sono stati rinviati a giudizio 20 secondini in
servizio nel carcere di Secondigliano, per fatti
accaduti dal giugno del 1995 al febbraio del 1999,
per i reati di abuso di autorità, lesioni
personali, minacce a testimoni ecc.
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27 gennaio
2000
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A Roma, si
svolge al Senato il convegno internazionale su
"Diritti umani e privazione della libertà
personale". E’ stato presentato il rapporto
del ‘Comitato europeo per la prevenzione della
tortura’ (Cpt), stilato dopo l’ultima visita
in penitenziari, questure e caserme dei
carabinieri in Italia, avvenuta nel 1996, che ha
evidenziato la sistematica violazione dei diritti
umani di arrestati e detenuti, sottoposti a
pestaggi non giustificati.
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3 maggio
2000
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A Sassari,
vengono arrestati 82 appartenenti al corpo di
polizia penitenziaria nonché la direttrice del
carcere di Sassari Cristina Di Marzio, il
provveditore regionale, Giuseppe Della Vecchia,
responsabile del reato di violenza privata a
carico di 30 detenuti selvaggiamente picchiati,
dopo essere stati fatti denudare, nel corso di un
trasferimento.
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17 luglio
2000
|
A Milano, la
Procura della repubblica ha chiesto il rinvio a
giudizio di 2 ispettori e 4 agenti di polizia
penitenziaria che, il 24 agosto 1999, avevano
picchiato un detenuto sudamericano, per essersi
egli rifiutato di spogliarsi per fare le ‘flessioni’.
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22 febbraio
2001
|
A Firenze la
Corte d’appello dichiara prescritto il reato di
abuso d’autorità, di cui era accusato il
maresciallo della Folgore Valerio Ercole. Il
sottufficiale era stato fotografato mentre
torturava con scariche elettriche un somalo,
durante l’operazione Ibis, a Mogadiscio nel
1997.
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26 febbraio
2001
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A Pistoia
cinque ragazzi, due italiani e tre albanesi, dopo
una discussione con un buttafuori della discoteca
"Panda", sono raggiunti da due volanti
della polizia e portati in Questura, dove vengono
selvaggiamente picchiati senza nemmeno essere
identificati. Fra i cinque però c’è Marco
Chiti, figlio del sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio Vannino Chiti, e ciò consente
l’apertura di una inchiesta e la sospensione
cautelare degli agenti coinvolti.
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27 febbraio
2001
|
A
Fiorenzuola d’Arda (Pr) un ispettore di polizia
che sta festeggiando il carnevale ha un breve
alterco con dei buttafuori, che chiamano i
carabinieri. L’ispettore viene ammanettato e
portato in caserma, dalla quale esce col setto
nasale e i denti rotti: secondo i carabinieri è
caduto.
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17 marzo
2001
|
A Napoli le
forze di polizia caricano il corteo organizzato
dalla rete campana "No global" che sta
pacificamente protestando contro il Global Forum
nella sua giornata conclusiva. Il bilancio
ufficiale parla di 2 arrestati, 21 denunciati ed
oltre 200 feriti (compresi quelli avutisi nelle
stesse forze di polizia), diversi fra i quali
vengono prelevati dagli ospedali e condotti,
insieme agli altri fermati, alla caserma Raniero;
qui, secondo le denunce presentate
successivamente, i dimostranti fermati sarebbero
stati sottoposti a sevizie.
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2 aprile
2001
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Tre
carabinieri in servizio a Ladispoli (Roma) sono
indiziati di reato per omicidio in relazione alla
morte di Edine Imed Bouabid, tunisino, avvenuta il
15 marzo dello sorso anno. I tre militi erano già
indagati per omissione di soccorso e abbandono di
incapace. Il tunisino morì per tre colpi sferrati
al cranio con un pesante corpo contundente nella
corsia di emergenza dell’autostrada Roma –
Civitavecchia.
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17 aprile
2001
|
Nel carcere
di Potenza si uccide impiccandosi in cella Tbini
Ama, giovane detenuto tunisino. Il 3 agosto
dell’anno scorso il detenuto era salito sul
tetto del carcere per protestare contro un
pestaggio subito il giorno precedente:
dall’episodio era nata un’inchiesta che vede
indagati agenti, dirigenti e sanitari del carcere
con accuse di lesioni aggravate e falso.
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22 maggio
2001
|
A Treviso,
tre poliziotti accusati di aver picchiato tre
senegalesi – che avevano documentato le lesioni
loro inferte – sono assolti dal Tribunale, il
quale ammette il fatto ma ravvisa "nel
comportamento degli agenti gli estremi di un
errore nella valutazione della legittimità del
proprio comportamento".
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26 maggio
2001
|
A Milano,
tre secondini in servizio nel carcere di Opera
sono condannati a 4 mesi di reclusione, con i
benefici di legge, per aver aggredito, senza
plausibile ragione, due giovani extracomunitari in
viale degli Abruzzi: i tre secondini, che
transitavano in auto, si erano fermati alla vista
dei due giovani, per poi scendere dalla vettura,
aggredirli e fuggire prima dell’arrivo della
polizia avvertita da un cittadino.
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30 maggio
2001
|
Nel suo
ultimo rapporto, Amnesty international inserisce
l’Italia fra i paesi che hanno violato i diritti
umani e chiede, tra l’altro, di "costituire
un comitato di ispettori per far luce su ciò che
avviene nelle prigioni italiane".
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6 giugno
2001
|
A Roma, il
gup Otello Luppachini proscioglie, riconoscendogli
la legittima difesa putativa, l’agente di
polizia Maurizio Berti, che nella notte tra il 4 e
il 5 maggio 2000, durante un inseguimento, aveva
sparato al giovane marocchino Mourat Fikri,
uccidendolo. La madre dell’ucciso denuncia che i
testimoni sono stati picchiati e intimiditi perché
non raccontassero la verità sullo svolgimento dei
fatti, e che lei stessa è stata minacciata
telefonicamente perché non si costituisse parte
civile.
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19 luglio
2001
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A Milano,
l’attrice Alba Parietti denuncia che il figlio
è stato selvaggiamente picchiato da carabinieri
in borghese, tanto da essere ricoverato in
ospedale con 40 giorni di prognosi e la mandibola
fratturata. Il pestaggio sarebbe accaduto dopo che
il ragazzo ed alcuni amici erano stati bloccati
dai carabinieri che cercavano gli autori di un
furto.
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22 luglio
2001
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A Genova,
nella notte le forze di polizia irrompono nelle
scuole che ospitano un centinaio di manifestanti
anti- G8 e la sede del Genoa social forum:
l’operazione porta a 92 arrestati, dei quali 67
feriti. Secondo la polizia si tratta di ferite
pregresse, che i dimostranti si sono procurate
negli scontri ma non riesce a spiegare le vistose
macchie di sangue sui muri, le urla udibili dalla
strada, i ricoveri in ospedale né a superare le
concordi testimonianze dei feriti. Due ragazzi
stranieri, l’inglese Mark Covell e la tedesca
Lena Zulke sono ricoverati in rianimazione, il
primo per sfondamento del torace e la seconda di
un polmone.
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23 luglio
2001
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Un gruppo di
28 rom kossovari regolarizzati, ospiti di un
centro Acli a Monopoli (Bari), raggiunge Bologna
in cerca di lavoro; dopo averli ospitati una
notte, le autorità locali ne ordinano la
evacuazione, facendoli accompagnare da 50 agenti.
I rom denunciano di essere stati picchiati e
manganellati dai poliziotti. La Procura di Bologna
apre un’inchiesta non a carico degli agenti,
bensì del centro Acli che aveva organizzato il
viaggio a Bologna, ipotizzando ‘abbandono di
minori’.
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24 luglio
2001
|
A Genova, i
legali del Gsf denunciano pestaggi e sevizie cui
sarebbero stati sottoposti numerosi arrestati
nella caserma dei carabinieri di Bolzaneto ed
affermano "Abbiamo le prove che in quella
caserma ci sono state sistematiche torture fisiche
e psicologiche". Amnesty International invita
il governo italiano a rispettare i diritti degli
arrestati, diversi dei quali, stranieri non hanno
potuto prendere contatto con i diplomatici dei
rispettivi paesi e con gli avvocati. Sui fatti si
assiste a un rimbalzo di responsabilità fra la
polizia e gli agenti dei Gom (polizia carceraria).
La Procura della repubblica apre 3 inchieste. Fra
i commenti della stampa estera, si segnala il
turco "Milliyet" che, in un articolo
intitolato "Mamma li turchi" rende noto
che la commissione parlamentare turca per i
diritti umani chiederà all’Italia un resoconto
degli accadimenti di Genova per verificare
eventuali violazioni dei diritti umani da parte
della polizia italiana.
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2 agosto
2001
|
Wilfred
Embacher, avvocato difensore di 7 donne austriache
rinchiuse nel carcere di Voghera, denuncia gli
abusi commessi da agenti ai danni delle sue
assistite, affermando "Le hanno costrette a
spogliarsi, le hanno coperte di oscenità e
minacciate di violenze sessuali; le hanno
costrette a tenere le porte delle toilettes aperte
ogni volta che dovevano recarvisi". Le
ragazze fanno parte di un gruppo teatrale, "Volxtheater",
fermato dai carabinieri a 30 km. circa da Genova
nei giorni degli incidenti.
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2 agosto
2001
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Il sindacato
degli agenti di Ps Siap smentisce di aver
commissionato un consistente quantitativo di
magliette- ricordo del vertice G8, che recano
l’immagine di un agente armato di manganello,
ritto in piedi sul corpo di un manifestante e
sovrastato dalla scritta ‘G8 Genova luglio 2001,
io c’ero’. Le magliette circolano fra gli
agenti, benché per iniziativa personale di questi
ultimi, a detta del sindacato.
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23 agosto
2001
|
A Padova, un
sottufficiale dei carabinieri denuncia alla
Procura militare il traffico di bambine eritree ed
etiopi, a scopi sessuali, fatto da un centinaio di
uomini delle Nazioni unite presenti nei due paesi
per vigilare sul rispetto degli accordi. Fra i
denunciati vi sono anche 2 italiani, indagati per
sfruttamento minorile. Vi saranno altre denunce, a
carico del personale Onu presente in altri paesi,
accusati di fatti analoghi.
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1 settembre
2001
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A Trieste,
il Tar dispone la riassunzione in servizio di
Dario Sardo e Sandro Del Luca, i due agenti di Ps
condannati a una pena simbolica, e radiati dalla
Ps per aver violentato una ragazza handicappata.
Per un ‘errore burocratico’ ai due saranno
inoltre corrisposti gli stipendi arretrati.
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30 ottobre
2001
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A Napoli, è
rimesso in libertà Tommaso Leone, l’agente di
Ps che il 20 luglio 2000 aveva ucciso con un colpo
di pistola alle spalle il 17enne Mario Castellano,
solo perché non si era fermato all’alt,
viaggiando su un motorino sprovvisto di casco. La
condanna che l’agente non ha scontato era,
teoricamente, di 10 anni di reclusione.
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ottobre 2001
|
A Milano, la
Procura della repubblica ha avviato 4 inchieste
sul carcere di San Vittore, fra le quali una per
sevizie inflitte a un condannato per pedofilia,
una seconda per il suicidio di un detenuto.
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3 novembre
2001
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Ad
Agrigento, don Baldassarre Meli dirigente di un
centro di accoglienza, denuncia la
"marchiatura" di 45 sudanesi
clandestini, operato dalla polizia sulle braccia e
le mani con la scrittura di un numero.
"Capisco- afferma il sacerdote- che
identificare i clandestini non è facile, ma
questa vicenda dei numeri sulla pelle ci fa fare
un salto indietro di mezzo secolo".
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1 febbraio
2002
|
Ad un posto
di blocco, un carabiniere di Tivoli fredda Fabio
Halilovich di 16 anni. La versione dei militi è
che l’auto avrebbe investito la postazione ed un
carabiniere, caduto a terra avrebbe sparato un
solo colpo, centrando il ragazzo. Un parente
dell’ucciso, secondo la testimonianza riportata
dal quotidiano ‘il manifesto’, avrebbe
peraltro testimoniato che un carabiniere, avendo
subito il furto della propria automobile, si
sarebbe presentato al campo nomadi minacciando
‘se la mia macchina non salta fuori, ammazzo il
primo zingaro che trovo’.
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10 maggio
2002
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Il tribunale
del Riesame revoca gli arresti domiciliari
ordinati due settimane orsono dalla Procura di
Napoli a carico di 6 agenti e 2 funzionari di Ps,
indagati per sevizie ai fermati in occasione della
manifestazione antiglobal del 17 marzo 2000. Pochi
giorni dopo, si apprende che 3 dirigenti della
questura napoletana coinvolti nei fatti, Mario
Papa, Alessandro Marangoni e Mario Aiello, sono
stati promossi dirigenti superiori.
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